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JAMAL'S POV
Chiude violentemente la porta ed io mi alzo andando verso di essa, vorrei aprire la porta e rincorrerla per dire che questo è solo un fottuto scherzo e che la amo.

Mi fermo e mi appoggio alla porta chiudendo gli occhi. Devo solo pensare che lo sto facendo per lei, per non metterla in pericolo, per metterla al sicuro.

Al sicuro dal mio passato che continua a torturarmi giorno dopo giorno.

È vero che per amore si lotta, si cerca di superare tutto ma non sempre però è così.

Tal volta è difficile affrontare una situazione del genere. Soprattutto se il tuo passato ti tormenta.

Mi giro violentemente ed afferrando il tavolino con le bottiglie di whisky sopra lo scaravento per terra.

Vado verso la mia scrivania e butto per terra le sedie e i fogli sulla scrivania.

Metto entrambe le mani tra i miei capelli. Lei che urla, lei che ha la voce spezzata, lei che cerca di trattenersi dal piangere, lei che si allontana da me.

Lei che mi dice di dimenticarla, che non mi avrebbe più perdonato.

Passano questi immagini nella mia mente facendomi rivivere il momento di prima.

Sembra un disco che non smette di girare, ripetendo sempre le stesse immagini. Le immagini che mi hanno lacerato pian piano.

Mi allento la cravatta e vado verso la porta aprendola di scatto.

"Angela chiamami.." mi fermo di scatto trovando Hailey abbracciata a Dario, Brando, Carlo o come si chiama lui.

Si gira lentamente verso di me ed è in quel momento che il mio cuore perde un battito sentendomi mancare l'aria.

Più di quanto mi mancasse prima.

Il suo viso completamente distrutto.
Distrugge in un attimo anche a me, più di quanto io non lo fossi già.

Si gira entrando in ascensore me non prima che quel ragazzo le abbia sussurrato qualcosa all'orecchio e lei annuisce entrando.

Alza lo sguardo verso di me, ci guardiamo negli occhi fin quando le porte non si chiudono.

Perché mi hai fatto questo?

Sembrano comunicarmi i suoi occhi prima di sparire nascosti da quelle due porte metalliche.

Sospiro abbassando lo sguardo.

Sembra un fottuto incubo senza fine.

"Mi dica signor Thompson."

Alzo lo sguardo verso Angela, sembra essere sconvolta. Avrà visto Hailey in quello stato.

"Chiamami Alan." Lei annuisce ed io entro di nuovo nel mio ufficio sbattendo la porta.

Cammino avanti e indietro tirandomi forte le punte dei miei capelli. Vorrei strapparmeli tutti in questo momento.

Il dolore che ho in questo momento è nettamente superiore ad una coltellata nello stomaco.

Io sono convinto di noi. Così le ho detto.

Non ho avuto il coraggio di guardarla negli occhi mentre lo dicevo. Per paura di vedere attraverso i suoi occhi il suo cuore spezzarsi in due.

Ma le sue parole, la sua reazione mi hanno fatto capire che anche senza guardarla potevo sentire il suo dolore.

Ma al contrario di quello che le ho detto, io sono sempre stato convinto di noi e del nostro amore.

Sin da quando i nostri occhi si sono incrociati, sin dal nostro primo bacio nella mia cucina dopo aver mangiato del gelato alla vaniglia e cioccolato.

Ma in quel momento non sapevo che dire. È da ieri che penso a questo.

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora