22. Mai più

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Dovevo trovare un modo per tornare a casa, potevo prendere l'autobus ma non ne avevo alcuna voglia. Chiesi a Stefano se fosse in macchina e solo quando mi disse che erano in moto Eli realizzò quello che era successo.

-Paolo ti ha lasciato a piedi?-  tuonò.

-In un certo senso, io ero venuta con lui ma...-  non sapevo bene come continuare, non era molto chiaro neanche per me.

-Non è possibile-  disse Stefano  -Paolo non può essersi dimenticato di te-

Alzai solamente le spalle  -nella situazione di oggi io c'entravo poco-

-Ci sei rimasta male?-  mi chiese Eli con una carezza.

-Eli che domande sono?-  la fulminò Stefano leggermente agitato.

-Tranquillo Ste, lasciala fare-  gli dissi  -non ci sono rimasta male, è solo che non pensavo...-

-Che pensavi? Chi ti fa rimanere male?-  mi bloccò Giovanni arrivando.

-Niente-  risposi.

-Niente no-  ribadì Eli  -è arrivata con Paolo e lui è andato via con Carmela. Ce l'ha lasciata a piedi-

-Ma chi, Paolo?-  chiese stupito Giovanni.

-Si ma non è un dramma. Tanto mi riaccompagni tu a casa!-  risposi ironicamente a Giovanni per provare a bloccare tutto il discorso.

-Questo si ma...-  continuò lui.

-Raga ma il problema non me lo faccio io perché dovete farvelo voi?-

La mia risposta bloccò i discorsi di tutti. Nessuno ebbe il coraggio di ribattere. Alle mie parole si ribellava solo la mia mente. Lei vagava, lei non riuscivo a fermarla. Mi chiedeva perché non avessi fermato Paolo, perché lui fosse andato via senza nemmeno una parola. La verità è che io non riuscivo a darmi una risposta.

Giovanni mi prese sottobraccio e mi accompagnò alla macchina, insieme a noi arrivò Luca che senza dire niente aprì lo sportello posteriore e salì in macchina. Non disse una parola, rimase in silenzio fino a quando si accorse che Giovanni non lo stava riportando direttamente a casa.

-Ma dove stiamo andando?-  chiese.

-Devo fare una cosa-  rispose secco Giovanni.

Luca continuava il suo silenzio mentre Giovanni guidava. Io guardavo la strada scorrere fuori dal finestrino. Ero lontana da quella macchina, ero da qualche parte imprecisata con Paolo, dovunque egli fosse.

Giovanni fermò la macchina sotto casa sua, prima di scendere staccò le chiavi e disse:  -queste le prendo io. Torno tra un po'-

Non realizzai subito quello che Giovanni aveva intenzione di fare, io e Luca, da soli, in una macchina, non riuscivo a vedere niente di buono.

-Ma perché deve fare sempre 'ste scemenze-  brontolò Luca.

-Credeva che lasciandoci da soli avremmo ricominciato a parlare-

-Ma quanto ha intenzione di lasciarci qua?-

Preferii non rispondere, il suo tono mi infastidiva. Quella macchina gli stava stretta, non aveva alcuna voglia di parlarmi e la situazione lo rendeva ancora più nervoso.

-Io provo a chiamarlo. Lo sapete che non mi piacciono 'sti giochetti-  disse Luca dopo un po'.

Mi voltai di colpo, ferita dalle sue parole  -ma sei serio? Pensi davvero che sia stata io a dire a Giovanni di lasciarci da soli?-

-Lo stai dicendo tu-

-Tu non hai capito niente. Giovanni mi sta riaccompagnando solo perché Paolo se n'è andato con Carmela e io ero arrivata con lui al campetto-

Prenditi cura di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora