33. Aprilo a mezzanotte

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Adesso che ci penso quella scommessa era destino: lui doveva vincere così sarei andata a quello stupido s-party, dove mi sarei ubriacata; poi mia madre avrebbe scoperto tutto e ci avrebbe messi in punizione, facendoci andare al ballo insieme. 

Per una volta posso dire: Grazie, mamma. 

Grazie perché il mio smisurato orgoglio, se non fosse stato messo alle strette, non avrebbe mai fatto uscire quel "Baciami" dalla bocca della sottoscritta. 

E sì, per la cronaca, mi è piaciuto.

Avete presente quando nei film mettono il suono di tamburi come sottofondo per mettere ansia? Ecco, il mio cuore sta producendo quel suono, ora. 
Per quanto vorrei non fosse così, sono certa che Thomas lo senta. 

Mi ha trascinata in corridoio, facendomi inciampare più volte tra i palloncini sparsi in ogni dove. Poi dal corridoio ha svoltato negli spogliatoi. E quando ho realizzato che fossimo soli, affianco ad un bagno, le mie certezze si sono moltiplicate. 
Per prima cosa, sono tremendamente accaldata per la corsa, secondo, sono anche viola in viso per quello che (non so se) sta per succedere.

Stamattina ci prendevamo a palle di neve sul naso e ora ci baciamo. 
Mia madre dice sempre che gli adolescenti sono strani, questa è la prima volta che posso dire di darle ragione. 

Mi trascina davanti al suo armadietto dello spogliatoio e si ferma guardandomi negli occhi. 
«Che sei bellissima, già te l'ho detto... » attacca arrossendo. Sposto una ciocca di capelli arruffati dal viso, per far sì che non si smentisca. «Ma che mi piaci dal tre luglio del duemilaquindici... questo non te lo avevo mai detto». 
Sposta lo sguardo sul pavimento. 

Non so che dire. Arrossisco a basta. 
Di certo è una cosa che non mi aspettavo. Insomma, io lo ho insultato e preso a schiaffi per anni e lui riesce a farsi piacere una persona del genere?

Non faccio tempo a dire nulla che apre l'armadietto e ne estrae un foglio. Sono curiosa di sapere cosa contiene, ma al momento ho altro a cui pensare. 

Mi prende la mano, poggiandovi sopra il foglio.
«Aprilo a mezzanotte » bisbiglia lasciandomi un bacio sulla guancia. Sorrido. 

Va verso la porta e mi fa cenno di seguirlo. 

Torniamo in palestra e la prima cosa che sento dopo la musica, sono il peso degli occhi di tutti puntati addosso. 
Qualcuno mi afferra per un polso e mi trascina in un angolo. 

«E che diavolo, i miei capelli! » grido. Mi ritrovo faccia a faccia con la mia migliore amica. Tiene le braccia premute sul petto come se aspettasse un'esplosione. 

«Che c'è? » domando. 
Fa una smorfia e incrocia le braccia. 
«No ti prego, non dire quello che sto pensando... »
«LO AVETE FATTO?!» grida ai quattro venti. 

«Bethany, porca p- » mi mordo la lingua, potrei sul serio ucciderla. «No che non lo abbiamo fatto! E' stato solo un bacio, non significa nulla! » mento per convincerla. 

«Lo sai che non ci credo » obbietta scettica. 
«Sì » spunta fuori Thomas guardandomi con sufficienza. «Solo un bacio, nulla di più. Le persone si baciano tutti i giorni, nemmeno una metà di queste ha significato. Lo fanno a basta» dichiara e se ne va, apparentemente deluso.

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora