29. Più o meno

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Salgo al piano di sopra cercando di emettere più rumore possibile con i piedi. Sbatto la porta della mia camera quasi fino a farla crollare e ascolto con sufficienza le grida di mia madre - «Fallo ancora e te la spacco sulla testa! » -

«Fallo, così sarò in ospedale e non dovrò subire quella tortura » borbotto. 

Come se non bastasse, devo anche andarci al ballo. Ma dico io, si rende conto di quello che mi aspetta? Sarà la serata più lunga della mia vita; l'unica soluzione sarebbe ridurmi come ieri sera. Ma scommetto tutti i miei vestiti che mia madre mi manderebbe volontaria anche per la befana, se lo facessi. 

Mi riduco a fare l'unica cosa sensata che mi resta: chiamare Chris.
Cerco il suo nome sulla rubrica e faccio partire la chiamata. Risponde al primo squillo, con un saluto più che allegro. «Allora, è meglio alle sette o alle sette e mezza? Sai, voi ragazze avete bisogno di tempo per mettervi il bursh e quelle cosette polverose » ridacchio per la sua agitazione ma qualcosa mi impedisce di stare zitta. 

«Chris... ecco io... non posso venire con te stasera...» ammetto imbarazzata.
Esita per qualche istante ma poi risponde: «E' successo qualcosa? Insomma tutto bene? » domanda.

«Sì sì, solo che mia madre vuole che vada con Thomas » alzo gli occhi al cielo, sbuffando.

«Tua madre » ripete ridendo. «Tua madre, la terrificante arpia di cui parli tutti i giorni, esige che tu passi una serata intera, forse una delle più importanti della tua vita, con la persona che ti ha fatto perdere mezza giornata di scuola, e per poco non ti ha fatta ricoverare per coma celebrale? » 

Oh be' non pensavo di dirla in questo modo ma... 
«Più o meno » rispondo. «Non sei arrabbiato vero? »
«Più o meno » risponde secco chiudendo la chiamata. 

Mi lascio cadere supina sul letto, pensando a tutto quello che starà pensando di me in questo momento. Continuo a inspirare profondamente quando qualcuno apre la porta. Quella faccia da schiaffi di Thomas è poggiata allo stipite e mi sta guardando sorridendo. 
«Che vuoi?» 
«Non posso guardarti? »
«No, Thomas, mi guarderai per le prossime otto ore, non ti bastano? »
Fa spallucce. 

Si avvicina al mio letto, buttandosi al mio fianco. Entrambi fissiamo il soffitto senza dire niente. 
Dopo qualche istante afferra la mia mano e vi poggia qualcosa. Un braccialetto. «E' il bracciale di Jessica. Dovevo darglielo prima di andare al ballo. » lo prendo e riconosco subito le perline oro ai bordi. E' lo stesso bracciale che ho visto indossare a quella gallina. 

«Grazie» sorrido. 

«E... ti ho fatto un regalo di pre-compleanno » esclama sorridendo.
«Che cavolo è un regalo pre-compleanno? » domando ridendo.  

Senza rispondere si alza e raccoglie una busta dal corridoio. «Anche questo è di Jessica, gliel'ho rubato mentre faceva la doccia. Mi aveva chiesto di farla insieme ma... avevamo già fatto ... » 

«THOMAS! » lo zittisco. 

«Okay... pensavo solo che nel caso un giorno toccasse a te, non lasciarmi da solo mentre fai la doccia » 

«O mio Dio! Non succederà mai Thomas! Che schifo! Ma come ti viene in mente una cosa del genere? Porco pervertito che non sei altro! »

Afferro la busta scocciata e mi chiudo nel bagno sbattendo la porta una seconda volta. 

Afferro l'abito che contiene e lo fisso sconcertata.
Questo tizio ha qualche rotella fuori posto. Se indossassi questo coso tutti penserebbero che debba andare a girare un video porno. Non ho parole. 

«Bello, eh? » commenta dalla mia stanza.
«Tu sei pazzo se pensi che io mi metta una cosa del genere!»
«Su, Rosalie, è ora di usare quelle curve »
«Preoccupati della tua di curva, ah giusto: non c'è niente lì sotto»
«Che simpatica ragazza che sei! » blatera aprendo la porta. «Avanti, mettilo »
Sbuffo per la ventesima volta in questa giornata e richiudo la porta. 

Mi esibisco con il sorriso di un'alcolista depressa e le braccia incrociate. «Sei perfetta. Devo avere io la ragazza più bella: sono Thomas Walsh ».
Non so se apprezzare quello che ha detto o tirargli una sberla per come lo ha fatto. 
Un essere megalomane ed egocentrico come lui, con una come me. Solo perché sono costretta. 

«E' ora che tu torni a casa. Si sta facendo tardi e devi farti una doccia » affermo distogliendo lo sguardo dal suo. 
«Vuoi farla con me? » ridacchia ammiccando e sbattendo il suo fianco contro il mio. 
«Esci da questa stanza, stupido idiota! » grido lanciandogli un asciugamani in testa. 
«Okay, okay... alle sette? » domanda tornando serio. 
«Se proprio devo... » 





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Ciao ragazzuole! 
Presto ricomincerà la scuola e io sarò più impegnata del solito. Penso di fare capitoli più corti d'ora in poi, in modo da poter aggiornare più frequentemente. 
Posso solo dirvi che manca davvero poco al ballo, state pur certe che ne succederanno di tutti i colori.  
A presto! 



Il migliore amico di mio fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora