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Devo ammettere che queste confessioni di prima mattina, hanno fatto partire la giornata con il piede giusto. Dopo aver ringraziato Lando, per quelle vere e profonde parole, con un timido sorriso e un appena accennato movimento della testa, finisco gli ultimi pezzi di pancake che mi sono rimasti sul piatto, mentre lui va in camera a cambiarsi.

Mi sento come una bambina che ha mangiato troppi zuccheri, o un'adolescente che ha appena ricevuto dei complimenti dal ragazzo che le piace. Elettrizzata, impaziente, e allo stesso tempo irrequieta.

Alzo lo sguardo che tenevo fisso sul piatto sotto di me, e mi vedo riflessa nel vetro della finestra posizionata dall'altra parte della stanza. Ho un sorriso ebete in faccia che accenna solo ad ingigantirsi sempre di più, invece che sparire, e anche se non le vedo, so di avere le guance in fiamme. Sento il cuore battere talmente forte e veloce che credo a momenti esca dal mio corpo. Cazzo, non è cosa da tutti giorni sentirsi dire che la felicità di una persona, dipende dalla propria, e ammetto che mi sembra anche una grande responsabilità.

Terminato di mangiare, mi alzo, e porto i piatti dentro la lavastoviglie, insieme anche alle padelle e alle altre cose che ha usato Lando per preparare la colazione. Se devo vivere qui, il minimo che posso fare è dare una mano almeno. Dopodiché vado in camera e apro le borse con i vestiti che mi ero portata dietro in Francia, nella speranza di trovare qualcosa da mettermi che non sia un abito da sera, o una tuta discutibilmente profumata e pulita. Alla fine ripiego su una maglia aderente bianca con il logo McLaren e un paio di leggings neri, completando il tutto con le mie solite scarpe da ginnastica.

"Sempre meglio di niente, ma ho seriamente bisogno dei miei vestiti", penso, mentre chiudo le borse e le rimetto sotto il letto. Vedo Lando uscire dal bagno, seguito da una nuvola di vapore, e deduco che si sia fatto la doccia.

<<Mi sono lavato in velocità, però puoi pure andare. Spero che il vapore non ti faccia diventare i capelli crespi>>, mi prende in giro facendomi la linguaccia. Sto per tirargli un pugno sulla spalla ma ha i riflessi troppo pronti e finisco con il colpire l'aria. Inciampo sul tappeto e per poco non cado a terra, ma sento le sue mani che mi prendono saldamente sui gomiti e mi sorreggono. I suoi occhi si bloccano nei miei per un istante, e non molla la presa finché non mi rimetto in piedi, ma sembra che il tempo si sia fermato. Il suo telefono che suona ci riporta sul pianeta Terra e io mi schiarisco la voce goffamente per smorzare l'imbarazzo che sto provando.

<<Sì?>>, risponde Lando, guardando altrove, <<partiamo subito, scusaci>>, conclude la chiamata rimettendosi il telefono in tasca.

<<Era Zak, ci ha dati per dispersi. Ti sistemi e partiamo?>>, domanda rivolgendosi verso di me, ancora imbambolata a guardarlo.  Guardo l'ora e mi accorgo che siamo tremendamente in ritardo.

<<Sì, certamente. Mi lavo i denti e arrivo, dammi un minuto>>, esclamo improvvisamente in preda all'ansia di una ramanzina da parte di Zak. Corro in bagno e mi lavo velocemente i denti, mi pettino alla buona e mi faccio una coda di cavallo, deodorante, profumo e sono come nuova. Esco dal bagno e trovo il coinquilino seduto nello stesso punto di prima e dopo avermi rivolto un sorriso ci dirigiamo fuori dall'appartamento.

Saliamo in auto e non parliamo più di tanto, presi dal cantare a squarciagola la playlist messa da Lando. Senza nemmeno accorgerci arriviamo alla sede McLaren in tempo record, parcheggiamo ed entriamo dalle porte che si aprono immediatamente. Fortunatamente non veniamo accolti da un Zak infuriato, ma da Angelica, la mia manager che ci offre subito due caffè ancora bollenti.

<<Io scappo, ci vediamo più tardi?>>, dice Lando avvicinandosi al mio orecchio, solleticandomi con il suo fiato.

<<Certo, a dopo. Buona giornata>>, gli rispondo rivolgendogli un caloroso sorriso, mentre lui si sta già incamminando verso il corridoio, non prima di farmi l'occhiolino.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora