Pur non avendone troppa voglia, una volta sistemata la valigia tornai dabbasso dov'erano riuniti tutti gli altri. Paolo era seduto tra loro ma aveva lo sguardo assente, forse perso nei suoi inviolabili pensieri, nel suo mondo a cui a me non era consentito l'accesso.
-Non ti unisci a noi?- urlò Andrea dal divano.
Paolo fu come risvegliato dal suo incantesimo e si voltò di scatto verso di me che, con un rapido movimento del capo, impedii ai nostri occhi di incontrarsi. Mi avvicinai istintivamente ad Andrea che si era scostato per farmi posto e mi accomodai accanto a lui.
-E' successo qualcosa?- chiese lui quasi in un sussurro.
-No, non è successo assolutamente niente- dissi alzando volontariamente il tono della voce attirando su di me l'attenzione di tutti.
-Ok- disse incerto massaggiandosi la nuca -vuoi parlare?-
-Non ho nulla da dire- risposi forse utilizzando un tono troppo duro.
-Sei arrabbiata?- mi chiese preoccupato Manuel.
Guardandolo negli occhi mi accorsi di quanto stessi esagerando. Quegli occhi, così simili a quelli di Paolo, non meritavano la mia freddezza, né si meritavano di essere aggrediti dalle mie parole al veleno.
Stavo sbagliando tutto ancora una volta, stavo facendo diventare importante una mia sensazione di poco valore.
-No Manu- risposi quindi -non sono arrabbiata, sono solo un po' stanca, ho dormito male stanotte-
Lui sorrise e Paolo, cogliendo la palla al balzo, mi chiese di seguirlo in terrazza.
Presi un respiro profondo prima di annuire, discutere con lui davanti a tutti era l'ultimo dei miei piani.
Ci sedemmo entrambi su di un divanetto in vimini intrecciato senza nemmeno guardarci, l'imbarazzo era palpabile, la tensione tra noi era concreta, non era soltanto qualcosa di astratto.
-Ti va di parlare?- mi chiese dopo un po'.
-E di cosa?- risposi senza nemmeno provare a mitigare una nota di acidità.
-Di quello che è accaduto stamattina-
-E, di cosa in particolare?- dissi ancora sprezzante.
-Ce l'hai con me?-
-Dovrei?-
-No che non dovresti, mi pare ovvio!- disse facendosi improvvisamente troppo serio -oggi abbiamo parlato tanto ma ci sono delle cose di cui ancora non possiamo parlare-
-Perché?- lo bloccai.
-Perché adesso ci faremmo solo del male- disse con gli occhi tristi -e farlo a te è l'ultima cosa che voglio-
Mi stava confondendo, non lo capivo per niente.
-Odio questi stupidi discorsi, che significa che ci faremmo del male?- dissi quasi urlandogli contro.
-Ti fidi di me?- rispose mantenendo il mio stesso tono.
Mi bloccai quasi come se il mio corpo si fosse d'improvviso congelato.
Mi fidavo di lui?
Domanda complicata.
O forse no?
O, forse, stava proprio lì il problema?
-Guardami- disse abbassando il tono della voce -ti fidi di me?-
-Si, purtroppo si- dissi incontrando il suo sguardo.
-E' già qualcosa- disse sorridendo leggermente -ti prego, non ho voglia di litigare con te adesso-

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Prenditi cura di me
RomanceQuando i loro occhi si incontrarono lui si illuminò in un sorriso. Il più bel sorriso che lei avesse mai visto. Un viaggio tra passioni e sentimenti, tra gioie e delusioni. Il tutto visto attraverso i pensieri di una diciottenne alle prese con l'am...