54. Non sai quanto ti voglio bene

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Quella che stava per cominciare sarebbe stata la mia ultima settimana di scuola. Ultima davvero perché dopo la maturità non avrei più rimesso piede in quelle aule, tra quei corridoi che mi avevano vista crescere e quei banchi che avevano conosciuto le mie ansie, le mie gioie e i miei momenti di follia. Quelle mura ingiallite, ogni finestra, ogni singola mattonella del pavimento nascondevano un ricordo che avrei custodito in me per il resto della vita.

D'altronde sono quelli gli anni migliori, quelli che rimarranno per sempre impressi nella mente. Quelli che gli adulti ricordano come felici e spensierati ma i ragazzi vivono come difficile e ricchi di complicazioni. Io li avrei certamente ricordati come confusi, erano giorni di continue evoluzioni ma c'era una costante e quella non l'avrei dimenticata facilmente qualunque cosa sarebbe successa. La mia unica costante, alla quale mi aggrappavo con tutte le mie forze, era Paolo!

Lui però in quei giorni era lontano, impegnato con l'ultima settimana di campionato. Mi aveva spiegato che quell'anno era stato un caso che il campionato finisse così tardi. Di lì a poco sarebbe cominciato il Mondiale di Germania per cui, mentre i campionati maggiori sarebbero terminati prima, a loro era toccato tirarla per le lunghe.

Non avevo a disposizione molte distrazioni quindi riuscii a dedicarmi quasi completamente alla strutturazione della mia tesina. Non ci avevo pensato realmente per mesi ma ormai il tempo stringeva e dovevo per forza darmi una mossa.

Avevo preso l'abitudine di studiare con Marco, a casa sua o da me. Cominciavamo con tutte le migliori intenzioni ma ben presto finivamo per ridere di qualsiasi cosa e i libri venivano immediatamente sostituiti dal pc.

Quasi come se ne sentissi crescere l'imminente mancanza andai a scuola fino all'ultimo giorno utile. Salutai i miei compagni, salutai gli operatori scolastici, i professori. 

Salutai tutti ma non riuscii a salutare Eli.

Non ero abituata a farlo eppure erano cambiate tante delle mie abitudini.

Eli però stranamente non mi mancava, quella che avevo davanti non era la ragazza che avevo conosciuto anni ed anni prima.

Oppure ero io a non essere più la stessa?

Probabilmente la seconda opzione, probabilmente ero cresciuta o ancora mi ero avvicinata talmente tanto al mondo di Paolo da staccarmi completamente dal mio.


La settimana volò via così com'era arrivata. Quel sabato di inizio giugno ci sarebbe stata l'ultima partita di Paolo. La domenica invece sarebbe stato il giorno della grande festa promozione e, dopo un paio di giorni per risolvere alcune questioni burocratiche, Paolo sarebbe tornato a casa dai suoi familiari, e un po' anche da me.

L'entusiasmo di Manuel era alle stelle, l'idea di poter avere suo fratello tutto per sé non lo faceva stare nella pelle. Quella sua felicità non poteva che contagiarmi, naturalmente anch'io non vedevo l'ora di ritrovare Paolo ma sapevo bene che le cose, dopo il mio "incontro" con Carmela, sarebbero state piuttosto strane.


Lunedì mattina mi alzai presto per mettermi al computer. Sapevo già cosa cercare e lo trovai immediatamente. Sul sito della squadra c'erano tutte le foto della festa tenutasi la serata precedente. I ragazzi erano bellissimi, liberi da ogni costrizione. I loro sorrisi smaglianti e la complicità che i loro gesti trasmettevano mi rendevano felice.

E la mia mente immediatamente volò ad un messaggio inviatomi la sera prima.

Un messaggio da Andrea.

"Stasera c'è qualcuno che non si sta divertendo affatto"


Capii subito a chi si stesse riferendo quindi presi coraggio e scrissi un messaggio.

Prenditi cura di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora