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Non appena vedo Lando scoppio a piangere. E' un pianto liberatorio, ma doloroso. Sto realizzando man mano che passano i minuti, che ciò che credevo fosse amore, si sta sgretolando sotto le mie mani, diventando polvere, che vola via. 

Mi aggrappo alla maglia di Lando con tutta la forza che ho, e le sue braccia mi circondano come se fossero un cuscino. Morbide e calde, ma allo stesso tempo mi sento protetta, come se più nessuno potesse farmi del male. So che non è così, ma mi piace pensarlo. 

Lui non dice nulla, mi accarezza i capelli che mi cadono sulla schiena, e sento il suo mento poggiato sulla testa. Sono grata per questo silenzio perchè entrambi sappiamo che è meglio non dire nulla in queste situazioni. Devo lasciare che le lacrime guariscano queste ferite che non sembrano avere una fine, e resteranno con me per sempre. 

Nella mia testa non penso ad altro che alla conversazione di prima con Charles. Provo così tanto disgusto per le parole che mi ha detto, che sento un conato di vomito salire, ma lo soffoco con un altro singhiozzo. 

In particolar modo, sono stampate nelle mie palpebre chiuse, le ultime parole: forse non dovrei essere l'unico a sentirsi in colpa Eva. 

Ancora prima che il mio cervello elabori cosa sto facendo, ecco il mio pugno che colpisce il muretto di mattoni che avevo alle spalle. All'inizio non vedo nulla, ma poi eccolo farsi sempre più rosso, finché non vedo le nocche sbucciate, che iniziano a far uscire delle piccole gocce di sangue. 

Lando nel frattempo, fa un passo nella mia direzione e mi prende il polso della mano graffiata tra le sue, e la guarda con aria perplessa, attento a non farmi male. 

<<Andiamo>> dice, con la voce ridotta ad un sussurro, perchè probabilmente non si aspettava questo gesto. Annuisco leggermente, senza dire nulla, e mi faccio accompagnare all'auto. 

Non appena mette in moto e si avvia verso il suo appartamento, inizio a sentire la mano bruciare. Inizialmente mi pizzica, ma più passano i secondi, più quel prurito lascia spazio a fitte vere e proprie. Tento di non dar a vedere che vorrei urlare dal dolore, sperando che in qualche modo si allevi, ma è davvero troppo intenso. Cerco di stringere forte i denti, convincendomi che manca poco all'arrivo, ma le mie smorfie mi tradiscono, così mi volto verso il finestrino. 

Mi distraggo un istante ammaliata dalle luci che mi circondano, e che sembrano stelle cadenti data la velocità a cui stiamo andando, e poi, guardando meglio, vedo due occhi chiari che guardano nella mia direzione. Volto la testa e vedo Lando con un'espressione contrita e lo sguardo che va dai miei occhi, alla mia mano che tengo immobile sopra la gamba, per non macchiare troppo in giro. Ed ecco che con quello sguardo, il dolore ritorna, ma cerco di reprimerlo, alzando le estremità delle mie labbra in un sorriso che vorrebbe essere rassicurante, ma che risulta penoso. 

<<Tieni duro ancora qualche minuto Ev, per favore>> dice quando ormai entrambi abbiamo ripreso a guardare la strada davanti a noi. Non gli rispondo, ma mi limito ad appoggiare la testa al sedile, e a chiudere gli occhi, sperando che questi interminabili secondi passino in fretta. Ed è quando desidero più di ogni altra cosa non pensare a nulla, ecco che appaiono nell'oscurità dei frammenti delle ultime giornate. A partire dalla foto del bacio di Charles e Charlotte, passando per me e Lando seduti nella panchina al parco, i miei genitori, i miei nonni, l'espressione di Charles quando gli stavo dicendo addio e le lacrime che ho versato poco fa, ormai asciutte sul mio volto, e una voce che mi chiama. 

<<Eva>>

Non riesco a capire da dove viene, né chi sta parlando. E' così ovattata che non la riconosco. 

<<Eva, siamo arrivati, svegliati>>

E' Lando. Mi sveglio di colpo, sobbalzando, e quando riapro gli occhi quelle immagini sono svanite. Con il cuore che batte talmente forte, che temo lo senta anche Lando, mi volto verso di lui, ancora con il fiato corto per lo spavento. 

<<Tutto bene?>> domanda, vedendo come ho reagito. Annuisco, annaspando in cerca d'aria.

<<S-si, scusa. Mi ero addormentata e stavo facendo un incubo>> rispondo, con il nodo alla gola che si fa sempre più stretto. 

<<Dai, saliamo che ti medico la ferita>> dice indicando la mia mano, e aprendo la portiera dell'auto. 

Non ho il tempo di aggiungere nulla, in quanto è già sceso, e vedo la sua sagoma illuminata dalla luce del cancello d'ingresso. Noto solo ora che il dolore si è alleviato, ma la mano pulsa ancora. Forse sono ancora mezza addormentata. 

Lo raggiungo, saliamo di sopra e quando apre la porta penso di essere ancora in un sogno. I muri del corridoio sono senza intonaco, e si vedono i mattoni originali. Il pavimento è color cenere, ed in mezzo c'è un tappeto color panna che sembra fatto di nuvole, illuminato dalle luci ceree che scendono dal soffitto. Sono piacevolmente sorpresa, perché, per essere una casa in cui vivono sono uomini, mai mi sarei aspettata questo. 

<<Entra pure in camera mia, è la seconda porta sulla destra>> mi risveglia Lando, che nel frattempo è arrivato in fondo al corridoio. 

Gli sorrido e seguo le sue indicazioni. A tentoni cerco la luce, e dopo averne provate tre, la stanza si illumina. Il mio sguardo viene rapito dal letto sontuoso che sta al centro della stanza, contornato da delle vetrate che danno sul mare, dalle quali entra la luce della luna. Guardandomi intorno, sulla sinistra, vedo una piccola rientranza, e facendo qualche passo più avanti vedo che c'è una scrivania con alcuni schermi e un simulatore accanto. Spostando gli occhi verso destra, c'è una porta aperta che dà sul bagno, poco più in là, delle ante dell'armadio, e dietro alle mie spalle, una libreria decorata con caschi, trofei, medaglie e fotografie incorniciate. 

Mi impedisco di curiosare troppo. Nonostante tutto, questa è comunque camera di Lando, e invaderei il suo spazio più di quanto non stia già facendo, quindi vado diretta verso il letto e mi siedo sul bordo. 

<<Eccomi qui>> esclama il moro entrando dalla porta con mezza farmacia. 

Non riesco a trattenere una piccola risata, vedendolo così indaffarato, e carico di cose.

<<Non mi sono amputata un braccio Lan, è solo un taglietto>> lo rassicuro. Dovrei essere io quella preoccupata, ma ci siamo invertiti i ruoli. 

<<Beh, non si sa mai>> mi risponde, sbuffando. In pochi minuti abbiamo disinfettato la ferita, nonostante le mie proteste, e abbiamo messo qualche cerotto. 

Dopo aver messo tutto apposto, Lando ritorna in camera e inizia a spostare le coperte dal letto.

<<Il tuo letto non è ancora pronto, quindi dormirai qua stanotte, così se avrai bisogno di qualcosa saprai dove trovarmi>>, inizia a dire, prendendo qualche cuscino dal ripiano già in alto dell'armadio, <<ti avverto, non accetto un no, né qualsiasi altra lamentela>>, mi avverte, scoccandomi un'occhiata di avvertimento, che lascia spazio ad uno dei suoi sorrisi maliziosi. 

<<Vado a scaricare le borse dalla macchina, ma te puoi cambiarti tranquillamente>> aggiunge, lanciandomi una sua t-shirt da un cassetto. Ancora prima che io possa fare o dire qualcosa è sparito dall'altra parte della porta, chiudendosela alle spalle, e sono qui, impalata in mezzo alla stanza. Non voglio far sorgere una discussione quindi mi limito a fare ciò che mi ha detto, perchè sento gli occhi farsi pesanti. Mi sdraio a letto, cercando di coprirmi perchè, nonostante sia lunga la maglietta, comunque mi sento nuda, e qualche minuto dopo eccolo che riappare. 

Si dirige verso l'armadio, e osservo ogni suo movimento. Osservo come, dal riflesso dello specchio appeso ad un'anta, i muscoli del petto si muovono, mentre si infila i pantaloni, e me quelli della schiena facciano lo stesso. 

<<Attenta signorina, rischio di prendere fuoco così>> dice con un ghigno malizioso, facendo andare le mie guance in fiamme in un secondo. Dannazione, ma perchè devo sempre farmi beccare? 

Mi volto di scatto nascondendo la testa sotto le coperte, ma lui mi raggiunge e si sdraia accanto a me. Mi fa poggiare la testa sul suo petto, e spegne la luce. Inizia ad accarezzarmi i capelli, e il battito del suo cuore ormai è come una melodia. 

<<Ti prometto, che non permetterò che ti accada ancora qualcosa Ev>>

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora