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HAILEY'S POV
"Permesso." Corro tra le persone nella Hall. "Mi scusi." Mi giro guardando il signore che ho appena urtato mentre correvo verso l'ascensore.

È un signore giapponese credo e dal suo sguardo posso notare il suo fastidio nell'averlo urtato, ma poco mi interessa.

Continuo a correre e premo più volte il tasto dell'ascensore per prenotarla, come se premere più volte potesse cambiare qualcosa.

Non appena entro dentro premo il piano e mi giro verso lo specchio per aggiustarmi il completo bianco e i capelli.

"Perfetto." Mi giro e non appena si aprono le porte esco.

"Buongiorno." Saluto Angela che come al suo solito sta dietro alla scrivania.

"Come mai oggi in ritardo?" Ridacchia guardandomi.

"Servizi pubblici, una vera e propria condanna." Sbuffo. "Qualcuno si è accorto che non c'ero?" Scuote la testa e faccio un sospiro di sollievo.

"Devi consegnare queste carte al signor Thompson." Mi porge dei fogli ed io li prendo.

"Adesso vado allora, a dopo." Le sorrido e vado verso l'ufficio di Jamal.

Busso e dopo qualche secondo entro, ha il viso abbassato su dei fogli che sta leggendo attentamente. "Buongiorno." Sussurro, alza subito lo sguardo e mi guarda.

"Buongiorno a te."

"Questi sono per te." Gli consegno i fogli e lui li appoggia sopra a quelli che stava già leggendo. Mi siedo di fronte a lui.

"Questa mattina hai fatto tardi." Si appoggia allo schienale della sedia.

"Ho avuto dei piccoli problemi." Abbasso lo sguardo.

Semplicemente ieri sera io e le altre siamo andate a dormire tardi per vedere una serie tv e questa mattina non ho sentito la sveglia, fortunatamente ieri sera avevo già preparato i vestiti ma sfortunatamente quando sono uscita di casa e mentre camminavo verso la fermata il pullman mi è passato accanto e non si è nemmeno fermato.

La fortuna fa sempre parte di me.

"Problemi?" Si acciglia.

"Isabel ha la febbre." Dico la prima cosa che mi passa per la testa.

"Capisco, adesso come sta?"

"Bene, cioè no, male. Malissimo." Mi correggo.

Ridacchia guardando la mia faccia e si passa una mano sul viso. Non avrà capito nulla, o almeno spero.

"Volevo comunicarti che tra poco abbiamo una riunione."

"Devo participare anche io?" Mi acciglio. Annuisce. "Il disegno che hai fatto, devi presentarlo tu." Appoggia i gomiti sulla scrivania e mi fissa.

"Non sono in grado di fare una presentazione, non ho neanche mai partecipato ad una riunione. Questo lo sai vero?"

"C'è sempre una prima volta. Nel caso in cui ti troverai in difficoltà verremo in tuo aiuto io o Alan." Annuisco e abbasso lo sguardo.

"Andrà bene, tranquilla." Sentiamo bussare la porta alle nostre spalle e dopo appare la figura di Alan che ci guarda.

"Sono arrivati, sono qui fuori." Jamal annuisce e si alza, mi alzo anche io sentendo improvvisamente dolori ai piedi, correre con i decoltè non è stata una buona idea, per niente.

Jamal mi passa davanti e nel mentre si abbottona la giacca blu.

"Signor Hurami, benvenuto." Esco anche io dall'ufficio e guardo davanti a me Jamal salutare un signore giapponese con altri uomini vicini. 

Il mio riflessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora