𝗧𝗲𝗻~ 𝐁𝐞𝐫𝐚𝐫𝐝𝐢 𝐒𝐩𝐢𝐧𝐚 𝐈𝐧𝐬𝐢𝐠𝐧𝐞 𝐉𝐨𝐫𝐠𝐢𝐧𝐡𝐨~ 𝐩.1

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Sono sempre stata una ragazza molto superficiale. Ho avuto sempre molto per me. É poi diciamoci la verità, se sono viziata è tutta colpa di mia mamma. Con mamma, Manon, ho un legame davvero stupendo. Abbiamo quartordici anni di differenza, infatti per gli occhi estranei, dato che mio nonno, è un'avvocato, siamo sorelle. Non che mi dispiaccia. Ci scambiamo i vestiti, usciamo insieme... Facciamo tutto insieme. È poi, chi non vorebbe un genitore che ti comprerebbe gli alcolici, ho le sigarette, dato essendo minorenne, queste cose non puoi comprarle, ma avvendo una madre/amica che te li compra, ha davvero tanti vantaggi. Ad ogni modo, tutto è stato perfetto, fino ha quando Manon, durante la vacanza in una città della Sardegna, ha incontrato, SFORTUNATAMENTE, una sua vecchia amica che ha quanto ha detto, sa che sono sua figlia

"Meg, tra cinque minuti arriva Jessica" sbuffo al solo sentire il suo nome. Questa Jessica, non so bene se il suo nome sia Jessica o Malena, questa Jessica Malena, è un'amica dell'infanzia di mia madre. Il marito di Jessica, credo si chiama Biro, robba del genere, ha fatto conoscere Manon con quello che mi ha concepita

Vi chiederete, perché non lo chiama padre? Perché lui è un maniaco, ecco perché. Se ve lo chiedete, no. Non lo mai conosciuto, ma solo un maniaco ci proverebbe con una ragazzina di quartordici anni. Ad ogni modo, io non lo mai conosciuto è non voglio sapere niente di lui

"Sto scendendo" mi abbottono la camicetta in pizzo bianca, per poi allacciare i scarponcini. Pettino i miei lunghi capelli rosa pestello, per poi iniziare ha percorrere il lungo parquet che porta all'ingresso

"Jessy, ciao. Entra" vedo spuntare dalla porta in legno marrone la donna dai lunghi capelli neri, con un elegante sorriso

"Hey Meg. Siete pronte?"

"Si" dice Manon fulminandomi con lo sguardo

Prendo il mio zainetto della chanel, per poi camminare verso l'uscita, Manon mi lancia un'occhiataccia, per poi chiudere la porta. Mi siedo nel sedile posteriore, della macchina della mora, per poi prendere il telefono è guardare le storie instagram

"Quindi ha questo europeo ci sarà anche Berardi" alzo immediatamente la testa "si. Ciro mi ha detto che è un bravo giocatore"

"Cosa? Berardi non è un semplice giocatore. È una forza" Jessica si gira ha guardarmi per qualche secondo

"Quindi ti piace il calcio" mia madre scoppia ha ridere è Jessica gli lancia un'occhiata, per poi ridacchiare

"No. Odio il calcio. Ma me lo devo subbire dato che mio nonno è un tifoso. È poi, devo ammettere che giocano dei bei giocatori"

"Hey, guarda che mio marito è uno di quelli" scoppio immediatamente ha ridere

"Troppo grandi. È poi io non voglio un'uomo al mio fianco" poggio la testa al finestrino "perché no?"

"Dai Jessica. Hai conosciuto l'ex di mia mamma. Ecco perché non voglio un'uomo al mio fianco"

"Meg, non tutti gli uomini sono come tuo padre. Capisci? Prendi per esempio Ciro. Mio marito non è così. È poi, quanti anni hai, sedici?"

"Quindici" lei annuisce "ecco, quindici anni. Della vita ancora non sai niente"

"Ancora quanto manca" guardo Manon che sta guardando Jessica

"Dieci minuti" riporto la testa sul finestrino, ammirando le strade di Londra. Mi perdo nel paesaggio che vedo, tanto è che appena, Jessica parcheggia, non me ne rendo conto

"Meg siamo arrivate" apro lo sportello, per poi richiuderlo subbito dopo. Camminiamo verso un tavolino, posizionato sotto un gazzebo, lontano dagli altri "ciao ragazze"

"Ciao. Lei è tua figlia?" guardo Manon che annuisce con un grande sorriso "ciao, io sono Arianna, loro Haley, Annamaria, Benedetta, Valentina, Natasha, Elisa, Kamila, Paloma, Cristina, Sofia, Valeria, Valentina, Cecilia è Asia, mentre lei è Daniela, il capitano della squadra"

"Ha, è un piacere. Io sono Meg" gli stringo la mano. Mi siedo, è inizziano ha parlare tra loro

"Allora Meg" mi volto verso Haley "che sport fai?"

"Non faccio nessuno sport" guarda Manon alzando un sopracciglio "Daniela?"

"Si tesoro" gli sorrido sentendo come mi ha chiamato "sei il capitano, ma di che sport?"

"Sono il capitano della squadra femminile di Roma" annuisco un po' confusa "giocavate tutte insieme?" Annuisce per poi bere la sua bevanda "ed eri sempre tu il capitano?"

"No è stata Manon. Ma poi ha lasciato perdere" la guardo mentre lei incrocia le mani poggiando la testa su esse. Lo fa sempre quando cerca di concentrarsi su qualcosa. La stessa cosa faccio pure io. Scoppio immediatamente ha ridere attirando anche la sua attenzione "Manon? Manon giocava ha calcio? Questa si che è bella"

"Meg perché ridi" guardo la castana, mentre calmo la mia risata "niente. Daniela mi ha detto che eri il capitano della squadra" mi trattengo un piccolo ghigno

"Infatti è così" la guardo seria "ma hai sempre detto che odi lo sport. Sopratutto il calcio" la vedo abbassare la testa "ho sbagliato ha mentirti, ma è vero. Ho giocato ha calcio. Ero il capitano della squadra femminile di Roma" "perché non me lo hai mai detto?" Sposta il suo sguardo verso Arianna "perché tuo padre è un calciatore" apro è chiudo gli occhi un paio di volte "si, lo so. Lo hai conosciuto tramite il marito di Jessica" scuote la testa "ragazze, perché non ne parlate da sole" scollo le spalle "tanto non mi interessa niente di quel maniaco di calciatore" poggio la schiena allo schienale della sedia, allungando le gambe "no Vale. Credo sia arrivato il momento di dirgli la verità" guardo sott'occhi la donna ventinovenne "Meg, tuo padre, non me lo ha fatto conoscere Jessica. Lui, ancora oggi, con la sua squadra, tra marzo/aprile, si allenano con la squadra femminile"

"Cosa cavolo c'entro io?@" poggio una mano sull'occhio strofinandolo "nel 2006, quando c'erano gli europei, Giorgio, era venuto con la sua squadra, nel nostro club, per allenarci. Dopo un'allenamento, avevamo deciso di uscire, è" la guardo come per continuare "sei arrivata tu" guardo Manon che ha la testa fra le mani "lui quanti anni aveva?" Chiedo più ha Elisa che alle altre "ne aveva ventuno" "quindi non hanno mai avuto una storia" la ragazza scuote la testa "sai mi dispiace" mi guarda sorridendo "ha me no. Rifarei altre mille volte questa cosa, se significherebbe averti al mio fianco" mi tira tra le sue braccia "adesso capisco perché il nonno ha voluto prendere tutte quelle decisioni" alzo lo sguardo verso lei "Manon?" "Dimmi tesoro" "è se io continuassi il tuo sogno?" Abassa lo sguardo sorridendomi "ne sarei più che orgogliosa"

"Meg, sai, ormai i calciatori, hanno una scuola in cui studiare. È poi potresti entrare nella nostra squadra?" Guardo Manon che sta fulminando Asia "che ne dici Manon" mi guarda per qualche secondo

"Vuoi davvero seguire la mia strada?" "Vorrei provarci" annuisce per poi sorridermi "va bene. Mio padre non né sarà felice, ma va bene" "fantastico. Allora, si torna ha casa" dice felice Natasha "casa?" Chiedo più che confusa "la scuola di cui ti abbiamo parlato è ha Roma" annuisco poco convinta

"Allora, domani prepariamo il tutto?" Manon annuisce "si. Appena entriamo, parlo subbito con mio padre" "fammi sapere" "ciao Jessica" chiudo lo sportello iniziando ha camminare verso il portone "né sei davvero sicura?" Annuisco è lei prende un respiro. Infila le chiavi, è entro. Nonno, è seduto sul divano in pelle rossa, che è pisizzionato tra le scale e la porta

"Vi sembra ora di rientrare? Lo sapete che sono le tre di notte" urla infuriato più che mai "scusa papà. Ero con le mie amiche della vecchia squadra" annuisce per poi alzarsi "va bene. Ora andate ha letto" si gira per andare verso le scale ma "papà Megghie vuole entrare nella squadra"si gira di scatto "cosa? Ti rendi conto che tu sei qua solo per quella fottutta squadra. Vuoi che ti succeda quello che è sucesso ha tua madre?" Urla più rosso che mai "ma io" Manon mi interrompe subbito "io mi sono innamorato di Giorgio" "Manon per favore. Lui era fidanzato. Follemente innamorato della sua compagna. Per lui è stata solamente una scopata è via. Vuoi che tua figlia faccia la fine che hai fatto tu?" Mi guarda con occhi lucidi "no. Voglio che abbia un fidanzato che la ami. Un ragazzo che la renda felice. Mi dispiace tesoro ma tuo nonno ha raggione. Non andrai là ha studiare" mi bacia la fronte per poi salire le scale "adesso vai ha dormire Megghie" annuisco per poi salire le scale. Arrivata nella mia stanza, mi butto all'indietro "che giornata ragazzi"

𝗧𝗲𝗻~𝘽𝙚𝙧𝙖𝙧𝙙𝙞 𝙎𝙥𝙞𝙣𝙖𝙯𝙯𝙤𝙡𝙖 𝙄𝙣𝙨𝙞𝙜𝙣𝙚 𝙅𝙤𝙧𝙜𝙞𝙣𝙝𝙤~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora