Love me like you - little mix
«Secondo te» mi concedo un secondo per masticare bene il risotto, «esiste uno scopo alla vita umana?» domando.
L'aria all'interno del ristorante è particolarmente statica. Non è freddo, né caldo. Non c'è vento. I suoi capelli, perciò, non sono mossi dalla corrente, come al solito. «Esiste una risposta scientificamente provata alla tua domanda.»
«Ah sì?»
«Non c'è. La nostra vita non ha uno scopo» inghiottisce anche lui un boccone di riso, «possiamo vivere, però, per una mania, un'ossessione, una passione. Questo è ciò di cui non possiamo fare a meno, quindi deducibilmente anche uno scopo.»
Cavolo. Penso che i ragazzi intelligenti siano estremamente attraenti. Non attraenti nel senso di "sessualmente gradevoli", piuttosto... affascinanti. Se ne trovi uno sei probabilmente fortunat*.
Thomas è chiaramente intelligente, ma non si impegna e non desidera dimostrarlo. Concede a poche persone di notarlo. E di questo, sicuramente, devo ritenermi fortunata.
«La mia conoscenza in campo ti spiazza, cara?»
«Mi sorprende» ammetto. «Non ti facevo intelligente.»
«Non mi facevi neanche dotato.»
«Touché» fingo di essere addolorata, per poi imboccarmi con il risotto.
Il silenzio cala per qualche secondo, ma uno dei due riesce a tirare fuori un argomento. «Credi che sarò ammesso al college?» domanda. «Insomma, non ho fatto domanda ad un college particolarmente pregiato e il football mi concede molte borse di studio, però...»
«Hai un intero semestre per farti ammettere» tento. «E poi sei più intelligente di quanto credi» bevo un sorso d'acqua.
«Già, ma all'ufficio ammissioni non lo sanno» spiega.
«Thomas, hai tutte le capacità richieste. Anche se i tuoi voti non sono superlativamente ottimi, rimangono buoni. E poi hai un sacco di attività extrascolastiche...»
«Tipo?» domanda ridendo. «Sparecchio e faccio il letto cinque giorni a settimana? Ah, cambio la carta igienica dopo averla finita! Come posso dimenticarmene...» esclama, sarcastico.
«Okay, scherzavo...»
«Sai, potrei concedermi un anno sabbatico» improvvisa. «Potremmo andare in Europa o fare il giro dell'America a cavallo» rotea la forchetta nel piatto, almanaccando. «Ora che ci penso, se vuoi, il giro a cavallo puoi farlo anche dopo» sorride, alza un sopracciglio e richiude le spalle prima che tenti di mollargli uno schiaffo.
«Sai, davvero non mi spiego come tu sia finito nel mio letto» sospiro esasperata.
«Ah sì? Vuoi che ti faccia vedere?» domanda.
Arrotolo una pallina di carta dal tovagliolo e gliela lancio.
«Almeno in luoghi pubblici, zuccherino. Non mi sorprenderebbe vederti con le mani nelle mutande.»
Lascia perdere il mio commento.«Capodanno» dice. «Potremmo organizzare una festa» cambia completamente discorso. «Insomma, casa tutta per noi, dichiaratamente amoreggianti... sarebbe il mio anno fortunato» esito un attimo.
Non siamo affatto dichiarati. «Già» dico soltanto. Penso abbia notato la mia espressione, vagamente tesa. «Oppure potremmo andare al cinema» mi pento subito di quello che ho detto. Soltanto io e Beth saremmo capaci di passare capodanno al cinema.
«Che vuoi fare dopo?» domanda, lasciando perdere ciò che ho detto. «Sai, penso di poter resistere al tuo vestito» sorride. «Voglio instaurare un rapporto profondo, come fanno i lupi giganti in Twilight» ride.
«Oh, dolce sire, desidera avere un imprinting con me?» domando. E' carino, da parte sua, sforzarsi di citare un classico adolescenziale per dialogare con me. «Ti ricordi che in Twilight i sono dei lupi?» chiedo poi, sorpresa.
«Ricordo che uno era figo e che si è fatto la tipa del succhia-sangue pallidino» sputacchia mentre mangia il risotto.
«E ricordi anche come si chiamano?» tento, senza troppa speranza.
«Allora» deglutisce, ingoiando ogni residuo di cibo per rispondere. «In realtà, potrei...» si sforza, o per lo meno finge, di ricordare. «Leonard e Jason» sorride, rimane impalato sulla sedia attendendo il mio consenso.
«C'è qualche allitterazione, ma bisogna lavorarci» acconsento. «Davvero non vuoi... stasera?» azzardo, dopo qualche attimo di silenzio. Mi guarda ma, mentre apre la bocca, i suoi occhi saettano alle mie spalle.
«Corri» dice soltanto, prima di trascinarmi in piedi e spiaccicare una banconota da cinquanta sul tavolo.
Mi guardo intorno e riconosco Miranda, la gentile dama generosa, a braccetto con un ragazzo moro e bassotto. «Quello è Dean» Thomas scoppia a ridere, incapace di guardare nella loro direzione. Mi trascina verso l'entrata, coprendomi il capo con la sua giacca.
«Dean!» lo richiama, poco prima di raggiungere l'uscita del locale. «Attento, ai preliminari morde sempre!» il ragazzo lo guarda interrogativo, poi guarda Miranda, che ha un'espressione sconcertata.
Rido insieme a Thomas mentre scappiamo dal ristorante.
«Sei crudele» commento, una volta fuori dall'ascensore.
«Anche tu sai esserlo» risponde, spingendomi lungo le piccole scale esterne del grattacielo.
«Ti vanno due hotdog? Quel riso faceva schifo» chiedo, stringendomi nella giacca del suo completo.
«Doppie patatine e maionese» aggiunge lui, strisciando al mio fianco.
Camminiamo come fanno le coppie, come due bambini dopo una marachella, come un ladro e il suo complice, come due ragazzi senza meta e senza paura.
Inciampiamo nei tombini e ridiamo tanto da provocarci il mal di stomaco. Pensiamo al freddo, a Miranda e alle patatine che sanno di piedi.New York non è un posto felice. E' fredda, spenta e affollata. Sono le persone e i ricordi a renderla memorabile. Lui è un mio ricordo, ne costituisce molti. E io sono uno dei suoi.
Sorrido tanto da scoprire le gengive, da avere crampi alle guance. Tanto da dimenticarmi quanto l'abito sia scollato o quanti soldi abbiamo lasciato sul tavolo. Guardo lui sorridere allo stesso modo, con gli occhi semichiusi e i capelli rossi mossi dal vento.
Non ho bisogno di altro per lasciarmi lo schifo alle spalle.
allora,
non vi chiedo scusa, lo sapete già... mi sembra brutto dirlo, ma ho perso interesse per questa storia e non ho mai alcun motivo che spinga a scrivere.
ciò non significa che la lascerò incompleta, semplicemente gli aggiornamenti continueranno ad essere così rari.
vi chiedo di non infamarmi, perché proverò a scrivere e a concludere ciò che state leggendo.Mi dispiace, grazie per il supporto e spero ancora di non impiegare più così tanto tempo ad aggiornare <33
Vostra,
Elle.
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Il migliore amico di mio fratello
Romance[ - 𝐞𝐥l𝐞𝐧𝐧𝐞- ] "Avevamo solo una cosa in comune: passavamo i weekend nella stessa stanza in fondo al corridoio a gridare. Lui le parole delle canzoni, io gli insulti per far abbassare il volume" Mi sono sempre sentita la persona migliore per i...