62.

279 9 2
                                    

Come se la mia testa non ne avesse già abbastanza, la domanda di Charles l'ha resa un vero e campo di battaglia nel pieno di una guerra. Con la testa tra le nuvole, mi ritrovo a fare le cose in modo meccanico, senza pensare minimamente ai miei movimenti, e infatti, svoltando l'angolo in direzione del mio camerino, sbatto addosso a qualcosa di morbido, ma allo stesso tempo robusto. Alzo lo sguardo, risvegliata dal mio stato di trance e vedo gli occhi di Lando che mi squadrano.

Solo dopo essere tornata con i piedi per terra, sento il tocco delle sue mani sui miei fianchi, che mi circondano e immediatamente, sotto il calore emanato dalle sue dita, il cuore comincia a martellare. Dio quanto vorrei che ogni suo tocco non fosse una tortura, e soprattutto quanto vorrei che capisse l'effetto che ha su di me.

<<Ehi, tutto bene? Sei sparita appena terminate le prove, che è successo?>>, chiede con il volto preoccupato. Il fatto che sia stato in pensiero per me mi fa sorridere il cuore. Sbatto le palpebre ripetutamente prima di rispondergli.

<<Sì, ehm... ecco sono andata a parlare con Charlotte e, tornando indietro ho incrociato Charles>>, dico titubante, evitando il suo sguardo, come una bambina che ha rubato le caramelle dal barattolo. Ciò che vedo nei suoi occhi è semplicemente un bagliore di tensione, che dura un'istante, dovuto alla discussione di prima. E ancora una volta resto stupita dal suo autocontrollo, nonostante tutto.

<<Avete chiarito?>>, domanda con tono cauto, mordendosi il labbro inferiore.

<<Certo, mi sono scusata per il comportamento di prima e ho messo, anzi, abbiamo, una fine a questa storia. Una volta per tutte>>. Tiro un sospiro di sollievo pronunciando queste parole, mettendomi finalmente il cuore in pace dopo questi ultimi giorni di montagne russe. Sono finalmente libera. Vorrei raccontargli anche della parte finale della nostra discussione, in particolare della domanda che da qualche minuto a questa parte pulsa insistentemente nella mia testa, ma sicuramente me ne pentirei poco dopo, quindi decido di lasciar stare.

Vedo che più volte apre la bocca per dire qualcosa, ma ogni volta la richiude, e mi chiedo quale possa essere la domanda che tanto lo impaurisce.

<<Senti, è già da qualche giorno che volevo chiedertelo, e se non vorrai rispondermi capisco assolutamente, non voglio essere invadente...>>, inizia, guardandosi le dita con cui sta giocherellando nervosamente, senza guardarmi. Nella mia mente passo in rassegna tutte le cose successe nelle ultime giornate, alla ricerca di cose che potrei avergli non detto, ma, a parte i miei sentimenti che si fanno sempre più forti, non trovo nulla.

<<Ho sentito Charles prima chiederti scusa per ciò che ti ha detto quando ti ho accompagnata da lui, di ritorno dalla Francia, e mi chiedevo che cosa riguardasse, siccome ho potuto intendere che ti avessero ferito le sue parole>>, domanda con la voce ormai ridotta ad un sussurro. Solo quando termina la frase, i suoi occhi incrociano i miei, colmi colmi di vergogna e di attesa di una risposta.

Per quanto il mio subconscio mi dica di mentirgli, di tirare fuori una scusa per momentaneamente evitare il discorso che è ancora troppo fresco e sopratutto, che mi obbliga a mostrare quella parte di me che sto cercando di nascondere con tutta me stessa ai suoi occhi, il mio cuore opta per la verità.

<<Abbiamo discusso di molte cose quella sera...>>, comincio, cercando le parole giuste, <<ma è stata una frase detta da lui che mi ha ferita particolarmente, perchè è andata ad infierire su un argomento che mi sta a cuore, ovvero tu Lan>>. Non conoscendo la reazione che potrebbe avere, lascio la frase in sospeso. Vedo il ragazzo che sta di fronte a me, alzare gli occhi di scatto, e illuminarsi di curiosità, ma anche di una sorta di speranza nascosta.

Spronata da quello sguardo, continuo il mio discorso.

<<Mi ha praticamente detto che ciò che stavo facendo, lo stavo facendo per te: secondo lui, il fatto che io non abbia ripensato alle cose che gli ho detto è stato perchè aspettavo l'occasione giusta, lo sbaglio, per correre da te. Inoltre, la cosa che mi ha fatto sentire come se qualcuno mi avesse pugnalato al cuore è stata la frase "forse non dovrei essere l'unico a sentirsi in colpa">> gli spiego, con le lacrime che accennano a fare capolino nei miei occhi, ma che rimando indietro decisa.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora