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Vedendo la mia espressione sconvolta sul volto, noto Lando agitarsi.

<<Se non ti va possiamo sempre chiedere di darci due stanze separate, se ti senti a disagio o per qualsiasi altro motivo, o possiamo dividere i letti, o...>>. Gesticola in modo incontrollabile, mentre i suoi occhi vagano per tutta l'hall dell'hotel.

<<Stai tranquillo, non c'è nessun problema>>, lo rassereno, mettendogli una mano sul petto che si alzava e abbassava rapidamente, <<non sei tu la causa della mia reazione, semplicemente sono sempre stata in camera con Charles, e mi sono sentita presa in contropiede perchè è una cosa nuova per me, ma non ti preoccupare veramente. Sono contenta di stare in stanza con te, piuttosto che da sola>>. A queste ultime parole vedo e sento l'agitazione lasciare i suoi occhi e il suo corpo, che si fa calmo sotto il mio palmo.

Gli rivolgo un sorriso rassicurante, che forse serve più a me che a lui, e ci avviamo verso l'ascensore. Mentre aspettiamo di arrivare al piano, non posso non sentire le emozioni che stanno scaturendo dentro di me. Il "ding" dell'ascensore e le porte che si aprono mi fanno capire che siamo arrivati.

Vaghiamo per qualche istante per i corridoi fino a trovare la nostra camera. Lando fa passare la carta sul lettore e la spia, che prima era rossa, diventa verde. Veniamo accolti da una stanza immensa, che sembra non terminare mai, con dei soffitti altissimi decorati con alcuni disegni floreali bianchi e oro. Le pareti sono di un color rosa cipria che rendono il tutto ancora più accogliente. Una cabina armadio si estende per tutto il muro, offrendo ampio spazio per i vestiti di entrambi, e il bagno è grande come la mia camera da letto a casa dei miei genitori, con tanto di vasca, doccia e doppio lavandino. Mi avvicino alle finestre e scostando le tende osservo la vista che abbiamo di fronte, direttamente sulla pista, ma che lascia intravedere anche la città circostante. Ancora meravigliata da ciò che mi circonda, mi allontano dalla finestra per andare a svuotare le valigie. Appena mi volto vedo la felpa e la maglia a maniche corte di Lando appoggiati al letto, e lui a petto nudo intento a togliersi anche i pantaloni.

Nell'esatto istante in cui i suoi occhi si poggiano sul mio viso, i miei ricadono involontariamente sui muscoli del suo addome che si muovono sotto ogni suo movimento, insieme a quelli delle braccia ferme sulla vita dei pantaloni da ginnastica. Credo di divorarlo con gli occhi, e mi mortifico come non penso di aver mai fatto fino ad ora. Il mio sguardo stava accarezzando qualcosa che potrà essere solo visto e mai toccato.

<<Mettiti qualcosa per l'amor del cielo!>>, urlo mettendomi una mano sugli occhi come per disgusto. Disgusto che da qualche tempo ormai non provo più, specialmente nei suoi confronti.

So che ormai è troppo tardi per negare ciò che ho lasciato trapelare con il mio sguardo, ma devo cercare di nasconderlo per più tempo possibile.

<<Oh ma dai, pensavo ti piacesse>> mi stuzzica di tutta risposta, facendomi l'occhiolino e roteando in un modo discutibilmente seducente la maglia.

<<Lando...> dico con tono rassegnato, facendo cadere le mie braccia lungo i fianchi. So che sta scherzando, e vorrei farlo anche io, ma sono bloccata da ciò che provo, che mi impedisce di essere me stessa e stare al gioco.

<<Eh va bene>> si rassegna, alzando le mani in segno di resa e prendendo il cambio dal borsone aperto. Dopodiché, senza aggiungere altro si chiude la porta del bagno alle spalle, e io espiro tutta l'aria che ho in corpo. Non so ancora per quanto potrò andare avanti così: senza capire cosa prova lui, sempre se prova qualcosa, e senza capire cosa conviene fare a me: dirgli la verità e magari rovinare l'amicizia nel caso in cui i sentimenti non fossero ricambiati, o restarmene zitta, con il rischio di non superare mai la cosa, continuando a farmi del male?

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora