Siamo quattro quasi-adulti in piena adolescenza, due con la barba e due che potrebbero potenzialmente essere incinte. Eppure, nonostante ciò, siamo riuniti intorno al tavolo a giocare a Monopoly.
«Sgancia, cavernicolo» tendo la mano sul tabellone in attesa delle banconote finte di mio fratello che, fortunatamente per me, è riuscito a beccare tutte le mie proprietà in un giro solo.
«Hai un gran culo, piccola bastarda» biascica a denti stretti, porgendomi i pochi soldi che gli restano.
Thomas ridacchia dall'altro lato del tavolo, risucchiandosi le labbra nel tentativo di zittirsi da solo. Gli sferro un calcio da sotto la tavola, dopo aver constatato che riesce a cogliere doppi-sensi in qualsiasi cosa.
«Ho una notizia lampo, prima di lanciare i dadi» annuncia Beth, incrociando le braccia.
Dopo aver attirato l'attenzione di tutti, inizia a parlare. «Mio padre mi ha spedito una cartolina di auguri da parte sua e della fidanzata... dentro c'era un piccolo regalo» abbassa leggermente la voce verso la fine, per poi estrarre una busta dalla tasca dei jeans. «Forse pensava che ci sarei andata con mia madre, quindi mi ha comprato dei buoni per passare due giorni in una spa».
La guardo ad occhi aperti. Suo padre è letteralmente ricco sfondato, ma non le fa spesso regali o cose del genere. Poteva almeno passare a farle un saluto per Natale, dopo un anno senza vederla...
Avere soltanto figure femminili come esempio è ciò che accomuna tutti noi: mia madre è vedova da tanto, ormai; quella di Beth è single e, per quanto riguarda Thomas, non si sa bene che fine abbia fatto suo padre, ma a quanto pare c'è stato fin troppo poco, quando il rosso ne aveva bisogno.
In fondo un po' ci capiamo...
«Andate voi due» dico. «Ve lo meritate» sorrido a mio fratello e la mia amica, che mi guardano entrambi. «Io e Thomas troveremo qualcosa da fare, nel frattempo... possiamo imparare l'aerobica o fare lezioni di cucina su Youtube» propongo con una risata.
Ottengo in risposta gli occhi spalancati di Thomas. «Certo, allora perché non adottare un criceto e fargli la manicure?» sbuffa.
«Ottima idea, dobbiamo assolutamente farlo» sorrido.
Beth e mio fratello cercano di intromettersi nella nostra breve discussione, schiarendosi la voce all'unisono. «Allora noi andiamo a fare le valigie, partiamo domani mattina» li guardo talmente male da rischiare di bruciarli. Un minimo di preavviso.
«Tranquilli, troveremo qualcosa da fare» Thomas mi cita indirettamente.
Grandioso.
***
Mi risciacquo la bocca, prima di chiudere il rubinetto. Ho pensato tutta la serata a qualcosa di divertente da fare, ma la mia mente non va oltre una maratona di film.
Quando torno nella mia stanza, indossando il mio misero pigiama con le stelline, trovo Thomas seduto sul mio letto. Se ne sta chino su un foglio di carta, scrivendo qualcosa di troppo piccolo da poter essere letto a questa distanza.
«Che fai?» mi lascio cadere al suo fianco, allungando il collo sul foglio. Sembra essere una lista.
«Ho pensato che, dato che per Natale non ci siamo fatti nemmeno un regalo, in queste lunghissime quarantotto ore che ci aspettano, organizzeremo la nostra giornata ideale» dice tendendomi il foglio.
«Ci divideremo i giorni: domani tu e il giorno dopo io. Dovrai scrivere in quella colonna tutte le cose che faremo domani e io non potrò rifiutarmi» spiega. «Ricorda, però, che poi tocca a me» solleva le sopracciglia.
«Ci sto» sorrido, strappo il foglio in due per dividere le colonne, e mi stendo al suo fianco.
Lo osservo mentre guarda il soffitto. Diamine. Se non gli sono mai morta dietro, non era perché non mi piacesse, ma piuttosto perché credevo di non meritarmi così tanto senza dare niente.
«Dovresti iniziare a scrivere, allora. Più tempo impieghi ad organizzarti e meno ne avrai per-» lo interrompo, saltandogli letteralmente addosso. Mi sistemo a cavalcioni sulle sue gambe e lo guardo negli occhi.
«Puoi scrivere dopo, ripensandoci» mi sfila la maglietta.
«Uhm... vedi di non riempirmi il collo di macchie viola un'altra volta, grazie» lo allontano leggermente, sentendo un vuoto sulla pelle.
«Ah, ma così non è divertente!» si lamenta.
«Puoi sempre fare senza del tutto, se vuoi» mi stacco definitivamente.
In un millisecondo mi afferra per i polsi e i suoi occhi si illuminano. «Giuro solennemente di non peggiorare la situazione sul tuo collo» emette un lungo sospiro, talmente forte da farmi muovere i capelli sul viso. «Ora, per favore, lascia che-»
«Oh, fai pure» mi sfilo la canotta e rimango in reggiseno.
Una risata malefica in stile Disney gli esce dalla bocca ma, incapace di fare altro, scoppio a ridere e mi riattacco alle sue labbra.
🥞
Elle
STAI LEGGENDO
Il migliore amico di mio fratello
Romance[ - 𝐞𝐥l𝐞𝐧𝐧𝐞- ] "Avevamo solo una cosa in comune: passavamo i weekend nella stessa stanza in fondo al corridoio a gridare. Lui le parole delle canzoni, io gli insulti per far abbassare il volume" Mi sono sempre sentita la persona migliore per i...