22.

768 16 7
                                    

Il resto del pomeriggio lo passiamo perdendoci nei vicoli veneziani, scorgendo dei posti super particolari e mai visti prima.

Ci rendiamo conto del tempo che passa solo grazie al rintocco delle campane del campanile di San Marco. Dopo aver fatto da guida turistica a Charles, ci prendiamo una meritata pausa in uno dei tantissimi bar in piazza.

<<Wow! È infinita questa città!>>, esclama Charles, abbandonandosi esausto sulla sedia.

<<Già, per questo mi piace così tanto, non smetti mai di vedere posti nuovi>>, gli rispondo, dando un'occhiata al posto che ci circonda.

Il cameriere ci porta l'ordinazione, e rimaniamo ad osservare i fiumi di persone che passano davanti a noi. Tra tutte quelle persone, noto un ragazzo e una ragazza che corrono verso di noi tenendosi la mano. Riesco a riconoscere i loro volti solo quando si avvicinano al tavolo, e con mia grande sorpresa, riconosco essere Giada e Nicolas, due nostri amici Italiani.

Charles li ha conosciuti durante le gare che ha svolto qui in Italia, e dopo esserci fidanzati, ricordo che li ha invitati a Monaco, ed è li che ho stretto amicizia con loro.

<<Ma siete veramente voi allora!>>, esclama felicissima Giada, seguita dal suo ragazzo. Li abbracciamo e li invitiamo ad aggiungerci al nostro tavolo. Parliamo un po' delle nostre vite, godendoci la loro compagnia. Ci chiedono anche come sta andando la nostra carriera da piloti, e ci augurano il meglio, sperando di poterci venire a trovare presto.

Ci salutiamo per ora di cena, e noi ci dirigiamo al nostro albergo. Facciamo una doccia al volo, e siamo pronti per andare nel salone dove sono presenti anche gli altri ospiti. La cena è impeccabile, e anche l'ambiente che si è creato. Tutti sono vestiti in modo molto elegante, sia i giovani, ma anche i più adulti. Verso la fine della serata fa il suo ingresso anche un pianista, accompagnato da una ragazza con il violino. Alcune delle coppie presenti nella sala si lasciano trasportare dalla musica, ponendosi nel centro e ballando una accanto all'altro.

Li ammiriamo per qualche istante, per poi optare per qualcosa di alternativo. Charles mi prende per mano, mi accompagna fuori dalla sala e mi porta su una rampa di scale che sembra infinita, fino a giungere sulla terrazza dell'hotel.

La prima cosa che mi salta all'occhio sono le miriadi di luci poste sopra le nostre teste, che servono ad illuminare questo grandissimo spazio, che altrimenti risulterebbe estremamente buio.

Alla nostra sinistra c'è il bancone di un bar, mentre a destra ci sono alcuni tavolini bianchi.

<<Non molte persone conoscono l'esistenza di questo posto>>, mi informa Charles.
Devo concordare con lui, in quanto non c'è anima viva oltre a noi, ma è meglio così, ci godiamo di più il momento.

Benché sia già tarda serata, all'orizzonte posso intravedere ancora il tramonto, che rende il paesaggio circostante ricco di sfumature arancioni. Mi affaccio al cordolo, per osservare meglio, e Charles mi cinge i fianchi con le sue braccia, lasciandomi dei baci per tutto il collo. Io mi volto, e lo bacio intensamente sulle labbra, come per ringraziarlo per tutto ciò che sta facendo per me, anche se so che questo non basta.

Sento che si stacca dal nostro abbraccio, e qualche istante dopo mi volto, vedendolo inginocchiato con una gamba, affianco a me.

Realizzo immediatamente cosa sta accadendo, anche se il mio cervello non riesce ad elaborarlo ancora. Mi porto le mani alla bocca, e sento già gli occhi diventare lucidi.

<<Eva Viller, vuoi diventare ufficialmente la mia fidanzata?>>, domanda, emozionato quanto me.

Nonostante stia provando a dire di sì, non esce alcun suono, così mi limito ad annuire. Ed è in quel momento che le prime lacrime iniziano a scendere, inarrestabili, seguite da molte altre. Gli porgo la mano sinistra, e dopo avermi infilato l'anello mi getto letteralmente tra le sue braccia.

Inizio a singhiozzare in modo incontrollabile, e lui mi accarezza la testa.
<<Non sai quanto ti amo>>, riesco finalmente a dire, ancora incollata a lui.

<<Io di più>>, mi risponde, facendomi scendere e asciugandomi con le dita il mio volto ormai bagnato.

Sto provando così tante cose in questo momento che penso di esplodere da un momento all'altro tanto mi sembra ancora surreale tutto ciò. Non riesco ancora a dire nulla, però, per lo meno, ho smesso di piangere.

Siccome sta cominciando a fare un po' freddo, mi accompagna in camera, e terminiamo questa serata a dir poco magnifica, nella vasca da bagno, coccolandoci e ammirando dalle vetrate la città di Venezia, illuminata dalla luce fioca dei lampioni.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora