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La mattina dopo vengo svegliata di soprassalto dalla sveglia troppo alta. Apro gli occhi di scatto e, ancor prima di guardarmi intorno, la spengo maledicendola. Solo dopo vedo un ospite nel mio letto: Lando. Non ho alcun ricordo di averlo sentito arrivare, e deduco di aver dormito davvero profondamente, infatti mi sento rigenerata come un fiore, a parte gli occhi gonfi.

Approfitto del fatto che è ancora addormentato per guardarlo: i ricci capelli castani sono scompigliati e schiacciati dal cuscino, ma nonostante questo gli contornano il viso in maniera naturale, i lineamenti del viso sono rilassati, dandogli un aspetto innocente e angelico, le mani sono appoggiate al cuscino con le dita incrociate tra loro. Sembra una di quelle scene tratte da un film, dove la protagonista dovrebbe propendersi per baciarlo, e ammetto che la tentazione è irresistibile.

<<Sai, è brutto fissare la gente>>, dice con la voce ancora impastata dal sonno, e gli occhi chiusi. Vorrei poter sparire seduta stante, volatilizzarmi come polvere. "Ma devo sempre farmi beccare?" mi maledico, mordendomi l'interno della guancia.

Non sapendo come rispondere, penso alla prima cosa che mi viene in mente.

<<A che ora sei tornato ieri sera?>>, chiedo, genuinamente curiosa, siccome quando sono andata a letto io era già piuttosto tardi.

<<Più o meno verso l'una, Carlos aveva trovato una cameriera carina e non voleva saperne di andarsene>>, mi risponde sbadigliando e stiracchiandosi a lungo.

<<Vi siete divertiti?>>, domando, cercando di farmi passare l'imbarazzo.

<<Bah, non è stato niente di che. I drink erano disgustosi quindi abbiamo ripiegato sull'acqua, e la musica non era delle migliori>>, mi racconta, con lo sguardo rivolto al soffitto.

<<A te com'è andata? Spero ti sia divertita di più>>, dice, spostando gli occhi su di me.

<<E' andata molto bene, eravamo talmente presi dalla nostra chiacchierata che siamo stati mandati via dal barista che stava per chiudere, e quindi siamo tornati in camera>>, gli racconto pensando di farlo ridere, ma non ottengo l'effetto desiderato. Anzi, il suo sguardo è afflitto, e non ne capisco il motivo.

<<Ho visto che piangevi ieri sera Eva>>, mi confessa e capisco il perchè della sua espressione.

"Piangevo perchè finalmente sono riuscita ad ammettere che provo qualcosa per te" è quello che dovrei dirgli.

<<Oh, non era nulla veramente. E' stata una conversazione intensa quella che ho fatto con George, e quando mi sono messa a letto avevo solo bisogno di liberarmi, ma sto bene, davvero>>, lo rassicuro, legando le mie dita alle sue. Il contatto tra le sue mani calde come il fuoco e le mie fredde come il ghiaccio mi lascia delle scosse per tutto il corpo, ed è una sensazione piacevole, che risveglia tutti i miei nervi.

Con l'altra mano libera, lo vedo raggiungere il mio viso e accarezzarmi con il pollice la guancia, e la parte sotto l'occhio, dove probabilmente c'è ancora il segno delle lacrime ormai asciugate. Restiamo con gli occhi incatenati uno all'altra per un istante senza fine, finché il legame non viene spezzato dal mio sguardo che si poggia sulle sue labbra appena schiuse, desideroso di sentirne il loro sapore. Solo dopo mi accordo che anche lui sta facendo lo stesso, e le sento andare in fiamme sotto il suo sguardo. La mano che prima era sulla mia guancia, si sposta e si posiziona dietro la base del mio collo, e la sento tirare per avvicinarmi a lui. Il cuore inizia a galoppare e il respiro si fa sempre più veloce, così chiudo gli occhi fremendo per l'attesa del bacio che bramo da giorni. E quando ormai sento il suo fiato che mi accarezza la punta del naso, la magia viene interrotta da dei colpi dietro la porta.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora