I primi giri vanno a gonfie vele: vedo auto che prima erano di fronte a me, trovarsi alle mie spalle. Guido in modo tecnico, eseguendo le stesse manovre in ogni giro, e in ogni singola curva. Dopo i primi 20 giri, ho perso il conto delle posizioni, penso solo a correre, con l'obbiettivo di fermarmi solamente al 51esimo passaggio del traguardo, che segnerà la fine di questa corsa.
Vengo richiamata ai box, e anche in questo caso non perdo tempo, i meccanici svolgono un lavoro impeccabile, forse il migliore da inizio stagione e torno nella pit-lane dopo appena 2 secondi. Non parlo molto in radio, se non per comunicare lo stato delle gomme, e sapere i tempi che sto svolgendo. Non chiedo di Lando, né tantomeno delle posizioni degli altri piloti.
Quando dopo il secondo pit-stop, più o meno a fine gara, mi rendo conto di non aver superato nessuno da parecchi giri a questa parte, chiedo informazioni a Jacques.
- Quanto sono distanti le altre auto? -, domando, credendo di essere ancora in fondo.
- Eva... sei prima, da parecchio. Hai un distacco di circa 10 secondi dall'auto che ti precede - risponde il mio ingegnere con tono sorpreso, seguito da uno sbuffo come a pensare che lo stessi prendendo in giro.
- Oh - è tutto ciò che esce dalla mia bocca, bloccata ad "O" sotto il casco. Sbatto velocemente le palpebre per uscire dallo stato di trance, e prendo atto, ancora incredula, di essere in testa alla gara dopo essere partita dal fondo.
Come colpita da una scarica di adrenalina, cancello ogni pensiero e mi concentro solo sull'asfalto che corre sotto di me. Passano i giri, e vedo il traguardo avvicinarsi sempre di più ad ogni curva, e quando scorgo i meccanici aggrappati alla rete, accanto alla griglia di partenza, intenti a sventolare i pugni in aria e ad urlare parole incomprensibili, capisco di esserci. Ce l'ho fatta. Ho vinto.
- Woo woo! - esclama Lando nel mio orecchio in un grido. Potrei giurare che conoscendolo, è più felice di me per la vittoria.
- Io ancora non ci credo - rispondo, con le lacrime che accennano ad uscire cariche di orgoglio per me stessa.
- Beh, credici stella, perchè tra poco sarai su quel podio -. Non so se è per il tono fiero che ha usato, o per il "stella", ma sento la pelle d'oca salire per l'emozione.
Dopo aver fatto un ultimissimo giro per ringraziare tutti i tifosi sugli spalti, mi dirigo verso il parc fermé per lasciare l'auto accanto a quella dei 2° e 3° classificati, che in questo caso sono Max e Lewis. Scendo dalla monoposto e corro verso il mio team che per poco non fa cadere le sbarre in acciaio. Mi lancio verso di loro e sento le loro mani battere festosamente sul mio casco, seguite da pacche sulle spalle e sulla schiena. Dopo essermi assicurata che tutti mi abbiano fatto le congratulazioni, mi levo il casco, e il sottocasco, desiderando solamente un po' d'acqua, per contrastare il caldo afoso di questa pista.
<<Eva complimenti, veramente>>. E' la voce di Lewis alle mie spalle. Quando mi volto lo vedo sorridermi con la mano tesa, e ricambio la stretta annuendo.
<<Incredibile davvero, non riuscivo a starti dietro. Cosa avete messo in quel motore?>>, esclama Max, asciugandosi la fronte con un asciugamano, e osservando l'auto incredulo.
<<E' solo questione di bravura>>, rispondo prendendolo in giro, e facendo ridere entrambi. Ci scambiamo un veloce abbraccio prima di andare verso il podio. Essendo l'ultima della fila, che è già diretta verso le scale, mi affretto per raggiungerli, ma una mano afferra la mia tirandomi delicatamente verso di sè. Lando, ovviamente.
Mi avvicina a lui, e prima che uno dei due possa dire qualcosa, sento le sue labbra sulla mia guancia. Morbide, calde, esperte ma allo stesso tempo prudenti. Ecco come mi sento ogni volta che sfiorano la mia pelle. E' come se ancor prima di poggiarsi, sapessero già l'effetto che hanno su di me. Mi conoscono, forse meglio di quanto non lo faccia io stessa, e sanno dove e quando toccare i miei nervi così esposti. Sono ponderate ma al contempo affamate: sento che vogliono di più, ma sanno fermarsi.
Dopo quello che potrebbe essere un secondo, ma che è stato dilatato dal tempo, le sento staccarsi dalla mia guancia ora bollente, per lasciare il posto allo sguardo di Lando. E' come se guardandomi cercasse di trasmettere le parole che vuole dirmi, ma che in questo momento passano in secondo piano. Inconsciamente interrompo il contatto visivo, e i miei occhi cadono sulle sue labbra schiuse, mosse solamente dal respiro che passa attraverso.
Tra tutto ciò che sta succedendo intorno a me, riesco solo a sentire la bramosia che provo nel volerle sentire sulle mie, e assaporarne il loro gusto.
Sento che potrei cedere, e il suo sguardo su di me che è come fuoco non mi blocca, né mi fa provare vergogna. Potrebbe essere solamente un desiderio momentaneo, alimentato dall'adrenalina, ma anche se decidessi di dargli retta, non me ne pentirei.<<Eva!>>. La voce di Zak alle mie spalle manda in frantumi la campana di vetro in cui ero rinchiusa. Sentendo l'eccitazione abbandonare lentamente il mio corpo, mi rendo conto di ciò che stavo per fare. "Non mi sarei pentita, ma non è il momento giusto" mi dico con fermezza.
Riluttante lascio la mano di Lando e mi volto verso Zak che continua a chiamarmi, non prima di lanciare un'ultima occhiata a Lando da sopra la spalla, prima di sparire dietro l'angolo delle scale.
<<Al terzo posto abbiamo Lewis, Hamilton!>>, esclama una voce da sotto il palco, che viene sovrastata dalle urla dei fan e dei membri della scuderia.
Una volta terminate le esultanze, è il turno di Max.
<<A seguire abbiamo Max, Verstappen!>>, e come poco fa un boato si alza dal pubblico.Quando capisco che tocca a me, sento il cuore saltare un battito e le mani farsi sudate per l'emozione.
<<Infine, ma non per importanza abbiamo la vincitrice di questo Gran Premio: Eva Viller!>>.
Per un istante vengo come immobilizzata dalle urla e dagli applausi che vengono da chi sta poco sotto di me, ma mi faccio coraggio e affronto il palco.
Quella che potrebbe benissimo essere scambiata per un'onda nel mare, è la quantità di gente che riesco a vedere da qui sopra. La maggior parte sventola bandiere, cappellini e qualsiasi altra cosa che porta il loro McLaren. I membri di ogni scuderia mi rivolgono applausi fragorosi e sorrisi amichevoli, e non riesco a contenere le lacrime che scendono dagli angoli dei miei occhi.
Quando ci vengono consegnati i trofei li alzo al cielo, guardando specialmente verso il mio team, che forse è più incredulo di me. Ciò che attira la mia attenzione è il ragazzo vestito di arancione che sta un po' in disparte, ma che ha lo sguardo rivolto verso di me. Anche da così distante vedo come i suoi occhi brillano, e comprendo una cosa che arriva come un fulmine a ciel sereno.
Sono totalmente, profondamente e indiscutibilmente innamorata di Lando.
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Amore o velocità? || Lando Norris
FanfictionPiloti di Formula 1, compagni di scuderia, competitivi, folli, ma soprattutto grandi amici. La storia di Eva, la prima pilota di Formula 1, fidanzata di Charles Leclerc, che a soli 21 anni, gareggia nella prestigiosa scuderia McLaren, a fianco del...