HAILEY'S POV
"Non mi aspettavo un supplente così simpatico, fisico asciutto, pompato, giovane e cosa più importate è.." stoppo Giorgia guardandola sbalordita. "Non è simpatico.""Ma è sexy almeno, questo non puoi negarlo." Si intromette Bella. Alzo gli occhi al cielo continuando a camminare, non vedo l'ora di tornare a casa e buttarmi alle spalle questo primo giorno di scuola sperando che sia stato soltanto un incubo.
Il mio sesto senso mi dice che questi mesi non saranno alquanto semplici, e mi riferisco al mio nuovo professore. Già il primo giorno mi ha torturato e preso di mira, come se non bastasse gli ho rifilato anche un calcio dove non batte sole e sono stata anche alquanto sgarbata quando ero vicina a lui. Ha tutti i motivi per prendermi di mira, ma ho anche io i miei ovvi motivi.
Quando ero vicina a lui sentivo un forte odore di colonia maschile, ogni mossa che faceva lasciava un grande scia del suo profumo. I suoi occhi, neri come la pece, incutono paura. Sono quei occhi che quando li fissi per qualche secondo istintivamente abbassi lo sguardo non riuscendo a sostenerli.
"A cosa pensi?" Mi scuote Bella facendomi smettere di pensare al mio nuovo professore. "Nulla." Svio, non posso mica dire che stavo pensando a lui..
"Hailey non dimenticarti di stasera." Mi ricorda Giorgia puntandomi il dito contro per poi abbracciarmi.
La festa. Me ne ero completamente dimenticata. Ogni anno, ogni ragazzo di ogni scuola festeggia il nuovo anno scolastico, la maggior parte nei locali più famosi di qui.
"Non mi sono dimenticata di stasera, anzi, prima stavo proprio pensando a cosa indossare." Mento. Mi abbracciano nuovamente e salutandole mi avvio verso casa.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi dirigo in cucina affamata, mentre appoggio la borsa sulla sedia trovo un bigliettino piegato sul tavolo.
Tesori sono a lavoro, nel frigo ci sono le tagliatelle di ieri sera riscaldatele nel forno. Mi raccomando non fate andare in fiamme la cucina in mia assenza!
Vi voglio bene.
Baci. Mamma.Riposo il biglietto sul tavolo e cerco qualcosa nei mobili. Non ho voglia delle tagliatelle di ieri sera, se fosse stata una lasagna di certo non avrei rifiutato.
Dal mobile afferro il pane già affettato e dal frigo prendo del prosciutto e del formaggio. Compongo in panino e lo inserisco nel forno per farlo diventare croccante proprio come piace a me. Nel frattempo preparo la tavola.
Nora sicuramente non verrà a pranzo, di solito si trattiene all'università per studiare perché sostiene che qui non ci riesce, con Isabel che urla per ogni cosa e con me che mi lamento per ogni cosa.
La verità è che ama stare nel silenzio e concentrarsi, per carità ha ragione, ma non è possibile che non posso nemmeno asciugarmi i capelli che lei inizia a sbraitare in ogni lingua che conosce.
Sento la porta sbattere e sporgendomi intravedo Isabel entrare e allo stesso tempo imprecare. "Ehi giusto in tempo, lo vuoi anche tu un panino o preferisci le tagliatelle di ieri?" Le chiedo appena la intravedo entrare in cucina e prendere una bottiglietta d'acqua dal frigo e sgolarsela in un attimo.
"Panino." Esordisce sedendosi vicino alla tavola e appoggiando la fronte su di esso. Mi acciglio. "Giornata pensante?"
"Non puoi capire quanto. Dove la prendono la forza i professori per spiegare già il primo giorno? E per giunta vogliono anche fare un test sugli argomenti dell'anno scorso e domani ho il test di storia." Sbuffa portandosi le mani sulla faccia. Apro la bocca per dire una cosa ma Isabel mi interrompe subito puntandomi un dito contro, io mi giro e inserisco l'altro panino nel forno.
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Il mio riflesso
ChickLit"Perché tu sei così, sei unica in ogni cosa che fai." Sussurra sulle mie labbra, appoggio una mano sulla sua guancia. "Mi stai rendendo una persona migliore." Sospira. "Come?" Chiedo guardandolo. "Sei il mio riflesso, il riflesso che vorrei vedere...