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- Rientra ai box se riesci Eva -dice Jacques al mio auricolare.

Cerco di sfruttare tutta la potenza e la velocità che sono rimaste, ma non faccio molta strada, e quando resto ferma sono a metà circuito.

- Antistall, sono ferma. Cazzo! - esclamo e sfogando la mia rabbia sul volante davanti a me.

- Va bene, scendi dall'auto, e aspetta che ti vengano a prendere. Scusaci -.
Posso sentire dal suo tono dispiaciuto che ciò che è appena successo non se l'aspettavano, e lascia trasparire anche il pentimento per le scelte fatte all'ultimo, perchè la mia gara di domani è compromessa.

Parcheggio, se così si può dire, la monoposto il più fuori dalla pista possibile, accanto all'erba, così da non essere d'intralcio agli altri piloti, e quando vedo passare la Safety Car esco dall'abitacolo, staccando il volante e sedendomi sul muretto in attesa dei marshall che vengano a portare via l'auto. Guardo gli altri compagni sfilarmi davanti, in direzione box, in quanto le qualifiche sono sospese, e quando passa Lando lo vedo farmi un gesto confuso con la mano, come a dire "che è successo?", e mi limito a scuotere la testa.

Qualche minuto dopo, quando tutte le auto sono ormai rientrate ai box, salgo sulla moto guidata da uno dei volontari e raggiungo il garage McLaren con la testa bassa. Ancora seccata mi levo il casco e il sottocasco, lanciandoli in malo modo sulla mensola più vicina. Mi faccio largo per andare verso il mio camerino quando Jacques mi mette una mano sul braccio per fermarmi.

<<Eva, ci dispiace...>>, inizia a dire scusandosi, con occhi che implorano perdono.

<<No Jacques! A me dispiace di essermi fidata quando mi hai mostrato questi aggiornamenti. E' stata una cosa troppo rischiosa e lo sapevate tutti!>>. Ormai sto praticamente urlando, e nonostante io sia ben consapevole di star dando spettacolo, è troppo tardi. So anche di sbagliare a dare la colpa a tutti i presenti, perchè nessuno di loro poteva sapere cosa sarebbe successo, ma sono ancora parecchio seccata.

<<Non possiamo permetterci di fare questi sbagli a metà campionato, specialmente dopo non aver guadagnato nemmeno un punto la settimana scorsa. Dovevano essere pattuite queste modifiche, pensate, valutate, e tutto questo insieme!>>, esclamo a voce sempre più alta, con le guance infuocate dalla rabbia. Quando vedo che nessuno proferisce, né alza lo sguardo dai propri piedi, e se ne stanno tutti immobili come statue di pietra, mi volto per andarmene, nella speranza che quelle parole possano farli ragionare.

<<Eva!>>, mi chiama Lando. Per quanto il mio istinto mi dica di girarmi e sentire cosa ha da dirmi, mi impongo di andare avanti per la mia strada, perché potrei riversare la collera che provo su di lui è l'ultimo ad avere delle colpe. Sbatto la porta alle mie spalle, e vado in direzione del bagno per lavarmi il volto con l'acqua gelida, nell'attesa che si calmino i nervi. Vedendo che non ho ottenuto l'effetto desiderato, inizio a camminare ininterrottamente per la stanza, avanti e indietro, cercando di regolare il mio respiro e facendo svanire la rabbia. E come se avessi mandato una richiesta di soccorso, Lando entra improvvisamente dalla porta, trafelato come se avesse corso una maratona, con il casco in una mano e i capelli appiccicati al viso per il sudore.

Mi viene incontro e senza dire una singola parola mi circonda il collo con il braccio libero, stringendomi a se. D'impulso le mie mani corrono alla sua schiena, e le mie braccia gli circondano la vita e la rabbia viene soffiata via. Resto solo con il cuore pesante di delusione e dispiacere. Faccio qualche respiro profondo, e nonostante l'odore non proprio piacevole di sudore, sento comunque il suo solito profumo e mi lascio pervadere.

Troppo presto lo vedo staccarsi da me e guardarmi fissa negli occhi.

<<Fai si che aver perso i primi minuti delle Q2 per questo abbraccio ne sia valso la pena, perchè ora devo scappare in macchina e correre più che posso>>, dice senza lasciarmi il tempo di ringraziarlo, correndo di nuovo verso il garage. Sorrido sommessamente e lo ringrazio comunque anche se so che non può sentirmi. Ormai tranquilla, faccio un altro respiro profondo, e mi dico che è il momento di tornare di là e scusarmi per la scenata di prima.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora