Al campo i ragazzi erano tutti riuniti in cerchio, probabilmente avevano finito di allenarsi e aspettavano solo di poter sciogliere la seduta. Ad un cenno di quello che doveva essere l'allenatore i ragazzi cominciarono a muoversi e ad andare verso gli spogliatoi, solo Paolo veniva verso di noi. Prima ci salutò da lontano poi scambiò alcune parole con Stefano, Giovanni e Simone. Poi si recò negli spogliatoi. Dai discorsi fatti capii che Paolo avrebbe preso il pomeriggio libero per stare con noi.
Alla vista di Adriano e Andrea i miei occhi si illuminarono. Anche loro salutarono cordialmente tutti per poi fermarsi a parlare con me. Mi chiesero dei miei progetti per la giornata e per l'indomani. Io avrei voluto che fossero loro ad organizzarmi gli impegni, avrei voluto che mi indicassero una via di fuga e probabilmente non riuscivo nemmeno a nasconderlo.
-C'è qualcosa che non va?- mi chiese Adriano.
-No, non so...-
-Mmh. No e non lo so sono già due cose che assieme non vanno bene- continuò -si vede che non sei tranquilla-
Alzai le spalle senza dire altro, una parola e avrei probabilmente pianto.
Loro cambiarono immediatamente discorso. Si parlava del più e del meno quando Carmela cominciò a lamentarsi della prolungata assenza di Paolo. Marta le si avvicinò gentilmente e riuscì in qualche modo a calmarla. Quando però lo vide uscire dagli spogliatoi ricominciò la sua spiacevole lamentela.
-Finalmente sei pronto. Mica siam venuti qua per aspettare te che perdi tempo?-
-Bhe- disse lui imbarazzato -chiedo perdono, non volevo sembrarvi puzzolente-
Il suo tono ironico non soddisfò Carmela che continuò: -la fai facile tu! Stai coi tuoi amici, in quella che è la tua vera casa, ti diverti e io qua, sola che ti aspetto-
A queste parole gli occhi di tutti cambiarono direzione, il disagio era palese e nessuno osava parlare o guardare quei due. Dopo un lungo respiro Paolo riprese a parlare, stavolta però nella sua voce non c'era ironia, solo freddezza.
-Non mi sembra tu sia sola-
-Sai cosa voglio dire-
-No, non lo so! Ieri mi hai chiesto perché non ti avessi detto di venire su con loro, ecco perché non te l'ho detto. Tu qui non ci vuoi mai stare e non vuoi stare con le persone a cui tengo. Io qui ci lavoro, la-vo-ro, ogni volta è la stessa storia . Adesso te lo chiedo io, perché sei venuta?-
-Non facciamo le solite scenate- disse lei cercando di distendere la situazione - mi faceva piacere venirti a trovare, non ci vediamo mai-
-Dai, non mi va di litigare- disse lui rilassando le spalle.
Un attimo dopo, come se nulla fosse accaduto, propose di andare a fare un giro. Salutai Andrea e Adriano, visibilmente contrariati e mi unii al resto del gruppo. Loro sarebbero andati a pranzo per poi recarsi nuovamente agli allenamenti del pomeriggio. Carmela si avvicinò a Paolo e gli cinse un braccio, lui non sembrò curarsene molto riprendendo semplicemente a chiacchierare indistintamente con tutti. Certo, aveva smesso di sorridere ma sembrava non pesargli più di tanto.
Il resto della mattinata passò nel modo più naturale possibile, senza più frizioni. I miei occhi cercavano in ogni modo Paolo, non l'avevo mai sentito così distante, nemmeno il giorno in cui se n'era andato lasciandomi sola al campetto. Non cercavo di avvicinarmi a lui fisicamente ma avrei voluto almeno un gesto, anche un minuscolo gesto da parte sua, un semplice sguardo mi avrebbe resa felice.
Ad ora di pranzo ci fermammo a comprare qualcosa in un supermercato. Pranzammo seduti su di alcune panchine mentre il cielo sembrava incupirsi. Alcune nuvole avevano velato il sole senza minacciare il sereno. Continuammo a camminare senza meta, senza stare davvero insieme, metà pomeriggio trascorse così, semplicemente.
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Prenditi cura di me
RomanceQuando i loro occhi si incontrarono lui si illuminò in un sorriso. Il più bel sorriso che lei avesse mai visto. Un viaggio tra passioni e sentimenti, tra gioie e delusioni. Il tutto visto attraverso i pensieri di una diciottenne alle prese con l'am...