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ANGELA'S POV
Stropiccio i miei occhi e subito dopo appoggio la mia fronte sui palmi delle mie mani. Da stamattina la testa mi scoppia e sono da ore ad organizzare le riunioni che ci saranno nei prossimi giorni.

Sospiro appoggiandomi con la schiena allo schienale della sedia e chiudo gli occhi per qualche secondo. In questo momento vorrei stare nel mio letto e dormire per un giorno intero.

"Ci sono novità." Apro gli occhi girandomi e trovando davanti a me Hailey che mi sorride. Mi acciglio. "Ho parlato con mio padre."

Sgrano gli occhi avvicinandomi a lei. "Com'è andata?"

"Bene, abbiamo parlato di cos'è successo in questi anni, del perché ci ha abbandonato e ho ascoltato il tuo consiglio."

"Quale?"

"Quello di dargli un'altra possibilità." Mi sorride. "Sono felice, davvero." Le accarezzo le mani.

"Una seconda possibilità non si nega a nessuno. Spero solo che lui questa cosa la tenga presente e che non commetta lo stesso errore." Sospira.

"Se non era sicuro non tornava, no?"

Annuisce. "È la stessa cosa che mi ha detto anche lui."

"Ecco, vedi?" Continuo ad accarezzare le sue mani. "Quando avete parlato?"

"Ieri mattina non sono venuta qui e sono andata a casa dove ho trovato mia madre e dopo poco è arrivato papà."

"Ecco perché ieri non c'eri." Affermo. "Ho passato quasi tutta la giornata con loro, è stato strano sedermi a tavola con le mie sorelle e trovare anche mio padre a capotavola. Abbiamo riso e scherzato proprio come un tempo." Sorride.

Sono felice per lei, io non ricordo nemmeno com'è sedersi a tavola con i propri genitori. Sentirsi a casa ed amati.

Con il tempo ho iniziato ad abituarmi e molto spesso non ci faccio nemmeno caso, la sera quando torno mangio qualcosa e vado a dormire. Non ho nemmeno il tempo di pensare alla mia vita in generale, a come si sta svolgendo, se sono felice, se sono triste. Non ho tempo di pensare a niente.

"Ti devo ringraziare." Stringe le mie mani. "Se non mi avessi fatto aprire tu gli occhi non avrei mai chiarito con lui."

"Lo avresti fatto, ma non ora. Con il tempo avresti capito tutto da sola." Affermo.

Si abbassa e mi abbraccia forte ed io ricambio. Mi lascia un bacio sulla guancia ma si stacca subito osservandomi. "Angela ma scotti."

Appoggia una mano sulla mia guancia e dopo sulla fronte guardandomi. "Sento caldo." Mento.

"Non credo, hai gli occhi lucidi. Di solito chi ha la febbre ha gli occhi così e le guance rosse proprio come le hai tu in questo momento."

"Hailey sto bene."

"Non mentire. Adesso torni a casa." Afferma ed io scuoto la testa. "Ho del lavoro da sbrigare, non posso tornare a casa."

"Certo che puoi, parlo con Jamal." Si alza ed io la fermo afferrandole il braccio. "Hailey davvero." La prego con gli occhi.

"Angela non stai bene, non puoi stare in ufficio. Ti sentirai peggio." Mi ammonisce. "Jamal.."

"Jamal cosa?" Dall'ufficio esce il signor Thompson e guarda Hailey avvicinandosi e le lascia un bacio sulla guancia.

"Angela ha la febbre." Afferma lei girandosi verso di me. "Io.."

"Angela puoi andare a casa, stai due giorni riguardata. Non voglio che ti senti male o che ti salga ancora di più la febbre."

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora