42. Ti va di restare?

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Il mio ritorno a casa fu molto piacevole. Riabbracciare papà appena scesa dal treno era stato un toccasana, vedere mamma poi mi aveva fatto sentire davvero a casa.

Finalmente, seduta sul divano di casa, tra le carezze di mamma e le attenzioni di papà mi sentii amata profondamente. Quello era, senza dubbio, il mio posto preferito!

In quel momento ripensai al viaggio di ritorno, un silenzio assordante mi pervase la mente, un senso profondo di solitudine si rimpossessò di me. Scacciai i ricordi della giornata appena trascorsa e mi concentrai sulla mia famiglia, su quel calore che non avrei cambiato con niente al mondo.

Dopo una cena veloce decisi di andare a letto, la stanchezza cominciava a farsi sentire e l'indomani ci sarebbe stata la scuola a rendere tutto più complicato.

Mi addormentai subito quella sera, non prima di aver ricevuto due splendidi messaggi della buona notte, uno da Paolo e l'altro dal mio nuovo amico Andrea.


Tornai a scuola accompagnata da papà invece che da Stefano ed Eli. Appena misi piede nel cortile della scuola notai una figura a me familiare, era evidente mi stesse aspettando, avrei dovuto dirgli un bel po' di cose. Richiamai la sua attenzione e quando mi notò incontrai i suoi occhi felici che mi colsero di sorpresa.

-Marco!- urlai andandogli incontro.

-Ti stavo aspettando- mi disse -allora cosa mi racconti?-

Il suo modo di ammiccare nel porre quella domanda mi fece sorridere, sapevo bene dove voleva arrivare!

-Vedo che sei felice- continuò -c'è qualcosa di nuovo di cui vuoi parlarmi?-

-Di nuovo no, sai già tutto!-

-Mmh- mugugnò incerto -oggi pranziamo assieme? Così mi racconti tutto per filo e per segno-

Accettai il suo invito molto volentieri e lo seguii verso l'aula quando la prima campanella della giornata segnò l'inizio delle lezioni.

In classe raggiunsi il mio solito banco, il posto accanto a me rimase vuoto tutta la mattina, probabilmente Eli aveva deciso di rimanersene a casa dopo quella breve vacanza.

Alla fine delle lezioni scattai fuori dall'aula, avvisai i miei della mia assenza per il pranzo e seguii Marco dovunque volesse portarmi. Entrammo in una rosticceria e prendemmo posto in un tavolino abbastanza centrale.

Marco mi lasciò appena il tempo per mangiare poi cominciò con le sue domande incalzanti.

-Allora... Cominciamo dall'inizio. Ti sei innamorata?- mi chiese.

-Vai dritto al sodo vedo!- dissi ridendo.

-Hai cominciato tu con quello stupido messaggio, ora voglio i dettagli!-

Arrossii al ricordo di quel messaggio, lo avevo inviato a Marco quando avevo sentito crescere dentro di me qualcosa a cui avrei potuto dare un nome soltanto: amore!

-Non c'è molto da dire... Sono stati dei giorni molto particolari. Abbiamo litigato, l'ho quasi odiato però poi è bastato un niente per farmi capire che quello che provo io è più forte di tutto il resto. Voglio dire... Noi abbiamo un legame particolare, senza schemi e senza regole. Ci siamo solo io e lui e...-

-Si, ma cosa è successo di preciso?- disse Marco bloccando il mio flusso di parole.

-Niente di quanto tu possa immaginare. Ho solo aperto gli occhi-

-E come? Se posso-

-Ho capito che la sua indifferenza mi fa male, che lui mi manca da morire quando non c'è come mi mancano i suoi modi, le sue piccole attenzioni. E poi quando sto con lui tutto quello che c'è intorno perde importanza, mi basta che lui mi sorrida per essere felice-

Prenditi cura di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora