Sono ormai ore che sono sotto la doccia, questa mattina ho raccolto tutte le poche forze che avevo per andare a lezione, ma con scarsi risultati perchè sono ancora qui seduta, rannicchiata con le braccia intorno alle gambe, in questo piccolo rettangolo di doccia, con l'acqua che mi cade addosso, la osservo mentre scivolo lungo le mie braccia, come batte sulle mie ginocchia. Un urlo straziante esce dalle mie labbra e inizio a passarmi le mani sulla parte superiore del petto, vicino al collo, sento le mie unghie tirarmi la pelle ma non mi importa, voglio solo liberarmi di questo peso che sento dentro, questo dolore nel mio petto che non cessa.
Sento bussare alla porta del bagno ma non rispondo, mi lascio cadere con la testa contro il muro mentre il mio pianto si fa più rumoroso, più vivo.
"Alison sono io, Grace, ti prego esci, almeno dimmi che sei ancora viva, ho fatto la prima ora di lezioni e sei ancora dove ti ho lasciata questa mattina" urla al di là della porta per farsi sentire.
Sospiro e chiudo gli occhi, prendo un bel respiro e chiudo l'acqua aggrappandomi alla maniglia per tirarmi su. Mi faccio finalmente strada fuori sbattendo diverse volte le palpebre per via di tutto il vapore e l'umidità che ha creato la mia doccia calda. Afferro un asciugamano e me lo avvolgo intorno al corpo. Passo una mano sullo specchio appannato e rivedo il mio riflesso, anche se pasticciato dalle goccioline che ricoprono il vetro. Mi blocco vedendo i miei occhi gonfi e le immagini di ieri ripercorrono i miei occhi. Ho provato a parlare con Louis ma non ha voluto ascoltare minimamente, mi ha spinta fuori dalla sua camera con le lacrime. In quel momento ho realizzato di averlo perso sul serio. Il resto della giornata l'ho passato chiuso in camera mia. Distesa nel mio letto a piangere sul mio cuscino, non volevo saperne niente di fare qualsiasi qualcosa, volevo solo restare sola a stringere il mio cuscino, avete presente quando lasciate finalmente andare tutto il dolore che avete dentro e rimanete lì, come paralizzate ad aspettare che anche l'ultimo spicchio sparisca, ma la verità è che non finisce, si ricarica in modo che tu possa buttarne fuori altro più tardi. Mattheo ha provato ad entrare in camera diverse volte, ma Grace gliel'ha impedito con tutta ste stessa, ho sentito le loro urla in corriodoio, come tutti penso.
"Ho bisogno di vederla"
"Devo parlare con lei"
"Devo sapere che sta bene"
Tutte parole al vento.
"No che non sta bene coglione, ed è tutta colpa tua, perciò sparisci come è sparita la mia stima nei tuoi confronti" gli ha sbattuto in faccia Grace Anderson con tutta la sua raffinatezza.
Ho sospirato, mi sono girata dall'altra parte, ed ho chiuso gli occhi, provando a dormire per non pensare, i pensieri mi stavano torturando, correvano imperterriti nella mia mente, intenti a ridurmi al minimo delle mie forze.
"Alison..." sento di nuovo la mia amica appoggiandosi alla porta.
Sbatto diverse volte ancora le palpebre per riprendermi, non posso permettermi di cadere così, farmi distruggere da quelle persone, quelle come Riddle, l'ho odiato fin dal primo momento, e ora più che mai. E mi fa male odiarlo, si mi fa male perchè col tempo si è trasformato in altro e ora più che mai non voglio ammetterlo, perchè nell'esatto momento in cui lo stavo accettando lui ha rovinato tutto.
Esco dal bagno e la mia amica mi guarda con un misto di preoccupazione e sorpresa.
"Vuoi che ti porti qualcosa dalla cucina?" mi domanda e scuoto la testa dirigendomi verso l'armadio.
"Vai a lezione Grace, la stai perdendo per colpa mia e non voglio, io ti raggiungerò per la terza" dico iniziando a vestirmi.
Ma lei scuote la testa e si siede sul suo letto "Ormai l'ho persa, andiamo insieme alla terza" esclama e sospiro abbottonandomi la camicetta.
Afferro la cravatta e cerco di fare il nodo inutilmente, perciò Grace si alza e mi aiuta sorridendomi.
La ringrazio con mezzo sorriso e poi aggiungo il gilet.
"Andiamo amica mia" mi prende sottobraccio e insieme usciamo dirigendoci verso la prossima ora di lezione.
...
Passa anche l'ultima ora e io non ho seguito niente, era in comune con i tassorrosso, mi sono voltata a vedere Louis ma non mi ha degnata di mezzo sguardo, come biasimarlo, neanche io me lo sarei ricambiata.
I miei occhi sono rimasti immobili, incollati al mio banco a tutte le due ore di Piton, a fissare l'inchiostro cadere sul foglio dalla piuma che tenevo in mano.
Appena la campanella è suonata ho strizzato gli occhi per l'ennesima volta in questi due giorni per riprendermi dai miei pensieri. Ormai bruciano come non so cosa e la testa m fa tremendamente male.
"Alison" sento quasi in un sussulto mentre vago per i corriodoi e neanche mi ricordavo di essere uscita dall'aula.
Alzo il mio sguardo e vedo la figura di Mattheo, leggermente sfocata all'inizio ma dopo pochi secondi posso vedere chiaramente i suoi ricci scompigliati, le sue labbra carnose e i suoi occhi distrutti, ma mai come i miei. Gli regalo il mio sguardo freddo senza dire una parola, anche perchè non ne ho, non per lui soprattutto.
"Ho bisogno di parlarti, ti prego" osservo come le sue parole escono spezzate dalle sue labbra ma non dico niente in risposta.
Mi limito a distogliere lo sguardo per non essere tentata da lui, e lo sorpasso con una spallata.
Stranamente non mi viene dietro e penso sia meglio così in fondo, perchè sto combattendo contro me stessa, la parte di me che lo odia contro la parte di me che lo desidera, ma in questo momento il male che mi ha fatto sta stracciando il bene come se fossimo in una partita di Quidditch.
Grace mi appoggia una mano sulla schiena massaggiandola leggermente mentre ci dirigiamo in Sala Grande per il pranzo.
"Potresti mangiare qualcosa?" mi domanda Grace e annuisco. Si dovrei...
"Che fine ha fatto Hanna?" domando e sembro aver toccato un tasto dolente.
"La cara Martin ci ha lasciate sole, sta pure pensando di cambiare stanza e andare da Cecilia" dice fustrata mentre assassina l'insalata che ha nel piatto con la forchetta.
Il mio stomaco brontola e mi volto verso il mio piatto di pasta che mi fissa chiamandomi a sè. Afferro la forchetta e deglutisco per poi cercare di afferrarne un paio e portarmele alla bocca masticando molto lentamente.
"E perchè?" rispondo un po' in ritardo.
"Ha detto che ha bisogno di prendersi una pausa" una risata isterica lascia le sue labbra.
Sospiro sollevando le sopacciglia. Evito di continuare l'argomento ora, proprio non mi va, ma se Grace si vuole sfogare la starò ad ascoltare.
"Ti rendi conto Alison? Io e lei siamo sempre state legate per tutto questo tempo, si siamo l'opposto, ma come può ora dirmi che è stufa?" dice e mi volto a guardarla sentendo un magone dentro di me.
"Mi dispiace Grace" dico sinceramente e lei annuisce asciugandosi una lacrima per poi sorridermi.
"Non importa, ho te" dice e annuisco sorridendole, un vero sorrido da giorni.
"E' lei che ci perde davvero" dico accarezzandole la guancia "Ma ora Hey, riprendiamoci entrambe, e via quell'insalata andiamo di grassi" dico sicura di me facendola ridere e afferrando una torta al cioccolato intera sul tavolo, afferro un coltello e la divido a metà.
"Diamoci dentro!" dico e ridiamo entrambe per poi sfogarci sulla torta.
Sentire la mia amica stare male mi ha come risvegliata, lei c'è sempre stata per me, e le voglio davvero bene, non posso lasciarla sola in un momento del genere, ci dobbiamo sorreggere a vicenda in un momento del genere.
N.a.
Ciao a tutti! Come state? Spero la storia vi stia piacendo :) <3
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War of Heart
FanfictionVORREI SPECIFICARE CHE MATTHEO RIDDLE NON ESISTE IN HARRY POTTER MA È STATO CREATO DA YASMINE AMARO NEL MONDO DELLE FANFICTION. (Storia Completa) ❗STORIA PROTETTA DA COPYRIGHT❗ Alison e Louis, una Serpeverde e un Tassorosso, dovrebbero essere l'uno...