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Secondo consiglio di Lando, opto per un outfit molto tranquillo e non troppo elegante. Scelgo di indossare una camicia bianca un po' elaborata ma non troppo appariscente, che abbino ad un paio di jeans e dei mocassini neri. Aggiungo degli accessori dorati, un orologio e poi scelgo la borsa. Metto dentro tutto il necessario, compreso il regalo per Lando, siccome a mezzanotte compirà gli anni e non so fino a che ora staremo a cena.

Faccio giusto in tempo a guardare l'ora, che sento bussare alla porta. Quando la apro, mi faccio mentalmente i complimenti per aver azzeccato lo stile, in quanto Lando porta una polo bianca, con un paio di jeans.

<<Mi stavi spiando dalla porta?>>, domanda, vedendo che siamo vestiti pressoché uguali.

<<Potrei dirti lo stesso>>, rispondo, facendogli la linguaccia.

<<Non ti nascondo che sono molto nervoso, i miei sono un po', come dire, frizzanti ecco>>.

<<Fidati dopo aver vissuto con i miei genitori per tutti questi anni, non penso che niente possa batterli. Anche se li hai conosciuti quando sei venuto a casa nostra, non hai visto neanche un briciolo della loro vera personalità>>, gli confido, sperando di poterlo tranquillizzare.

<<Ti credo, ti credo. Mi sento così perchè quando ci sentiamo al telefono mi fanno sempre un sacco di domande su di te, e non vorrei che giungessero a conclusioni affrettate vedendoti con me questa sera. Sicura che non sia un problema?>>, mi chiede, guardandomi con le sopracciglia accigliate.

<<Lan, davvero, sono più che contenta di conoscere i tuoi genitori. Posso comprendere anche la loro curiosità, visto e considerato che sono la tua compagna di scuderia e ci vediamo praticamente tutti i giorni. E comunque, basta essere noi stessi e far capire il rapporto che c'è tra di noi: siamo molto legati, ci vogliamo bene e teniamo uno all'altra, giusto?>>.

Giusto un corno Eva, c'è molto più di questo e lo sai, maledizione. Perché non glielo dici una volta per tutte?

<<Giusto>>, risponde, ma non sento una totale convinzione nella sua voce, così come nei suoi occhi.

Bene, vedo che entrambi abbiamo dei problemi di comunicazione. Se va avanti così finiremo per distruggerci dentro entrambi. Mi faccio un appunto mentale: parlare SERIAMENTE con Lando.

Per il resto del tragitto per la terrazza restiamo in silenzio. Non è un silenzio piacevole, anzi, è carico di "ho delle cose da dirti ma non so come", e lo sento come un macigno sul petto. Prendiamo l'ascensore e nella mia testa lo imploro di muoversi. Le mie preghiere non vengono nemmeno lontanamente ascoltate e infatti mi sembra di impiegarci una vita.

Quando sento il "ding", cerco di precipitarmi fuori il prima possibile, senza farlo troppo notare e vedo un uomo e una donna di circa mezz'età venirci incontro, e da come ci sorridono capisco essere i genitori di Lando.

<<Eva, è un piacere incontrarti finalmente!>>, esclama sua madre, che mi stringe subito in un abbraccio caloroso. Per un tratto mi è sembrato di sentire mia madre, e il nodo che ho sullo stomaco accenna a sciogliersi. Quando ci stacchiamo, lei tiene ancora le mani sulle mie spalle e io gliele poggio sugli avambracci. I corti capelli sale e pepe le stanno benissimo, e le accentuano gli occhi verdi. Il sorriso le illumina il volto, e involontariamente mi ritrovo a sorridere anche io.

<<Io sono Cisca comunque, ma questo penso che tu già lo sappia>>, mi informa. Io le rivolgo un sorriso riconoscente, e poi mi volto verso suo papà. Anche lui mi abbraccia, meno energicamente ma caldamente allo stesso modo, come tutti i papà che si rispettino. Anche lui come la moglie ha i capelli sale e pepe, ma al contrario di lei ha gli occhi azzurri, che richiamano quelli di Lando.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora