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Penso che oggi sia la mia giornata fortunata, siccome appena arrivo nel luogo in cui ci siamo date appuntamento io e Charlotte, trovo subito posto per parcheggiare la macchina, cosa che, da quando vivo qui a Monaco, sarà successa si e no 3 volte.

Una volta scesa dalla macchina, la vedo intenta a parlare con non so chi al telefono, ma non deve essere una conversazione tanto piacevole in quanto sento il suo tono accesso anche da parecchi metri di distanza.

Appena mi nota, vedo che chiude la chiamata in modo brusco, per poi lanciare imprecazioni al telefono.

<<Deve essere qualcuno di importante per averti fatto arrabbiare così, o mi sbaglio?>>, dico a Charlotte con tono da presa in giro, mentre la raggiungo sotto la tettoia del nostro negozio di macarons preferito.

<<E' quella sciocca della mia compagna di univeristà, che mentre le parlo è troppo intenta a pensare ai bellocci, muscolosi e tatuati, invece che darmi retta. E poi ci ritroviamo così, a qualche giorno dalla scadenza della consegna del progetto, che è tutto da rifare!>>, esclama esasperata, portandosi una mano sulla fronte e scuotendo la testa.

Conoscendola, sono certa che se l'avesse sotto mano le avrebbe già tirato il collo, e anche qualche capello.

<<Se la metti così, ti consiglio, da oggi in avanti, di portarti dietro un bel belloccio, come piace a lei, e vedrai come si concentrerà! E ottimizzi anche i tempi, così te nel frattempo puoi rilassarti e goderti qualche ora di pace>>, le suggerisco, sicura di poterle strappare una risata, rasserenandola.

E come pensavo, le mie parole le hanno subito fatto spuntare un sorriso sulle labbra. Tra tutte le persone che la conoscono, penso di essere l'unica che sa come distrarla dai suoi problemi in qualsiasi momento.

Lasciatoci alle spalle il problema "collega universitaria svampita", ci siamo incamminate per le vie del centro di Monaco che al pomeriggio vedono di rado la presenza di turisti e persone del luogo. E' una cittadina davvero suggestiva, specialmente con i giochi di luci che il tramonto crea, scontrandosi con le vetrine dei negozi. E poi il panorama notturno, è un'altra storia.

Sarei rimasta qui a parlavi di queste strade per ore, ma la mia amica che ho affianco mi ha riportata alla realtà, trascinandomi per una stradina piena di piante di ogni tipo per farle delle foto da pubblicare su Instagram. Se vi chiedete quale sia il segreto che si cela dietro alle foto delle ragazze, è questo.

Qualche minuto più tardi, una volta finito il servizio fotografico, ci siamo ritrovate davanti al Caffè Resine, del quale siamo clienti abituali da quando mi sono trasferita qui.

<<Ma raccontami del matrimonio di tuo padre: chi avete invitato? Dove lo farete? Voglio i dettagli, ora!>>, la esorto, curiosa come lo sono sempre stata. E' la mia migliore amica e devo dire che sono davvero molto dispiaciuta di non poter essere presente per divertirmi con lei.

<<Onestamente, io sarei andata solo per la location. Hanno affittato una villa di un vecchio conte francese, questo è ciò che mi pare di aver capito, che era anche amico del mio bisnonno, ma non ne sono sicura, che dista qualche chilometro dal centro di Bordeaux, e si affaccia sull'oceano. Ho solo visto qualche foto, ma sembrava veramente di stare in paradiso. Inoltre, ha anche un enorme giardino, pieno di posticini nascosti, con panchine e tavoli che si affacciano anche questi sull'oceano. Se quel conte fosse ancora vivo, gli avrei fatto i miei complimenti>>, mi racconta. Deve essere stupendo sposarsi lì, e penso che lei sia elettrizzata quanto me. Mentre lei va avanti a raccontarmi altri dettagli, io cerco di immaginarmi il posto.

<<Per quanto riguarda gli invitati, ti dico solo che ho visto sulla scrivania di mio padre due fogli pieni di nomi, e ho pensato che aggiungerne qualcuno non avrebbe fatto alcuna differenza. Non ho invitato molte persone, se non qualche amico e amica stretti. Mi ha fatto piacere il messaggio di Charles, dove mi diceva che alla fine sarebbe riuscito a venire. E sicuramente sentirò la mancanza della mia migliore amica>>, spiega.

Aspetta un secondo, Charles va al matrimonio? Cosa mi sono persa?

<<Scusa come...?>>, domando, ma ciò che esce è più un bisbiglio in quanto la voce mi muore in gola. Non so come mai ma mi sono sentita mancare il fiato per un secondo. Non vedo la mia espressione ma sono certa che deve essere un incrocio tra sconcertata e spiazzata.

Vedo che Charlotte è stata presa di sorpresa da questa mia reazione, e mi ha preso subito le mani tra le sue.

<<Mi ha mandato un messaggio poco prima di pranzo, dicendomi che aveva parlato con il suo manager, e che era tutto apposto e poteva venire. Non ti ha detto nulla?>>, mi chiede agitata quanto me, spiegandomi la situazione.

Non è che sono contraria al fatto che lui vada al matrimonio, ma mi sento amareggiata, in quanto il nostro sostegno reciproco è fondamentale durante i weekend di gara.

<<No, non mi ha accennato nulla. Ma vedrai che lo farà quando tornerò a casa stasera, magari preferisce parlarmene di persona>>, le spiego, sforzando un sorriso che non mi riesce.

Restiamo un'altra oretta al caffè, e quando abbiamo terminato di mangiare le nostre torte e bere i nostri cappuccini, ci incamminiamo alle rispettive macchine.

<<Vedrai che avrà una spiegazione per questo, non preoccuparti. Risolverete tutto, come sempre>>, mi rassicura Charlotte, stringendomi tra le sue braccia.

<<Ne sono convinta anche io, non può essere diversamente>>, mi auto convinco, una volta staccatami da lei.

<<Per qualsiasi cosa sai che sono qui. Mi mancherai tantissimo>>. Nei suoi occhi vedo un bagliore di dispiacere, e devo ammettere che anche io avrei sentito la sua mancanza.

Le ho augurato buona fortuna per il matrimonio, e dopo esserci date gli ultimi abbracci ci siamo salutate, dirigendoci ognuna nel proprio appartamento.

Salgo le scale che portano al primo piano, non sapendo che cosa aspettarmi. Apro la porta e vedo Charles intento a giocare alla PlayStation in salotto.

Appena mi vede mi rivolge un sorriso smagliante, ma dura una frazione di secondo, per poi lasciare spazio ad un espressione preoccupata, vedendo il mio viso.

<<Cosa succede, mon amour?>>, mi domanda, venendomi incontro.

<<E' vero che vai al matrimonio del padre di Charlotte?>>, gli chiedo, con gli occhi lucidi che minacciano le lacrime.

Vedo, dalla sua reazione, che non se lo aspettava. Non si aspettava che io lo sapessi. Ma perché? Aveva intenzione di tenermelo nascosto?

<<Oh amore mio, mi dispiace di non avertelo detto. Sapevo che avresti reagito così, per quello ho aspettato a dirtelo...>>, comincia a spiegarmi con tono pentito, ma lo interrompo.

<<E quando sarebbe stato il "momento giusto"? Te ne saresti andato senza dirmi niente? Non ti saresti presentato alla gara domenica?>>. Vorrei urlargli queste parole, per fargli capire quanto mi sento ferita da questo, ma ciò che esce dalla mia bocca è un lamento quasi disperato.

<<Eva, ascoltami. So che sei arrabbiata, e ne hai tutte le ragioni. Sono stato uno stupido, dovevo dirtelo subito. Ho preferito aspettare, invece, per parlartene di persona, perché sapevo che questa cosa ti avrebbe infastidito. Credimi, mi dispiace tanto, ho sbagliato>>, continua, prendendomi il viso tra le mani, e guardandomi dritta negli occhi. Ammetto che a quegli occhi potrei perdonare tutto. O quasi.

<<Va bene... Ma hai già parlato con Mattia? Gli hai detto che non ci sarai alla gara?>>. Speravo di fargli cambiare idea, ma la sua risposta mi ha fatto capire che non sarà così.

<<Gliene ho già parlato a pranzo, non era al settimo cielo ovviamente, ma è riuscito a trovare un sostituto, un certo Shwartzman, che farà la sua prima esperienza in Formula 1>>, afferma, tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi.

<<Prometto che ci sentiremo tutto il tempo tesoro. Avrai il mio sostegno anche se non sarò li con te>>, mi rassicura.

Mi da un bacio sulla fronte, e io mi lascio convincere dalle sue parole. Mi invita a sedermi con lui, ma non sono dell'umore giusto, quindi con una scusa esco di casa.

<<Scusa amore, ma avevo promesso a mia madre che l'avrei chiamata questa sera, è una vita che non la sento>>, mento. Mi saluta, e ritorna a giocare alla PlayStation.

Prendo il telefono che avevo appoggiato sul tavolo della cucina, mi chiudo la porta alle spalle, e mentre scendo le scale, senza pensarci, compongo il numero di telefono di Lando.

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora