Rimasi da sola con Andrea e per qualche istante rimanemmo in silenzio. Provai a mettere un po' d'ordine tra le mie idee poi, sempre più a mio agio, mi lasciai andare a racconti della mia vita. Andrea mi ascoltava con interesse, senza fare troppe domande, come il suo solito. Decidemmo di guardare un po' di televisione, mi invitò a raggiungerlo sul divano facendomi spazio.
Rimanemmo abbastanza distanti, non eravamo ancora abbastanza in confidenza per scambiarci abbracci o altri segni di affetto ma tra noi si era comunque creato un certo calore. Era come se ci conoscessimo da tempo, non era come con Paolo. Era meglio in un certo senso.
Con Andrea potevo essere me stessa, non sentivo ribollire ogni fibra del mio essere e non mi sentivo in colpa. Ero libera ma soprattutto era bello il modo in cui si avvicinava a me. Era delicato, silenzioso, discreto. Mi scrutava e cercava di leggermi dentro senza essere invadente. Mi sorrideva, mi capiva e questo bastava a rendermi felice.
Ogni volta che i nostri occhi si sfioravano mi rendevo conto di quanto gli volessi già bene.
Lui era sicuramente il compagno di Paolo con il quale avevo maggiormente legato, era quello che più mi si era avvicinato e aveva aperto a me il suo mondo. Adoravo sentirlo parlare, adoravo il modo in cui i suoi occhi parlavano ai miei, adoravo l'idea che un giorno sarebbe potuto diventare mio amico.
Stavamo parlando della scuola, della mia imminente maturità. Andrea cercava di farmi ridere, provava a rendere tutto meno complicato. Mi stava raccontando del suo di esame quando qualcuno bussò.
Si scusò e andò alla porta. Quando la aprì vidi gli occhi di Paolo fissarsi su di me.
-Allora è vero che non vuoi uscire?- domandò più a se stesso senza muoversi di un passo.
Io non risposi tenendo ancora lo sguardo basso.
-Perché- si mosse di un passo - è successo qualcosa?-
-Cosa dev'essere successo?- intervenne Andrea - vogliamo solo rimanercene tranquilli qui-
Paolo lo fulminò con uno sguardo accigliato. Andrea gli sorrise mostrandogli che non stava cercando di andargli contro.
-Possiamo parlare un attimo?- mi chiese con più calma.
Avevo capito cosa intendeva. Voleva parlare solo con me.
Lasciai il divano e mi avvicinai alla porta. Anche Andrea aveva capito tutto, mi sorrise complice e si allontanò.
-Puoi dirmi qualcosa?- mi chiese ancora.
-Cosa vuoi che ti dica- dissi senza guardarlo realmente.
-Spiegami cosa sta succedendo. Cosa ci sta succedendo-
-Non sta succedendo proprio niente. Voglio solo rimanere qui stasera, vorrei starmene tranquilla con i ragazzi. Non credo di chiedere tanto-
-No, non è tanto, è solo che... Bhe a me sembra tutto strano. Tu sei qui, nel mio mondo, ma non siamo mai stati così distanti. Non so, non ti fedo felice, è come se tu ce l'avessi con me-
Cercò i miei occhi che non gli lasciai trovare. Alzai lo sguardo dal mio bracciale per fissarlo sulle sue mani che si stavano torturando. Presi fiato e finalmente gli parlai piccata.
-A me sembra piuttosto che sia tu a sentirti in colpa per qualcosa-
Lui si bloccò, rimase come immobile per poi dire -forse è davvero così-
Il suo sguardo si fece buio.
-Se è così io non posso farci niente- risposi.
-E' che io questi giorni me li aspettavo diversi- disse lui assente ripetendo ancora una volta quella stupida frase.
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Prenditi cura di me
RomanceQuando i loro occhi si incontrarono lui si illuminò in un sorriso. Il più bel sorriso che lei avesse mai visto. Un viaggio tra passioni e sentimenti, tra gioie e delusioni. Il tutto visto attraverso i pensieri di una diciottenne alle prese con l'am...