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Il rumore della sveglia la mattina seguente non scalfisce il mio buonumore. Anzi, mi carica ancora di più per la gara, e l'idea di rivedere Lando tra poco mi fa sentire emozionata e agitata come una ragazzina.

Quindi con un sorriso a 32 denti, e saltellando di qua e di la per la camera, vado in bagno per sistemarmi. Indosso una tutta da ginnastica del team, e mi raccolgo i capelli in una coda. Metto anche le ultime cose sparse per la stanza dentro la valigia e la lascio in camera così poi sono pronte per essere portate giù.

Esco dalla porta e istintivamente mi dirigo verso quella accanto alla mia, che è quella di Lando. Sto per bussare, quando la maniglia si abbassa e Lando fa capolino da dietro.

<<Ehi! Come stai?!>>, chiedo euforica. Troppo forse.

<<Ti prego non urlare. Mi sta esplodendo la testa>>, si lamenta Lan, mettendosi le mani sulle orecchie.

<<Sono stanchissimo, e tutto per colpa dei nostri compagni. Alle 4 siamo tornati in hotel, neanche quando avevo 17 anni facevo questi orari>>. Chiude la porta a chiave, e mi mette il braccio intorno alle spalle.

Prendo la sua mano che penzola sulla mia spalla tra le mie e mentre raggiungiamo l'ascensore mi racconta com'è andata la serata.

<<Beh almeno vi siete divertiti no? Altrimenti non sareste stati fuori fino a quell'ora>>, aggiungo premendo il pulsante.

<<Effettivamente è stata una vera figata, e lo rifarei anche ora. Magari non quando c'è una gara il giorno dopo ecco. E poi, continuavo a pensare a te e alla bellissima serata che abbiamo passato, e questo mi ha caricato di adrenalina e sono arrivato primo>>, mi racconta, dandomi un bacio sulla fronte.

<<Ne sono felice. I tuoi sono davvero delle persone stupende, sono molto grata di averli conosciuti>>, dico, cercando di esternare al massimo le mie emozioni, e di fargli capire che la serata di ieri ha significato molto per me.

Arriviamo al piano terra, e una volta usciti dall'ascensore non so bene come comportarmi, specialmente di fronte agli altri. Non mi sento in imbarazzo, anzi, ma forse nessuno se l'aspettava e non riesco ad immaginare che reazione possano avere.

Lando sembra leggermi nel pensiero, infatti mi prende per mano e lega le sue dita alle mie, spazzando via così ogni insicurezza e incertezza. Entriamo nel ristorante dove ci sono già alcuni piloti intenti a conversare e a fare colazione.

Vediamo George seduto con Lewis e Carlos, così ci aggiungiamo a loro. Quando ci vedono, un sorriso appare sul loro volto, e iniziano a battere le mani. Fortunatamente la stanza è pressoché vuota, altrimenti sarei morta d'imbarazzo.

<<Finalmente ce l'abbiamo fatta!>>, esclama Carlos, guadagnandosi un pugno sulla spalla da Lando.

<<Non sai per quanti mesi ci siamo sorbiti i suoi "Eva di qua", "Eva di la", "ma com'è bella Eva", "ma com'è brava Eva", e ancora, ancora, ancora...>> aggiunge Lewis, mimando la voce di Lan.

Inevitabilmente scoppio a ridere di fronte a quelle confessioni e soprattutto di fronte alle guance di Lando che diventano ogni secondo più rosse.

<<Ormai dobbiamo andare tutti dallo psicologo per averlo sopportato fino ad oggi>>, dice George, sospirando sollevato.

<<Che amici che siete, veramente. Ora sembro un pazzo maniaco che non ha fatto altro che piangersi addosso>>, li riprende Lando, ma dopo poco un sorriso appare sul suo volto.

<<Mi fa piacere vedere che il passo che abbiamo fatto sia stato un successo collettivo>>, dico, ripensando a ciò che hanno appena detto.

Mi rendo conto di essere stata cieca per tutto questo tempo, e chissà quanto ciò deve aver ferito i sentimenti di Lando. Non oso immaginare che dolore doveva provare quando cercavo conforto in lui dopo aver rotto con Charles, mentre lui era innamorato di me e non poteva dirmelo, o dimostrarmelo. Molte volte ci siamo mandati dei segnali che potevano alludere ad altro oltre all'amicizia, ma non siamo mai andati oltre. Credevo che tutto fosse dettato dal fatto che dopo la fine della relazione mi sentivo persa, senza una direzione che era stata sempre la stessa per molti anni.

Guardandolo negli occhi capisco che con i "credevo" e "pensavo" non si va da nessuna parte, perchè l'importante è che ora ci siamo davvero trovati e la luce che vedo nei suoi occhi è la cosa più cara che ho.

Terminata la colazione, mi lavo i denti e poi andiamo al paddock. Ci salutiamo tutti con la promessa di rivederci in pista, e poi ognuno va per la propria strada. Lando viene fermato da Zak, e io ho appuntamento con la fisioterapista. Cerco di rilassarmi il più possibile ascoltando un po' di musica, e quando il massaggio finisce resto sdraiata sul lettino finché non sento Zak bussare alla porta. Gli dico che può entrare, e poco dopo me lo ritrovo affianco.

<<Vogliamo un caffè? Una merendina? Qualcuno che ti faccia un po' di aria magari?>>, mi prende in giro vedendo la mia posizione.

<<Beh, se ti va di sventolarmi con un ventaglio, volentieri>>, rispondo restando al suo gioco.

<<Me lo dai tu l'aumento allora>>.

<<Mmmm, allora niente ventaglio>>, gli rispondo mettendomi seduta e togliendomi le cuffie che ormai non producevano più musica.

<<Vedo che ti ho convinta. Sono qui per il solito discorso pre-gara, anche se questa è diversa dalle altre. Volevo ringraziarti ancora per ciò che hai fatto ieri alle qualifiche, e mi scuso ancora da parte del team. Per Lando questa gara significa molto, e anche per tutti noi. Siete dei bravissimi piloti, e mai una volta ho dubitato di voi, quindi andiamo a prendere quel dannato podio e vinciamo questa gara>>, dice Zak. L'emozione che sento nella sua voce mi arriva in pieno e per poco non inizio a piangere. Ogni volta con i suoi discorsi ci carica e ci sprona a dare sempre il meglio di noi, e questa volta non fa eccezione.

<<Certo Zak, puoi contare su tutti noi. Ti renderemo fiero, e puntiamo alla vittoria>>, gli rispondo, stringendogli la spalla. Lui annuisce e si avvia verso la porta.

<<E vi conviene, sennò vi metto a pulire i pavimenti>>, esclama e entrambi iniziamo a ridere.

Dopo poco esco anche io dalla stanza, vado da Jacques che mi da le ultime informazioni tecniche e nel giro di 15 minuti siamo di fronte ai semafori rossi.

Quando scatta il verde cerco subito di andare verso l'interno e di superare quante più auto possibili, e riesco a salire fino al 5° posto. Supero Max che mi sta davanti e resto in quella posizione per parecchi giri.

- Piano B, Eva - sento dire al mio auricolare. Il piano B sta a significare: fai un unico pit stop, ora, prima che la maggior parte dei piloti faccia il secondo, per poi andare fino alla fine con le stesse gomme. E così faccio, entro ai box nel giro successivo e mi ritrovo a metà della griglia.

Come previsto molti altri piloti fanno il loro secondo pit stop dopo di me, quando mancano più o meno 15 giri e mi ritrovo ad essere prima. Mi informano dal muretto che anche Lando ha fatto il pit stop ma che è stato un po' lungo ed è dietro di me di 4 secondi.

La gara va avanti in questo modo, senza incidenti che la fermano, tranne un paio di ritiri ma direttamente dai box. Quando manca solo un giro, prendo una decisione che o ci frega, o può farci vincere tutto

Amore o velocità? || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora