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HAILEY'S POV
Continuo a fissare il foglio bianco davanti a me, non so cosa rappresentare, cosa disegnare. Non appena appoggio la matita mi blocco, nella mia mente ho moltissime idee ma non riesco a rappresentarne nemmeno una. Ho osservato il progetto, la sua planimetria così tante volte che il mio cervello lo ha memorizzato con tutti i particolari e caratteristiche.

Spesso ho trovato Jamal osservarmi, ma altre volte ho osservato io lui. Non so come fa a trovare così tanta concentrazione ed idee, continua a scrivere sul computer senza prendersi un attimo di pausa.

Vorrei tornare nel mio ufficio per trovare idee li. Da sola, senza nessuno che mi fissi o che guardi ciò che sto disegnando. Forse è questo che mi blocca, stare qui, in questa stanza con Jamal, condividere la sua stessa aria ed averlo così vicino a me.

Stare vicino all'uomo che è stato per me tutto ma che allo stesso tempo mi ha distrutta.

Quante notti ho passato in bianco ad osservare il tetto della mia stanza, le lacrime che scendevano ai lati dei miei occhi senza alcun motivo. Non pensavo a nulla, osservavo il tetto bianco e basta. Nessuno sa la verità, se non Isabel che era presente, ma forse è meglio così.

Mai mi sarei immaginata di rincontrarlo qui e di lavorare per lui, mai e poi mai. Non l'avevo più visto, nemmeno per sbaglio ed ero convinta che fosse partito ma invece eccolo qui.

Dentro di me ho ancora un po' di terrore non per quello che è successo cinque anni fa, ma ho paura di soffrire di nuovo, di chiudermi in me stessa. Non sono mai stata una persona che mostra il suo dolore, talvolta cerco di nasconderlo e questo fa ancora più male. 

Guardo il foglio bianco davanti a me, ancora e ancora, appoggio la matita sopra ma la rialzo di nuovo. È una cosa che sto facendo da praticamente un'ora e sto solo perdendo tempo. Mi giro verso la porta sentendola bussare.

"Avanti." Dice duro Jamal.

Entra Carlo e non appena mi vede mi sorride. "Signor Thompson ecco i progetti controllati di nuovo." Si avvicina porgendo dei fogli a Jamal che afferra. "Va bene." Li appoggia accanto a lui senza nemmeno osservarli.

"Mi dispiace non averti aiutato, te lo avevo promesso." Dico sincera osservando Carlo.

"Tranquilla, non ci ho messo molto. Tu hai bisogno di una mano?" Osserva il foglio davanti a me e poi sposta lo sguardo al mio viso scrutandolo.

Faccio per rispondere ma Jamal mi interrompe prendendo lui la parola.

"Sirone puoi andare." Sbotta acido Jamal guardando Carlo, quest'ultimo annuisce.

"A dopo Hailey." Mi sorride ed esce. Mi giro per guardare il mio foglio di nuovo, per la centesima volta.

"Dovresti sapere che qui ognuno ha un compito da svolgere, controllare i progetti è il suo." Alzo lo sguardo guardando Jamal. "E quindi? Non posso aiutare un amico? Oppure un amico non può aiutare me?"

"Amico? Ma se lo conosci da nemmeno un giorno." Alza un sopracciglio. "Era in difficoltà e volevo aiutarlo dato che aveva da controllare tutti quei fogli. Tra colleghi ci sia aiuta." Sbotto acida.

"Se hai bisogno di aiuto puoi chiamare me." Si ferma qualche secondo. "Oppure Angela, Alan. Che loro si occupano di queste cose. Ma Sirone che sta in amministrazione come può mai aiutarti in un progetto?" Alza un sopracciglio.

"Penso di essere libera di fare ciò che voglio e di chiedere una mano a chi voglio." La mia acidità è a mille.

"Assolutamente." Dice duro. "Perfetto." Affermo io e poi abbasso lo sguardo al mio foglio e afferro affianco il progetto osservandolo di nuovo. Alla ricerca di idee, idee che sembrano avermi quasi del tutto abbandonata ormai.

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora