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Quella sera mi rimase impressa dentro per lungo tempo.
Continuai a pensarci nei giorni seguenti, provai a soppesare le parole, a scavare dentro di me per trovare un fondo di qualcosa. Quello che portai a galla fu solo disgusto.
Ero disgustata da tutto ma soprattutto dalla mia debolezza.
Perché io sapevo a cosa stavo andando incontro. Sapevo quanto quelle persone potessero essere crudeli con me eppure mi ero lasciata colpire e ferire.
Avevo rischiato di crollare sotto il peso di un attacco di panico come la peggiore delle stupide.
Mi ero imposta di essere forte ma in realtà non potevo fare a meno di mostrarmi debole.
Mi facevo tenerezza si, ma soprattutto mi facevo rabbia.
Avrei potuto rispondere, mostrare tutta la mia faccia tosta e invece avevo finito per rendermi vulnerabile quasi fossi davvero colpevole di qualcosa.
Per mia grandissima fortuna, al mio fianco c'era sempre stato quel ragazzo che era apparso nella mia vita per renderla migliore.
Da quell'istante, se possibile, era stato ancora più presente, quasi soffocante a volte.
Lo capivo, sapevo che voleva proteggermi da qualunque cosa quindi non gliene facevo una colpa, mi beavo piuttosto delle sue attenzioni, delle sue carezze e delle piccole accortezze che aveva nei miei confronti. C'era quando sapevo di aver bisogno di lui ma soprattutto c'era quando io pensavo di potercela fare da sola. Anche quando stavo per cadere, anche se solo traballavo lui era lì a sorreggermi come la prima volta che c'eravamo incontrati. Io e lui, uno sguardo e il sorriso più bello che avessi mai incontrato.
Non riuscivo a smettere di pensare a quanto fossi stata fortunata, perché nonostante mi fossi innamorata a senso unico di Paolo lui era entrato di prepotenza nella mia vita, era diventato il mio unico punto di riferimento, il mio migliore amico.
E non mi faceva mai mancare nulla, riusciva a darmi, a modo suo, anche l'amore di cui avevo bisogno.
Sapevo che il problema sarebbe giunto quando nella sua vita sarebbe apparsa una qualsiasi donna. Il giorno in cui lui si sarebbe nuovamente innamorato avrebbe segnato la fine per me e per quel noi traballante fatto di piccole e semplici cose.
Da quella sera non avevo più visto né sentito nessuno dei miei vecchi amici. Assieme a Paolo avevo deciso di staccarmi totalmente da quel mondo falso e ipocrita di cui mi ero inconsapevolmente circondata. Eravamo rimasti soli.
Fatta eccezione per alcune sporadiche apparizioni di Manuel passavamo tra noi la maggior parte del tempo. E questo non dispiaceva a nessuno dei due.
Parallelo alle nostre giornate procedeva il cammino della nazionale di calcio ai Mondiali. Entrambi non ci perdevamo un match, era diventato una sorta di rito scaramantico il nostro, non importava dove, quello che contava era stare insieme.
Quando l'Italia conquistò la semifinale con un rotondo tre a zero contro l'Ucraina, noi eravamo assieme a Manuel a casa mia. Il bello però era che in sala con i miei genitori ci fossero anche quelli di Paolo. Avevano deciso di ricambiare l'invito di qualche tempo prima ma si erano trovati alle prese con una sfida fondamentale.
Dopo l'aperitivo mio padre e Francesco avevano fatto fronte comune mentre mia madre ed Anna si erano rintanate in cucina con delle espressioni sconvolte. Quella era una scena che non avrei mai cancellato dalla mia memoria, aveva uno strano sapore di famiglia e in cuor mio già la amavo.
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Prenditi cura di me
RomanceQuando i loro occhi si incontrarono lui si illuminò in un sorriso. Il più bel sorriso che lei avesse mai visto. Un viaggio tra passioni e sentimenti, tra gioie e delusioni. Il tutto visto attraverso i pensieri di una diciottenne alle prese con l'am...