13. Il mio posto segreto

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Afferrai istintivamente una felpa e mi affrettai per raggiungerlo. Quando aprii il portoncino un brivido freddo raggiunse il mio corpo, forse la felpa non sarebbe bastata a ripararmi dal vento. Appena mi vide Paolo scese dalla macchina e si mosse per venirmi incontro. Subito notai qualcosa di strano, mi avvicinai stupita. C'era qualcosa di nuovo sul suo viso, qualcosa che non c'era fino a qualche ora prima. Non riuscivo a trovare una ragione plausibile a quello che i miei occhi guardavano insistentemente. Mi avvicinai a lui ancora di più poi gli posai una mano sul viso.

-Cos'hai fatto a quest'occhio?-  gli chiesi indicando una macchia scura intorno all'occhio destro.

-Ciao-  mi rispose con calma.

-Paolo-  continuai con convinzione  -come ti sei fatto quest'occhio nero?-

-Non è niente-  disse sospirando  -niente di importante. Tu piuttosto, come stai?-

Lasciai cadere il contatto tra la mia mano e il suo viso, le sue esitazioni mi stavano facendo paura. Nella mia testa si stava facendo strada un'idea strana che non mi piaceva affatto.

-Dimmi la verità, dove sei andato dopo che ci siamo salutati? E' stato Luca?-

La sua espressione mutò all'istante, mi disse di salire in macchina dove saremo stati più tranquilli. Mi aprì lo sportello, salii in macchina e subito dopo lo ritrovai seduto al mio fianco. Rimanemmo per un po' in silenzio poi titubante cominciò a parlare

-Prometti che non ti incavoli?-

-Con te? No di certo. Promesso-

-Ok, allora... Prima sono andato via per cercare Luca-

-Ma perché?-  gli chiesi confusa.

-Perché volevo parlargli, volevo capire cosa gli passasse per la mente. Avevo bisogno di parlare con lui, di trovarmi da solo con lui. Volevo guardarlo negli occhi-

-E' stato Luca? Non ci posso credere-  Ero sconvolta, non riuscivo a capire quello che stava accadendo intorno a me.

Paolo tentò di rassicurarmi senza convinzione  -no, ma non è stato Luca...-

-Non dirmi bugie per favore. Lo so che cerchi di proteggermi ma, ti prego, non mentirmi su Luca-

Mi sorrise dolcemente poi scosse la testa  -forse ho sbagliato, non dovevo venire qui proprio stasera conciato così. Però è stato più forte di me, volevo vedere come stavi. Magari volevo farti sorridere invece...-

-Non hai sbagliato niente-  lo interruppi  -sono davvero contenta che tu sia qui. Adesso però ho bisogno di conoscere la verità su quest'occhio-

-D'accordo. Diciamo che ho seguito Luca fino ai giardini, quando l'ho raggiunto era solo e stava piangendo. Quando gli ho chiesto spiegazioni siamo finiti a litigare. Era molto nervoso, agitato e forse non sono stato bravo a capirlo. Ho continuato ad insistere con le mie accuse e...-

-E ti ha colpito-  dissi finendo la frase al posto suo.

-No, non proprio. Abbiamo continuato ad urlarci contro. Non riuscivamo a capirci. Mi ha detto di non intromettermi nella sua vita e quando gli ho fatto notare che mi importava di lui e di te che stavi male lui ha fatto tutto il resto-

-Ti ha fatto tanto male?-

-Non più di quanto ne ha fatto a te-

Abbassai leggermente lo sguardo  -sai, non ho nemmeno più la forza per piangere-

Lui non mi rispose, spostò lo sguardo davanti a sè mettendo in moto l'auto.

-Dove stiamo andando?-  gli chiesi.

Prenditi cura di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora