8. Il mio ragazzo

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Sono troppo stanca, non credo di potermi alzare, ma quella dannata sveglia è troppo lontana dal letto quindi devo farlo per forza. Oggi la mia voglia di vivere è pari a zero, credo di sapere quale sia la causa, ma devo stare lontana da lui, per il mio bene.

Mi alzo come una morta vivente e vado a lavarmi la faccia, quando la vedo allo specchio quasi mi prendo un colpo, è orribile: ho delle occhiaie grandi come buchi neri, i capelli paragonabili ad un cespuglio secco e le pupille talmente dilatate da far quasi spavento. Mi stropiccio gli occhi per vedere un po' meno appannato ma il risultato non è granché, mi lavo la faccia e finalmente mi sento un po'meno morta, anche se ancora potrei causare un infarto a chiunque mi vedesse. Sento bussare alla porta <<Megan ti devo parlare>>, <<Ethan te ne devi andare, rischi di avere un attacco cardiaco>> dico mentre sbadiglio,<<Avanti, pensi che in sedici anni non ti abbia mai vista con una faccia da schifo>> adesso se non muore di infarto è perché lo strangolo, giuro che lo faccio, <<Cosa diamine vuoi?>> chiedo piuttosto irritata.

 <<Sai bene cosa voglio>> rimango un po' stupita dalla sua risposta, io non ho idea di cosa giri in quella sua testa vuota e tanto meno voglia di saperlo, <<Se lo sapessi non te l'avrei chiesto>> rispondo più irritata di prima.

<<Cosa ti ha fatto?>>

  Ma di chi cazzo sta parlando?!

Apro la porta perché non sopporto il fatto che ci si debba urlare a un metro di distanza gli uni dagli altri, <<Ethan, o mi dici cosa vuoi o ti sbatto la porta su naso>> incrocio le braccia al petto e tengo le mani strette in un pugno pronto ad andare dritto sulla sua faccia, << Thomas>> sento un brivido lungo la schiena e sbianco sul viso, <<Cosa centra lui?>> riesco a stento a trattenere il pugno, <<Che ci parli>>. Sa bene che non ho intenzione di farlo, non adesso, non riesco a stare calma con lui, mi sento a pezzi quando penso a lui, che infondo non mi ha fatto niente ma ha fatto tutto. <<NO>> rispondo secca e gli sbatto la porta in faccia, come promesso. Devo smettere di pensare a lui, e mio fratello non è di sicuro la persona che mi aiuterà a farlo. 

Non voglio parlare con nessuno oggi tranne che con Ryan, non lo vedo da molto e ora credo sia l'unico che possa tirarmi su il morale. <<Ciao Ryan, potresti passare da me, volevo vederti....>>

<<Certo Megan, arrivo tra 20 minuti>>

<<Grazie>>

<<Figurati, non vedevo l'ora>>

<<A dopo>>

Chiudo la telefonata e torno in camera sperando di trovare in fretta qualcosa da mettermi. Ho provato a coprire le occhiaie ma con scarsi risultati, spero solo che stando con lui non si notino molto. Alla fine scelgo di mettere un maglione largo e pesante lungo fino alle ginocchia e lo fermo in vita con  una cintura.  Non capisco come mai quando il tempo serve, passa in fretta, infatti appena infilo la seconda scarpa sento il campanello suonare. scendo disotto correndo ma vedo che la porta è già aperta: mio fratello.

Vedo Ryan che lo fissa in modo minaccioso e suppongo mio fratello stia facendo lo stesso così provo ad attirare la sua attenzione su di me per farli smettere e per una volta riesco in qualcosa. Corro incontro a Ryan e lo abbraccio quasi saltandogli addosso e ottengo la sua salda stretta in risposta, non credo nemmeno se ne sia accorto ma mi ha poggiato un mano sul sedere, facendomi tornare in mente Mr-capelli-rossi. Non l'avesse mai fatto perché non appena mi stacco da lui sento la mano di Ethan strattonarmi per un braccio. Lo guardo male ma lui è troppo impegnato e saltare addosso a Ryan: <<Come osi toccarla brutto figlio di p->> mio fratello si blocca quando lo afferro per il colletto della camicia <<Ethaaan!>> urlo mentre cerco di tenerlo fermo, <<Quel coglione ti ha messo una mano sul culo!>> , <<Non chiamarlo così! e poi scusa tanto, ma so difendermi da sola! quando capirai che non ho più cinque anni e posso scegliere di fare quello che voglio!>>

Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora