HAILEY'S POV
Sono passati un paio di giorni da quel giorno che abbiamo passato insieme a casa sua. Le cose vanno a gonfie vele, viene ogni mattina quasi sotto casa mia e andiamo a scuola insieme. Sto entrando tutti i giorni in orario, una cosa strana per me.Io e Jamal continuiamo a baciarci, mi sussurra cose dolci e quando lo fa sembra non crederci nemmeno lui a cosa dice. Dopo aver parlato con lui della questione di Serena mi sento molto più tranquilla. Mi ha esplicitamente detto che non prova nessun interesse nei suoi confronti e questa cosa non può che farmi piacere.
Chiudo la porta alle mie spalle sorridendo come un ebete e inizio a camminare, da lontano lo vedo appoggiato alla sua macchina. Quando mi avvicino di più vedo che sta telefono e ha uno sguardo duro in volto.
"Non mi interessa cosa vogliono. Qui le decisioni le prendo io. Quindi dici a quel coglione che se vuole qualcosa deve chiedere a me." Urla poi si gira verso di me di scatto come se si sentiva osservato. "Adesso non posso parlare Ethan, a dopo."
"Buongiorno piccola." Mi sorride ed io ricambio con un piccolo sorriso. Perché urlava così tanto? Mi avvicino a lui e mi afferra per i fianchi fino a scontrarmi con lui. "Come mai urlavi così tanto?"
"Nulla, tranquilla." Svia. "Dai sali, ti porto a fare colazione." Cambia discorso, si sposta accanto a me e mi apre la portiera della macchina, in silenzio salgo e vedo lui fare il giro e ben presto stiamo per strada. Mi giro ad osservarlo, ha uno sguardo serio e la mascella contratta e sembra molto nervoso.
"Sei sicuro che va tutto bene?" Rompo il silenzio che fino ad adesso si era creato in questa macchina. "Si, Hailey." Dice semplicemente. Aggrotto la fronte, non mi sembra proprio.
"Cos'è che ti turba? Se vuoi sfogarti puoi farlo." Gli sorrido e gli sfioro il braccio. "Hailey sto bene, cazzo. Non c'è niente che non vada. Stai tranquilla ti ho detto. Va tutto a meraviglie." Sbotta acido.
Ci rinuncio. Inizio a guardare fuori dal finestrino, ci sono bambini con lo zaino in spalla che camminano mano nella mano con le proprie mamme. Sembrano così felici e spensierati, anche io ero così da bambina. Mi piaceva andare a scuola, quando tornavo a casa andavo da mamma e papà e raccontavo la mia giornata, quello che avevo imparato e il tutto lo dicevo elettrizzata. Adesso di meno, vado bene perché non voglio avere nessuna insufficienza e per far felice anche mamma. Ha troppi pensieri per la testa, il lavoro la stressa molto e tende a fare anche di più di quello che dovrebbe fare. Prima la domenica restava tutto il giorno a casa mentre adesso la vediamo poco per i suoi assurdi orari.
"Mi dispiace." Sussurra Jamal abbassando lo sguardo, siamo fermi al semaforo. "Volevo solo essere gentile." Sussurro anche io guardandolo, lui alza gli occhi e mi guarda.
"Lo so, piccola." Mi prende la mano e me la bacia leggermente. Mi sporgo verso di lui leggermente poiché la cintura mi frena e gli scrocco un bacio veloce, mi fissa.
"Questo lo chiami bacio?" Alza un sopracciglio.
"È verde, parti." Rido e sento dietro di noi le macchine suonare il clacson. Jamal parte e gira verso la via della nostra scuola. Si ferma poco distante e scendiamo, andiamo verso il bar di Enzo. Ogni tanto mi guardo intorno ma non c'è ancora nessuno. Mi siedo vicino al tavolino e appoggio la mia borsa al manico.
"Buongiorno." Ci saluta Enzo sorridendoci. "Hailey come mai così presto?" Alza un sopracciglio guardandomi stupito. "La vita cambia." Sorrido. "Dovevo aspettare l'ultimo anno di scuola per vederti così presto qui fuori." Continua sorridermi.
"Per me un caffè." Sbotta Jamal accanto a me seccato. "Per te Hailey?" Mi osserva Enzo. "Per me un cappuccino caldo." Lui annuisce e va via. Mi giro verso l'uomo che è accanto a me, ha di nuovo la mascella contratta e lo sguardo nervoso.
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Il mio riflesso
ChickLit"Perché tu sei così, sei unica in ogni cosa che fai." Sussurra sulle mie labbra, appoggio una mano sulla sua guancia. "Mi stai rendendo una persona migliore." Sospira. "Come?" Chiedo guardandolo. "Sei il mio riflesso, il riflesso che vorrei vedere...