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HAILEY'S POV
"Mamma ti serve la macchina?" Entro in cucina mentre mi sistemo la giacca bianca sul vestitino nero. "Puoi prenderla se vuoi, a me oggi non serve." Annuisco e afferro dal mobile le chiavi.

"Sei carina vestita così, sembri una donna d'affari." Afferma guardandomi mentre sorseggia il suo caffè. Sorrido. "Penso che ormai mi vedrai vestita sempre così."

"Alcune volte stento a crederci che le mie bambine sono diventate grandi e che faranno carriera. Tu come architetto, Nora come psicologa e Isabel tra poco come avvocato. Non puoi capire come io sia orgogliosa di voi, di cosa state diventando." Abbassa lo sguardo sorridendo lievemente. Mi avvicino a lei abbracciandola forte e lasciandole un bacio sulla fronte.

"Tutto questo è grazie ai sacrifici che hai fatto per noi, lavorando giorno e notte per non farci mancare nulla e soprattutto per pagarci gli studi." Le sorrido. "Sei la mamma migliore del mondo, e non lo dico giusto per."

"Adesso vai, non voglio che arrivi tardi. A quest'ora ci sarà un po' di traffico." Si asciuga una lacrima che è scesa. "Ormai io e il traffico siamo un tutt'uno." Rido.

Mi stacco da mamma e afferro la mia borsa nera. Le lascio un ultimo bacio. "Ci vediamo questa sera."

"Mi raccomando nella pausa mangia!" Urla mentre vado verso la porta di casa, esco fuori e percorro il viale fino alla macchina. Entro dentro appoggiando la borsa sul sedile accanto al mio.

Metto in moto e parto, passo davanti alla fermata dove vado ogni mattina e vedo che ci sono molte persone che aspettano il pullman. Fortuna che oggi ho preso la macchina, sicuramente se non l'avessi presa sarei arrivata in ritardo di nuovo.

Dopo una ventina di minuti, arrivo finalmente davanti all'enorme palazzo. Vado verso il parcheggio e scendo parcheggiando subito, spengo la macchina e afferrando la mia borsa esco dalla macchina.

"Oggi presto?" Mi giro e vedo Angela sorridermi. "Stranamente si." Sorrido.

"Anche io come lei all'inizio arrivavo sempre in ritardo, bisogna scendere di casa all'orario giusto."

"Angela puoi darmi del tu?" Alzo un sopracciglio.

"Sono abituata al signor Thompson." Sorride imbarazzata.

"Possiamo andarci a prendere un caffè, se vuoi."

Guardo l'orario sul mio telefono ed annuisco. "Abbiamo quindici minuti, andiamo su." La trascino per il braccio e lei ride. Andiamo verso l'ascensore ed entrando premiamo il piano.

Non appena usciamo andiamo verso il ristorante di ieri. "Qui si può fare anche colazione?" Mi giro verso Angela.

"È un bar, ristorante, praticamente fa tutto." Mi guarda. "Ti consiglio il cornetto al pistacchio, è davvero spettacolare."

"Allora penso che lo prenderò." Ci avviciniamo ad un tavolino e ci sediamo. "Buongiorno, cosa vi porto?" Si avvicina a noi un ragazzo.

"Per me un cappuccino con un cornetto al pistacchio." Affermo. "Per me un caffè e un cornetto vuoto." Dice Angela imbarazzata e il ragazzo annuisce e va via.

"Sbaglio o eri imbarazzata?" La guardo. "Ti piace quel ragazzo?" Le chiedo mentre butto un'occhiata al ragazzo di prima.

"Ma chi? Stefano? No, no." Scuote la testa. "Si chiama Stefano?" Annuisce.

"Si vede che sei interessata, Angela."

"Come lo hai capito?" Sussurra arresa sporgendosi verso di me. "Sei arrossita, hai abbassato lo sguardo per non guardarlo e sembrava che stavi trattenendo il respiro."

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora