20.

799 17 6
                                    

La gara della mattina seguente è andata abbastanza bene. Sono riuscita a recuperare qualche posizione, fino ad arrivare il P6, mentre Lando ha svolto un lavoro eccellente, raggiungendo il secondo posto. Anche Charles è andato molto bene, ed è salito nuovamente sul podio, al terzo posto. Molti dei piloti la sera hanno festeggiato per gli ottimi risultati ottenuti, mentre io e qualcun altro siamo andati quasi subito a letto, stanchi morti. La mattina seguente abbiamo sistemato le nostre camere e ci siamo imbarcati, diretti ognuno a casa propria.

Il resto della settimana è passata tranquillamente, senza alcun imprevisto.

Sono stata impegnata tra simulatore, palestra, simulatore, studio, allenamento, e ancora simulatore. Non c'è stato troppo tempo, come sempre d'altronde, per il tempo libero e per le uscite con gli altri piloti, ma per fortuna ho Charles.

Voi potreste dire: "e anche Lando dai". Beh, non potreste sbagliarvi di più. Non ci siamo parlati per quasi tutta la settimana, se non quando ci sono stati i meeting con gli ingegneri, per discutere della prestazione della macchina in pista, ma nulla di più. A pranzo, il posto dove si sedeva di solito è occupato spesso da Angelica, la mia manager, in quanto Lando è impegnato a parlare al telefono con Charlotte.

In questo periodo di pausa dalla nostra amicizia, se si può chiamare così, ho avuto modo di riflettere, sotto consiglio di George, e ho aperto gli occhi. Ho messo pace ai miei sentimenti, e mi sono chiarita le idee, rendendomi conto che le mie reazioni erano sbagliate. Sono molto contenta per loro, vedo che si trovano molto bene, e anche Charlotte ogni tanto mi scrive raccontandomi come stanno andando le cose. Ciò che mi infastidisce è il fatto che non ho più il mio compagno di squadra. Non parliamo, non ci raccontiamo più le cose, non mi fa più ridere con le sue storie assurde. C'è solo questo muro invisibile.

Questa situazione persiste tutt'oggi, venerdì. Sono così contenta che questa settimana sia finita, così posso finalmente prendermi una pausa da questa situazione e pensare solo al viaggio di domani verso Venezia.
Saluto un po' tutti, sistemo gli ultimi documenti, e mi avvio all'uscita.

Sto camminando per l'infinito corridoio della sede, che porta dritto all'uscita, quando vedo Lando correre nella direzione opposta, farfugliando qualcosa sul fatto che si è dimenticato una cosa nella sala del simulatore.

Mi accorgo troppo tardi di lui, e non faccio in tempo a spostarmi, infatti si scontra con la mia spalla, facendomi cadere i raccoglitori che avevo in mano.

Rimango un attimo colpita dall'impatto, ma mi accuccio subito per riprenderli.

<<Scusami Eva, non ho vista>>, dice con il fiatone, mentre mi aiuta a sistemare i fogli. Incredibile come non ci parliamo per giorni, e l'unica volta che lo facciamo è perché mi viene addosso.

<<Come d'altronde tutto il resto della settimana>>,sentenzio, con tono colmo di acidità. Queste parole escono dritte come un treno dalla mia bocca, senza possibilità di fermarle. Non se le aspettava, infatti vedo la sua reazione di sorpresa.

<<S-sì, lo s-so. Mi dispiace...>>, riesce solamente a dire, con voce tremolante. Io non mi volto a guardarlo, penso solo ad uscire il prima possibile da qui.

Non sentendo una mia risposta, mi prende il polso e mi fa voltare, ed è qui che incrociamo lo sguardo. Il suo è dispiaciuto, pentito, e so che le parole che mi ha rivolto sono sincere. E se potessi vedere il mio giurerei che è pieno di rancore, e di risentimento.

<<Cosa c'è Eva?>>, mi domanda, preoccupato.

<<C'è che mi manca il mio migliore amico Lando, ecco cosa c'è!>>, esclamo a voce troppo alta forse. Mi libero dalla sua presa, che mi aveva lasciato una scarica elettrica per tutto il corpo, e cammino più veloce che posso verso le porte.

Solo quando mi chiudo nella mia macchina posso riprendere a respirare, e tirare un sospiro di sollievo. Sento il mio petto alleggerirsi, dopo essermi levata il peso che mi tenevo dentro da troppo tempo.

Accendo l'auto e volo verso casa. Dando uno sguardo agli specchietti posteriori vedo Lando appoggiato sulla porta dell'ingresso, con una mano nei capelli.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora