26. Sorpresa

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Rimasi per qualche secondo ferma, fissa con lo sguardo davanti a me. Non capivo.

Paolo era di fronte a me, con le braccia spalancate pronto ad abbracciarmi. Avanzò di qualche passo e mi strinse forte, io rimasi rigida, non riuscivo a muovermi.

-Tu, tu sei pazzo-  gli dissi col filo di voce che mi era rimasto.

-Non ricordi? Te l'avevo detto che ti avrei fatto una sorpresa-  disse lui innocente staccandosi dall'abbraccio.

-Ma questa non è una sorpresa... Mi hai spaventata-

-Davvero?-

-Davvero si! Tu sparisci per giorni, ho pensato che ti fosse accaduto qualsiasi cosa. Sei proprio uno stronzo!-

-Scusami, io volevo solamente creare un po' di suspence-

-Ma Manuel?-

-Poverino lui non c'entra niente. Non era d'accordo con lo scherzo perché sapeva che avresti avuto paura, io però non l'ho ascoltato. I messaggi li ho scritti io, gli ho sequestrato il cellulare-  disse mostrandomi quell'oggetto che faceva roteare tra le sue mani.

 Io ero impietrita, continuavo a fissarlo confusa.

-Non mi saluti nemmeno, non sei contenta di vedermi?-

-No, cioè si. Anzi no! Non sto capendo niente, mi aspettavo di trovare Manuel e di doverlo supportare aspettando tue notizie e invece ci sei tu-  il mio discorso apparve confuso come le mie idee in circolo.

-E non è meglio?-

-Stupido! Sono arrabbiata con te, ho avuto paura-  gli dissi tenendo gli occhi bassi.

Lo vidi sorridere, si avvicinò a me e riaprì le braccia. Questa volta non ebbi esitazioni, mi lanciai verso di lui e lo strinsi forte.

-Scusami-  mi disse sottovoce.

-No!-  risposi io decisa, ancora abbracciata a lui. Ancora non riuscivo a credere che quello che stava accadendo era vero. Paolo era lì con me e tutte le mie paure si erano sgretolate lasciando il posto ad una strana sensazione. Era come in un sogno, ero in uno stato confusionale che mi inebriava.

-La sorpresa non è ancora finita. Ti va di venire con me?-  mi disse Paolo a conclusione del nostro abbraccio.

-Non so se mi posso fidare-

-Ti prometto che è una bella sorpresa-

-Allora si può fare-

Nel cominciare a camminare mi voltai verso Paolo e ripresi a fargli domande.

-Io però non ho capito, perché hai montato tutta sta storia?-

-Volevo solo farti una sorpresa-

-Ma le sorprese sono belle. Io questa me la segno-

-Ce l'hai ancora con me?-

-Ancora? Io in questo momento preciso ti odio-

-Ma io volevo solo vedere la faccia che avresti fatto nel trovarmi sotto casa tua-

-Sei soddisfatto?-

-Veramente no. Pensavo di farti piacere. Non avevo capito che avevi paura-

-Non avresti potuto visto che non ci siamo sentiti per due giorni-

-Dovrò sudare molto per fartela passare-

Gli risposi di si con un cenno della testa guardandolo con la coda dell'occhio.

-Eppure io te l'ho dato un indizio. Nell'ultimo messaggio ti ho scritto che ci saremo visti sotto casa tua ma Manuel non sa nemmeno dove abiti-

-Pensa quanto ero agitata che nemmeno me n'ero accorta-

-Avrei dovuto ascoltare Manuel. Lui mi aveva detto di farmi sentire perché eri preoccupata ma io non credevo fino a questo punto-

-In realtà io mi ero tranquillizzata ma gli ultimi messaggi mi hanno mandato nel pallone. Ho pensato che se anche tuo fratello fosse preoccupato era di sicuro successo qualcosa di serio, altrimenti almeno con lui ti saresti fatto sentire. E invece tu ti stavi divertendo!-

-Ma non è così. Io ti stavo...-

-Mi stavi organizzando una sorpresa, lo so. Aspettiamo di vederla sta sorpresa-

Questa volta fu lui a rispondere solo con un sorriso. Faceva finta di non guardarmi ma io non volevo dargliela vinta. Lo seguivo e sbirciavo i suoi movimenti facendo finta che non mi importasse di lui.

-Posso sapere almeno dove stiamo andando?-

-E' inutile che fai l'indifferente, si vede che muori dalla curiosità-

Per la prima volta da quando lo avevo incontrato quel pomeriggio scoppiai a ridere. Lui capì che aveva ragione e mi fu impossibile fingere di essere arrabbiata con lui. Provai ancora a tenerlo sulle spine ma non ci riuscii. Stavamo per arrivare sotto casa sua quando mi chiese se fossi pronta.

-Dobbiamo andare da te?-

-Più o meno. Scusa un attimo-  prese dalla tasca il cellulare e si allontanò per qualche istante. Quando si riavvicinò aveva un'aria divertita, riprese a camminare ed io con lui. Non avevamo ancora raggiunto il portone quando vidi venire verso di noi Manuel seguito da tre ragazzi. Mi avvicinai per salutarlo, lui subito si affrettò a chiarirmi che i messaggi li aveva mandati Paolo e che lui non era d'accordo.

-Tranquillo, lo so-  gli dissi  -me lo ha raccontato. Se ti avesse ascoltato mi avrebbe fatto un favore, mi sono spaventata davvero. Pensavo gli fosse successo qualcosa e invece lui organizza sorprese-

Paolo mi posò una mano sulla spalla, a quel contatto mi voltai subito verso di lui. Mi sorrise e con un cenno della testa mi disse:

-Loro sono la sorpresa-

Girai lo sguardo verso il punto indicato da Paolo e mi trovai di fronte i tre ragazzi che avevo visto con Manuel.

-Scusatemi ma non capisco-  dissi guardandoli uno per uno.

Paolo mi sorrise e disse:   -te li presento. Adriano, Andrea e Luigi-

Immagazzinai l'informazione, la studiai per un attimo e, con voce squillante ripetei quei tre nomi.

-Adriano, Andrea e Luigi!!! I tuoi compagni di squadra!-  sul mio viso si fece strada un gran sorriso.

-Si-  mi rispose Adriano  -siamo proprio noi. Forse ti aspettavi qualcosa di meglio-

-Adriano-  ripetei quasi per convincermi che fosse reale  -non mi sarei mai aspettata di trovare voi però è una bellissima sorpresa. Sono felice di conoscervi, Paolo mi ha parlato così tanto di voi che mi fa strano vedervi reali qui davanti a me-

Loro sorrisero, Paolo invece mi disse:  -ti avevo detto che la sorpresa riguardava il calcio-

Cercai il suo sguardo per trasmettergli quanto mi fosse piaciuta quella sorpresa ma non ci riuscii, Paolo aveva occhi solo per i suoi amici.

Non avrei mai pensato che la sorpresa di cui mi parlava Paolo potessero essere loro. Loro erano una parte importante della sua vita. Continuavo a guardarli e mi meravigliavo di quanto Paolo fosse legato al suo mondo. Gli ero davvero grata perché presentandomi loro mi aveva dato l'opportunità di sbirciare quel mondo. Quando Paolo si accorse del mio sguardo sognante fisso su di loro mi prese in disparte e mi disse:  -non sembri poi così arrabbiata-

-Con te lo sono comunque-

-Fino a quando?-

-Dipende-

-Ti propongo una tregua. Stasera stai con noi?-

-Verrei solo per loro-  gli dissi divertita in tono di sfida.

-Ok, l'importante è che tu ci sia-  invece di aspettare una mia risposta mi poggiò un braccio sulle spalle e mi strinse forte a sé.

Mi beai di quel contatto. Per un attimo dimenticai anche la mia recita. Quello era il posto in cui sarei rimasta per sempre.

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