<<Sappi che non volevo questo per te, Eva>> bisbiglia, come se in un certo modo vedermi così facesse stare male anche lui.
Fa per alzarsi ma lo fermo. Sento che se se ne va, potrei crollare definitivamente. Forse è l'unica cosa che in questo momento, permette al mio cuore di stare ancora insieme.
Si risiede, e mi decido a guardarlo. Soffre. Soffre come non l'ho mai visto. Il volto è teso, immobile, ma gli occhi dicono tutto. E' angosciato, ed è come se stesse provando lo stesso dolore che provo io.
Spengo il telefono perchè non ne vale la pena continuare a guardare una cosa nella speranza che cambi, perché non lo farà. Cerco di illudermi da sola, mi dico che magari mi sbaglio, che sto vedendo male e che mi sto confondendo. Nella mia testa penso a qualsiasi possibile scusante, ma la verità è che non ce ne sono. E non ce ne saranno mai.
<<Ti prego, dimmi che non è vero, che è tutto uno scherzo. Dimmelo Lan, per favore>> lo supplico, colta da una speranza improvvisa.
Da come mi guarda, capisco che è tutto vero.
<<Mi dispiace Ev>>, tenta di dire, ma ciò che esce è un flebile sussurro, perchè anche lui sta per piangere. Vedo le lacrime che tremano nei suoi occhi, e il mio riflesso disperato.
Mi sdraio sulle sue gambe, e metto le mani sulle sue braccia, che intanto mi abbracciano cercando di tenermi insieme.
Il suo è un pianto silenzioso, che scontrandosi con il mio pieno di singhiozzi e tremori, è come una foresta colpita da un fulmine durante la notte.
Dopo minuti che sembravano senza fine, riesco a ricompormi, grazie anche ai suoi tocchi leggeri. Le sue dita passano tra i miei capelli, poi vanno sulle spalle e infine sulle braccia scoperte. Mi lascia dei brividi che mi permettono di distrarmi, e sono così leggere che sembrano vento.
Vorrei addormentarmi, restare così all'infinito, ma il mio telefono che squilla mi riporta alla realtà. Lo tiro fuori dalla mia tasca dei pantaloni e vedo che è mia mamma. Ignoro la chiamata, in quanto non voglio farla preoccupare, né tantomeno farle venire dei dubbi.
Mi alzo lentamente e cerco di darmi una sistemata.
<<Era mia mamma, forse è meglio se rientriamo. Tra poco è ora di cena>>, lo informo, con voce ancora roca, vedendo che mi guardava con aria interrogativa.
Lui annuisce quasi impercettibilmente con la testa e ci incamminiamo. Durante il tragitto non ci diciamo nulla, non una parola. Solo i nostri respiri, e gliene sono silenziosamente grata.
Arrivata davanti alla porta di casa, devo assicurarmi che non ci sia la minima ombra di ciò che è successo prima.
<<Come sto? Dimmi che non sembra che abbia pianto come una disperata per mezz'ora>> gli chiedo, dandomi un'ultima pettinata con le dita ai capelli.
<<Sei perfetta, come sempre>> mi risponde, sorridendomi. Le mie guance avvampano prima che io possa fare qualcosa, e non riesco a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Dannazione, quanto sono belli.
I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce.
<<Entriamo?>>, mi domanda, non facendo una piega.
<<Ehm,... si certo>> dico imbarazzata, scuotendo la testa. Mi volto verso la porta, e subito vedo i miei nonni che mi accolgono con un sorriso raggiante.
<<Tesoro! Vieni qui dalla nonna>> esclama la signora sulla settantina con i capelli sempre perfettamente in ordine, che sta accanto a mio nonno. Mi tuffo tra le sue braccia e poco dopo anche quelle di mio nonno si aggiungono.
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Amore o velocità? || Lando Norris
أدب الهواةPiloti di Formula 1, compagni di scuderia, competitivi, folli, ma soprattutto grandi amici. La storia di Eva, la prima pilota di Formula 1, fidanzata di Charles Leclerc, che a soli 21 anni, gareggia nella prestigiosa scuderia McLaren, a fianco del...