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"Avviso i passeggeri a bordo che stiamo per atterrare in Azerbaijan, mettetevi le cinture e svegliatevi pure con calma". E' il pilota che parla.

Ieri sera, dopo aver caricato le ultime cose nell'auto, siamo passati nell'appartamento di Lando e abbiamo impilato gli scatoloni all'ingresso, come soluzione posticcia e momentanea. Entrambi abbiamo riempito i nostri borsoni con lo stretto necessario per il weekend, e dopo una mezz'oretta siamo ripartiti in direzione aeroporto.

Una volta arrivati abbiamo trovato Zak, i nostri manager, tra cui Angelica, i fisioterapisti, gli ingegneri di pista che ci aspettavano, pronti a partire.

<<Ciao ragazzi, ben arrivati>>, ci salutò Zak venendoci incontro. Una hostess e uno stuart hanno preso le valigie dalle nostre mani e le hanno caricate in stiva insieme a tutte le altre.

<<Pronti a partire?>>, chiese il pilota, appoggiato alla scaletta d'ingresso. Annuimmo all'unisono e salimmo sul jet che ci avrebbe portati a destinazione.

Cominciavo a sentire la stanchezza, come anche Lando, e una volta seduti nei posti davanti, uno accanto all'altro, ci venne servita la cena che divorammo senza praticamente respirare e poi ci addormentammo.

Sentendo la voce del pilota, ridotta ad un sussurro per non farci prendere un infarto, ma allo stesso tempo abbastanza forte da permetterci di svegliarci e sistemarci, riprendo lentamente conoscenza e mi guardo intorno, accorgendomi che ormai sono tutti pronti e intenti a chiacchierare animatamente. Alzo la tendina e vedo che è appena l'alba, e che il sole è quasi sorto del tutto. Solo ora mi accorgo di sentire un peso sulla spalla e vedo Lando ancora addormentato, con il volto completamente rilassato.

Lo resto a guardare per qualche minuto con il sole lo accarezza dolcemente, e i suoi capelli che mi solleticano la pelle. Appena sento che stiamo iniziando la discesa, mi dico che è ora di svegliarlo ormai. Provo a scuoterlo lentamente poggiandogli una mano sul braccio, ma niente. Vedendo che la prima tecnica non ha funzionato, ripiego sulla seconda. Gli passo le dita tra i capelli accarezzandolo delicatamente.

<<Lan svegliati, stiamo per atterrare>>, gli dico sottovoce. A quelle parole vedo che inizia lentamente a svegliarsi, a sbattere lentamente le palpebre, mentre con aria confusa e intontita poggia i suoi occhi sui miei. Sotto l'effetto del sole brillano di mille colori diversi, venature azzurre che si mescolano a tonalità più verdi, che continuano a cambiare. Spero che il suo cervello sia ancora troppo addormentato per capire l'effetto che mi sta facendo.

"I passeggeri sono pregati di mettere le cinture di sicurezza, in caso non sia già stato fatto, e di prepararsi a questi ultimi minuti di pace prima dell'inizio di un weekend infuocato", ci comunica il pilota all'altoparlante scherzando, ma allo stesso tempo facendoci realizzare che tra qualche ora saremo di nuovo in pista. Onestamente, per quanto questo sport sia la mia vita, non vedo l'ora della pausa estiva tra due settimane: ormai conto i giorni sulle dita delle mani e non potrei essere più contenta.

Quando finalmente atterriamo, raccolgo i pochi effetti personali che ho portato con me: il cellulare, le cuffie, il portatile e un libro che speravo di leggere, ma che ovviamente è rimasto a fissarmi sul tavolino. Scendiamo dal jet, salutiamo il pilota che rivolge a ciascuno di noi un largo sorriso augurandoci una buona fortuna e dopo pochi passi saliamo sulle navette che ci porteranno al paddock.

<<Dormito bene?>>. Lando è seduto accanto a me e non ha spiccicato parola da quando ci siamo accomodati. Vedo dalle righe sul suo volto, e specialmente dalle occhiaie sotto gli occhi, che è molto stanco, e inevitabilmente me ne attribuisco la colpa, per avergli fatto fare quel mini trasloco.

<<Talmente bene che stavo addirittura sognando qualcuno che mi accarezzava i capelli, finché quel dannato pilota non mi ha svegliato con la sua voce, e in più ho bisogno di un caffè>>, protesta, corrugando la fronte. Se solo sapesse che non stava sognando, e che non l'ha svegliato il pilota, bensì io...

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora