La casa era proprio come la ricordavo, a caratterizzarla però c'era un fiume di profumi che ne invadeva gli ambienti. Non c'era più quel penetrante odore di vuoto, si respirava vita.
Quell'appartamento ormai era marchiato dalla vita dei suoi abitanti.
C'erano dei soprammobili, alcuni di dubbio gusto, c'era a centrotavola un cesto con della frutta e c'erano le foto. Sulla parete che ospitava parte del divano era affissa una specie di bacheca ricolma di foto, quelle foto che rappresentavano parte della loro vita assieme.
Era strano per me stare lì dentro, quella casa era incompleta senza Paolo.
Per me, dopo quell'irruzione notturna di alcune settimane prima, quella casa rappresentava Paolo e il nostro nuovo inizio. Senza di lui la sentivo quasi vuota.
In realtà forse, semplicemente, non vedevo l'ora che Paolo rientrasse da quella porta.
Passò un'ora circa prima che i ragazzi tornassero.
Per primo entrò Paolo che subito si guardò intorno per capire dove fossimo io e Manuel. Quando realizzò che eravamo entrambi seduti sul divano ci fissò con un sorriso ebete.
Immobile sull'uscio, con quegli occhi luccicanti di emozioni, non riuscì a muoversi di un millimetro, nemmeno per far passare Andrea e Adriano che dovettero aggirarlo per entrare.
-Paolo- lo richiamò Manuel -ma ti sei incantato?-
Andrea rise gettandosi con un tonfo sul divano -no Manu, tuo fratello è talmente fuso che non era convinto al 100% che voi ci foste realmente-
Paolo scosse la testa -questo doveva rimanere tra noi-
-Lo so- rispose Andrea -ma è più forte di me. Il tuo ragionamento è assurdo-
Lui sbuffò richiudendosi la porta alle spalle -è solo che non me lo sarei mai aspettato, ci siamo sentiti fino a poco prima della partita e non vi siete fatti sfuggire niente-
-Altrimenti che razza di sorpresa sarebbe stata!- dissi.
-Tu- mi indicò con l'indice -lascia proprio stare-
-Preferivi non venissimo?- chiesi ironica.
-No!- si affrettò a dire.
Si passò una mano sulla nuca imbarazzato in un gesto così tenero, poi alzò lo sguardo verso di noi -è stata una delle cose più belle della mia intera vita calcistica-
Tutti sorridemmo, poi Paolo seguito anche da Adriano e Alessia venne a sedersi sul divano.
-Voi davvero non potete capire, mi sembra di vivere a un metro da terra, mi sento un completo stupido- disse ancora.
-Non ti senti, lo sei- lo corresse Adriano.
Di tutta risposta Paolo afferrò un cuscino e glielo scaraventò contro. Adriano però, da ottimo portiere qual era, riuscì a bloccarlo con entrambe le mani prima che potesse colpirlo. Ferito nell'orgoglio poi volle ricambiare il gesto, il cuscino però finì sulla testa di Manuel che, in preda all'euforia del momento, scatenò una vera e propria lotta coi cuscini.
Era una situazione paradossale ma infinitamente divertente. Quell'enorme spazio così elegante si era trasformato in un campo di battaglia; per poco un cuscino lanciato da Andrea non si scagliò contro uno dei soprammobili disposti sulla libreria.
Eravamo come bambini alle prese con un nuovo giocattolo. Le nostre risate riecheggiavano in quella vasta sala e nessuno riusciva a fermarsi.
Almeno fin quando Paolo afferrato un tovagliolo cominciò a sventolarlo chiedendo una tregua.
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Prenditi cura di me
RomanceQuando i loro occhi si incontrarono lui si illuminò in un sorriso. Il più bel sorriso che lei avesse mai visto. Un viaggio tra passioni e sentimenti, tra gioie e delusioni. Il tutto visto attraverso i pensieri di una diciottenne alle prese con l'am...