27. Come se non fossimo noi

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«Non è morta, vero? » sento dopo ore.

Cerco di aprire gli occhi ma la testa mi gira incredibilmente. Non ricordo nulla -come sia finita qui, cosa sia successo prima o perché mi giri così tanto la testa. Mi sforzo di compiere un piccolo movimento, mettendomi a sedere. 

«Visto? Te l'avevo detto che stava bene » risponde Thomas. «A te l'onore » il rumore dei passi giunge alle mie orecchie rendendo chiaro che se ne sta andando. 

Schiudo gli occhi a fatica ed emetto un piccolo grugnito a causa della forte emicrania. «Ehi, Beth» sorrido.

«Sei un disastro, amica mia » si limita a rispondere scuotendo la testa. 

Non capisco niente. Ricordo solo che qualcuno mi ha detto le stesse parole, ieri sera. 

«Non ricordi niente? » 

«Ehm... solo che mi è già stato detto qualcosa del genere. Nient'altro » 

Trae un respiro profondo per poi iniziare: «Da come ha detto Thomas, ieri sera hai fatto un po' di casino » 

Già si mette male. Ieri c'era la festa, questo lo ricordo. Non è un buon segno.

«Hai bevuto un po' troppo. Ti sei quasi fatta uno sconosciuto. Poi sei caduta e hai sbattuto la testa e tra meno di dieci minuti vomiterai circa tre litri di tequila »

«Oh merda » con le mani tra i capelli, corro in bagno. Mi siedo accanto al gabinetto, affacciando la tazza. Già, più o meno tre litri... 




Thomas P.O.V. 

La vedo scendere disotto conciata come una barbona. L'eleganza di un elefante e una mano sullo stomaco. «Svuotato tutto? » domanda Ethan. Annuisce sgraziatamente seguendoci sul divano. 

«Tu me lo hai fatto fare? » sbotta contro di me. 

«Hai fatto tutto da sola» dichiaro in mia difesa. 

Sbuffando, incrocia le braccia. E' così buffa da sembrare un bimba di cinque anni. Non mi aspettavo che una piccola ragazzina come lei potesse combinare qualcosa del genere.

«Vieni. Aiutami a prendere il gelato. Devo mangiare qualcosa» la seguo roteando gli occhi verso la cucina. Allunga un braccio per aprire il freezer. Afferra la vaschetta e la lancia letteralmente sulla mia faccia. «Grazie mille » sussurro. 

«Stai zitto, non vedi in che stato mi trovo? » borbotta tenendo una mano poggiata in fronte e l'altra sullo stomaco.

«Intendi pietoso? » domanda Ethan facendo capolino dal salotto. 

«Volete aiutarmi o siete venuti a fare gli scimmioni rompiscatole? » lancia anche i cucchiai, questa volta colpendo suo fratello. «E' inutile che mi guardate così: mi stavo solo divertendo. Dovreste farlo anche voi ogni tanto. Iniziate ad essere noiosi » borbotta.

«Vuoi seriamente parlare di chi si sappia divertire meglio? Guardati. Mamma non ti avrebbe nemmeno fatto uscire dalla tua stanza» la rimbecca Ethan. 

«Non credo di aver smaltito tutto l'alcool... non dire niente a mamma, ti prego...  » fa gli occhioni dolci passandogli anche le tazze. 

«Certo che lo dirò a mamma. Sarà felice di sapere che il mio migliore amico ha fatto ubriacare mia sorella come lo schifo e che io non la stavo guardando perché ero occupato a bere shottini strusciandomi contro la tua migliore amica. Ce la vedo proprio bene la mia moto sequestrata per i prossimi due anni » il suo ragionamento non fa una piega. Non so come sia riuscita a convincermi a farla bere. Dovevo essere messo piuttosto male. 

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora