HAILEY'S POV
"Permesso!" Urlo facendo girare i due professori che stavano tranquillamente camminando per i corridoi."Cooper!" Mi richiama la professoressa ma io non mi giro e continuo a correre. Sono le 8:20 e ho fatto tardissimo. Ieri sera sono stata tutto il tempo a leggere un libro e non ho fatto per niente caso che era tardi e che dovevo andare a dormire. E adesso eccomi qui, in ritardo più che mai.
Arrivo fuori alla mia classe e busso alla porta.
"Buongiorno, scusi per il ritardo." Dico con l'affanno, la professoressa di matematica alza un sopracciglio e scuote la testa."Cooper entrerà alla seconda ora." Abbasso lo sguardo sul registro, guardo Bella e Giorgia che a loro volta mi guardano sorridendo a malapena e stando in silenzio esco dall'aula senza emettere nessun rumore.
"Hailey di nuovo in ritardo? Come devo fare con te." Ride Elio mentre se ne sta seduto dietro alla sua piccola cattedra. Gli sorrido. "Non è colpa mia. Non ha suonato la sveglia." Mento. Spudoratamente.
La sveglia era suonata ma io l'avevo spenta almeno tre volte,
alla quarta volta ho alzato la testa dal cuscino e con orrore avevo notato che erano le otto spaccate.Non so come io abbia fatto a lavarmi, vestirmi, truccarmi e uscire di casa in soli cinque minuti.
"Certo non è suonata la sveglia, solita scusa di ogni alunno." Ride lui guardandomi, accenno un sorriso. "Fortuna che ho ritirato il primo giorno il libretto delle giustificazioni altrimenti non sapevo che fare."
"Anche se il limite per entrare è alle 8:15, la professoressa di matematica per soli cinque minuti mi fa entrare alla seconda ora." Continuo.
"Sai perfettamente com'è fatta. Qui tutti i professori sono precisi e severi, si possono contare sulle dita di una mano quelli più gentili e comprensivi." Afferma. "Ad esempio il tuo nuovo professore di italiano, il supplente, com'è che si chiamava.." appoggia una mano sotto al suo mento come per ricordarsi.
"Il professor Thompson." Lui annuisce. "Si proprio lui. Sembra essere un bravo professore, e sembra essere anche simpatico."
"Diciamo, a me non piace tanto." Dico sincera. "Vedrai che più lo conoscerai più ti piacerà, è sempre così." Mi fa l'occhiolino.
"Adesso vado al bar, ci vediamo dopo Elio." Gli sorrido incamminandomi verso il bar della scuola. Arrivo dopo circa due minuti e con grande gioia noto che non c'è nessuno. Ovviamente sono tutti a lezione.
"Ciao Enzo." Saluto il barista che ormai conosco da cinque anni e appoggio la mia borsa su un tavolino. "Ciao Hailey, che ti porto?"
"Il solito." Il mio solito era un cornetto al cioccolato e un cappuccino freddo. Mi siedo sulla sedia di legno e prendo il mio telefono per giocare a qualcosa, almeno così passerò il tempo. Ma dopo poco sento qualcuno spostare la sedia e sedersi accanto a me, alzo lo sguardo che vedo Jamal, o meglio, il professore Thompson.
"Scommetto che hai fatto tardi e non ti hanno fatto entrare." Dice tranquillo per poi levarsi gli occhiali da sole e appoggiarli sul tavolino. Annuisco. "Bingo."
"La scuola è iniziata da poco e già fai tardi?"
"Non è stata colpa mia." Affermo. "Baldorie anche ieri?" Ride.
"Non vado ogni sera in discoteca." Sospiro.
"Ecco a te Hailey." Enzo si avvicina al tavolino e mi porge il mio bellissimo cornetto col cappuccino. Ho già l'acquolina in bocca.
"Professore lei vuole qualcosa?" Chiede all'uomo accanto a me.
"Un caffè amaro, grazie." Enzo annuisce e fugge via. Amaro? Come fa a prendere il caffè amaro è la cosa più brutta che esista. Faccio una smorfia e prendo un sorso al mio cappuccino.
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Il mio riflesso
ChickLit"Perché tu sei così, sei unica in ogni cosa che fai." Sussurra sulle mie labbra, appoggio una mano sulla sua guancia. "Mi stai rendendo una persona migliore." Sospira. "Come?" Chiedo guardandolo. "Sei il mio riflesso, il riflesso che vorrei vedere...