21. Neanderthal, spostati

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Lunedì. L'inferno in una parola. 

Ormai Bethany è abituata a dormire qui, se non per me, con mio fratello. Un esempio? Ieri notte.

Dato che anche ciuffo rosso ha dormito qua, si è dovuto accontentare del divano. La mia amica ed Ethan nella sua stanza, io nella mia, lui in salotto. Mi sembra una cosa equa, no?

Vorrei alzarmi e andare a sbattere una sedia in faccia a mio fratello ma, rischierei di colpire Beth e uccidere il bambino che porta in grembo. Potrei chiamarlo Ethany, sarebbe carino.

Opterò per la faccia di Thomas. Una piccola vendetta per una piccola Megan.

Per essere chiari: "arraffa quarterback" se lo può mettere nel naso.

Afferro il mio bel cuscino borchiato e, in punta di piedi, corro disotto. Scorgo un gigante dai capelli rossi, che ronfa beato sul divano. Sto arrivando, dormiglione...

Alzo le braccia portando il cuscino sulla testa e, ad appena due centimetri da lui, sparisce. Puf! Magia! Oppure... lei...

«Mamma! Perché l'hai fatto?» sbuffo sonoramente abbassando le spalle. 

«E me lo chiedi pure?» 

Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo in cucina. Perfetto: il cioccolato è finito e anche il gelato.

Che giornata di merda!

«Dovresti smetterla con questa storia del "devo odiarlo, se lo merita". Non è vero. Perché non pensi ad essere un po' più leggera con lui?» riprende a parlare con calma, la signora madre.

«52 chili. Più leggera di così?» scherzo piuttosto convinta di quello che ho detto.

«Allora lasciagli sollevare quei 52 chili, Megan cara» poggia una mano sulla mia spalla e prende a guardare nella direzione del gigante addormentato.

«Che cazzo dici, mamma?!» so a che cosa si riferisce e no. Non lo farò. Lui mi userebbe e poi mi farebbe cadere da un burrone insieme alle due metà del mio cuore spezzato. No no no. 

«Megan Rosalie Johnson» la sua voce si fa più severa. «Sarò anche vecchia, ma la testa ce l'ho. Occhi compresi» il suo sguardo penetra i miei occhi e sento la sua voce nella testa. Mi sento come posseduta da un demone quando fa così. 

«Chi è Rosalie?» spunta fuori l'uomo di Neanderthal facendo capolino nella stanza. 

Evidentemente il suo cervello di prima mattina fatica a realizzare che si è portato dietro il piumone bianco e peloso dal divano. Sembra la scena di un film: il tipico risveglio dopo un addio al celibato da paura. Eppure è solo lui: un cretino dagli occhi mezzi chiusi e la bava sulla guancia sinistra. Il pigiama è palesemente a rovescio. E' da notare l'eleganza di questo esemplare di persona. 

«Nessuno» rispondo secca tornando a ricambiare lo sguardo infuocato di mia madre.

«E' il suo secondo nome» la guastafeste risponde come se il mio cenno di stare zitta non fosse stato abbastanza ovvio.

«Allora buongiorno, Rosalie» quel sorriso furbo entra nel mio campo visivo facendomi venire voglia di piantargli una padella in faccia.

Ma, dopotutto, se lui può usare il mio secondo nome, io posso usufruire del suo...

«Buongiorno anche a lei, Brandon Walsh» attivo il mio sorriso da stronza e mi allontano dalla cucina dandogli una spallata, una volta affiancato. 

«Almeno mi hai dato il buongiorno, tappo» sibila al mio orecchio nell'esatto secondo in cui la mia faccia è vicina alla sua. 

«Cavernicolo» rispondo.

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora