39.

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I giorni passarono velocemente e finalmente dopo tanto tempo avevo trovato un equilibrio con Zulema, stando nei nostri limiti.
"Bionda." disse entrando nella mia camera e mi tolsi gli occhiali interrompendo la mia lettura per guardarla attentamente, era come al solito bellissima e spalancai la bocca.
"Dimmi tutto." sussurrai sgranchendomi i muscoli e sorrise notando che indossavo una delle sue maglie, lasciando scoperte le mie lunghe gambe magre.
"Dopo vieni nel mio ufficio." disse autoritaria e annuii però inarcando un sopracciglio confusa, era tesa e mi avvicinai lentamente a lei cercando di capire quale fosse il problema.
"Stai bene?" le domandai mettendole una ciocca dietro all'orecchio e annuì guardandomi con quei suoi occhi tanto profondi e potenti.
Azzerai le distanze e la baciai dolcemente ma vidi che non ricambiò tantissimo, c'era un qualcosa che la stava disturbando e decisi di lasciarle il giusto tempo staccandomi.
"Va bene, Zulema." mormorai accennandole un sorriso e mi diressi nuovamente nel mio letto, afferrando il libro riprendendo a leggere.
La vidi raggiungermi e si buttò a peso morto al mio fianco, facendo un rumore assordante a causa delle molle del letto.
Il suo sguardo era puntato sul soffitto e la scrutai interrogativa guardando il suo profilo perfetto, incredibile come questa donna non avesse un minimo di imperfezioni.
"Ti capita mai di pensare troppo al passato?" mi domandò di punto in bianco e sospirai quasi di sollievo perché voleva parlare con me.
"Sono imprigionata nel passato." le risposi sollevandomi la coperta e mi coprii le gambe nude, anche se era aprile il caldo non si era stabilizzato del tutto.
"E come ti senti?" disse mettendo la testa di lato e quasi svenni perché i suoi occhi neri brillavano ancora di più.
"Spenta, terribilmente tanto." sussurrai toccandomi i capelli nervosamente e trattenni le lacrime perché nessuno mi aveva mai fatto delle domande del genere e forse aveva il bisogno di parlarne con qualcuno di simile a lei.
Mi afferrò il braccio e mi trascinò sopra al suo corpo caldo stringendomi la vita, affondai il viso nell'incavo del suo collo e circondai i suoi fianchi con la mia coscia nuda nel mentre che mi accarezzava i capelli.
"Io mi sento morta anche da viva." sussurrò mordendosi il labbro e alzai di poco la testa per guardarla bene in faccia.
"Se ti senti così deve essere successo qualcosa per forza." sussurrai accoccolandomi ancora di più e la sentii sospirare pesantemente.
"Come darti torto, bionda." disse ridendo leggermente e mi incantai sentendo il suono della sua risata.
Prestai attenzione alle parole che mi diceva perché ogni parola detta da lei era pura poesia, un piccolo segreto in più che mi confessava per aprirsi ulteriormente a me.
Mi staccai dal suo corpo e mi misi a pancia in giù appoggiandomi sui gomiti, il mio scorpione capí fin da subito che volevo sapere di più e sbuffò divertita dalla mia reazione e curiosità.
"Tu hai questo, inciso nella pelle." sussurrai sfiorando il suo tatuaggio sotto all'occhio e fortunatamente non si oppose, quindi con cautela lo tracciai piano con l'indice facendole chiudere gli occhi.
Sapevo che si faceva prevalentemente per una grande perdita, era una cosa molto diffusa.
"Un dolore troppo grande." sussurrò guardandomi dritta negli occhi e tremai leggermente come se potessi vedere ogni sua battaglia interiore.
"Riesco a vederlo comunque tutto il tuo dolore, anche in ogni minima cosa che fai Zulema." dissi tracciando le sue labbra e risalendo lungo il suo zigomo.
"Odio il fatto che riesci a notare queste piccole cose, davvero." mormorò scuotendo la testa incredula e mi scappò una risata.
Non volevo forzarla a parlare, semplicemente volevo capire cosa la spingeva ad essere così chiusa.
"In realtà lo ami da morire perché nessuno l'ha mai fatto prima d'ora." dissi serrando la mascella e mise la testa di lato per guardarmi ancora con più attenzione, aggrottò le sopracciglia e sapevo che stava studiando ogni mia espressione del viso.
"Di chi sei stata innamorata?" mi domandò cogliendomi di sorpresa e sgranai gli occhi, non credevo che potesse capire fino infondo la mia persona, mi aveva tolto la maschera.
Mi morsicai il labbro decidendo se confidarmi o meno ma sapevo che tanto in un modo o nell'altro mi avrebbe capito, sapeva fin troppe cose sulla vita.
Era troppo sveglia, sempre davanti agli altri pronta a pugnalarti le spalle se ne avesse avuto l'occasione.
Preferiva ferire gli altri piuttosto che se stessa perché era fin troppo rotta.
Troppo.
"Si chiama Kabila e siamo state assieme per sei anni interi." incominciai sospirando e vari flashback colpirono la mia mente, avevo deciso di raccontarle la mia storia perché ero sicura che lei mi avrebbe raccontato la sua.
I suoi occhi erano privi di emozioni però vedevo che mi stava ascoltando attentamente, non toglieva per nessuna ragione al mondo lo sguardo dal mio.
"Ci amavano veramente tanto o almeno così credevo, ma lei si è approfittata di me e mi ha spezzato letteralmente il cuore, tradendomi non so quante volte prima di lasciarmi definitivamente da sola." aggiunsi con gli occhi lucidi e percepii il corpo di Zulema diventare una statua, rigido come il ghiaccio.
"Sono stata debole, perché credevo che lei mi potesse dare il mondo ma invece me l'ha tolto tutto quanto." dissi serrando la mascella e una lacrima mi rigò subito la guancia, l'asciugai velocemente e posai il mio sguardo distrutto sul suo, mi guardava con quei suoi occhi profondi e notai un pizzico di compassione.
Ma non volevo farle pena perché sapevo badare benissimo a me stessa.
"Lei ha preso alcune parti di me, senza neanche darmi il tempo di metabolizzare la cosa. Era la luce all'interno della mia vita ma mi sbagliavo di grosso, come sempre d'altronde." dissi ridendo tra le lacrime ed era la prima volta che ne parlavo così apertamente con qualcuno.
"La ami ancora?" mi domandò piano e la guardai intensamente perdendomi nelle sue iridi glaciali, non mi piaceva parlare di Kabila ma con lei mi sentivo letteralmente al sicuro.
Protetta da ogni male.
"No, la odio perché mi ha fatto diventare una persona diversa, trasformandomi in ciò che voleva lei." sbottai percependo la mia solita rabbia verso me stessa.
"Sei tu che le hai dato il controllo." mi rispose Zulema seria e mi spiazzò completamente con la sua risposta.
Aveva c'entrato il punto come al solito.
"Infatti ho imparato a controllare ogni minima cosa all'interno della mia vita." dissi con un'orgoglio addosso disumano ma sapevamo entrambe che il nostro rapporto non poteva essere controllato.
Zulema non poteva essere controllata.
I miei sentimenti non potevano essere controllati se c'era lei di mezzo.
"Coraggioso da parte tua ma non puoi controllare tutto o rischi di impazzire." disse con un tono gelido da farmi venire i brividi.
"Vedo che hai molta esperienza in campo, non ti smentisci mai." dissi riprendendomi un attimo e le strappai una risata divertita.
"Oh bionda io ormai sono fuori di testa, letteralmente cazzo." disse toccandosi il viso e mi trattenni nel baciarla perché era semplicemente bellissima.
Il mio sguardo era perso nel vuoto ma con cautela Zulema sfiorò il mio viso attirando subito la mia attenzione.
La guardai facendole un piccolo sorriso e mi avvicinai guardandola dritta negli occhi, le sue labbra toccavano delicatamente le mie e le lasciai un lieve bacio sulle labbra.
Rimanemmo in silenzio ma era come se ci stessimo urlando addosso tutti i nostri segreti più profondi, mi sentivo un peso in meno perché lei era maledettamente simile a me in molti aspetti.
Riusciva a capire quando una cosa non andava ed ero sicura che avrebbe custodito anche la minima cosa se riguardava a me.
Mi stavo affezionando in una maniera assurda e sapevo già che questa cosa mi avrebbe automaticamente distrutto.
Perché mi autodistruggevo da tutta la vita, cercando di provare delle emozioni inspiegabili che mi facessero sentire viva.
"Se vuoi vivere in questa vita devi concentrarti molto di più sul presente e sul tuo futuro, rievocare i demoni del passato non ti servirà a niente. Devi cercare di mantenere ben saldo ogni tuo punto di forza per poter andare avanti, sei da sola qui." disse seria e feci un piccolo sorriso, mordendomi lentamente il labbro inferiore e lei seguì il gesto incantata.
"Beh, forse non più." sussurrai facendola ridere divertita ma notai che la mia affermazione l'aveva fatta irrigidire ancora di più, sapeva che mi stavo riferendo a lei.
Improvvisamente smise di ridere e la stanza sembrava che si fosse ghiacciata di colpo provocandomi una scarica di brividi.
Guardò un punto fisso davanti a sé e decisi di non proferire parola perché sicuramente stava metabolizzando al meglio le mie parole per poter continuare.
Dopo alcuni minuti di totale silenzio la vidi serrare la mascella innervosendosi e con l'indice sfiorò appena il suo tatuaggio sotto all'occhio, come se si fosse scottata.
"Mia figlia." disse piano e la sentii a stento, inarcai un sopracciglio confusa e sperai con tutto il cuore che fosse una delle sue solite stronzate per prendermi in giro ma il suo sguardo era distrutto.
Come ogni sua particella in corpo.
"Cosa Zulema?" le domandai dolcemente e la sua testa scattò verso di me, riservandomi un'occhiata amareggiata e notai un pizzico di rabbia nei suoi occhi così scuri.

"Mia figlia, è la mia perdita più grande."

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