~ Invisibile ~
La settimana riprende e dopo il lunedì a girare nuovamente a vuoto, a fine giornata Marco la chiama e le chiede di andare in agenzia l'indomani alle nove.
Si sveglia alle sei per poter usare il bagno per prima, non conosce ancora i tempi della sua coinquilina, ignora quanto impieghi a prepararsi. Si butta subito sotto doccia, si veste, mette in ordine l'attrezzatura non sapendo se dovrà lavorare in agenzia o fuori. Dopo con calma va in cucina a preparare il caffè.
Per la prima volta in vita sua beve il caffè dopo essersi preparata. Si siede al bancone a gustarlo lentamente e vede uscire Roberta dalla camera, ancora insonnolita con indosso il pigiama dei puffi. Le viene da ridere e allo stesso tempo la trova carina, pensando fra sé "Ma chi sei?". Lei mette sul fuoco un bollitore con dell'acqua e va in bagno, il tutto come se fosse un automa e senza accorgersi della presenza di Cris.
L'orologio segna appena le sette, Roberta esce dal bagno con i capelli legati del tutto sveglia, con un'espressione attiva in viso come quella di Cris quando beve tre Red Bull di fila, la guarda e accenna un sorriso. «Ciao, già sveglia? Ma dormi vestita?»
Lei ricambia lo sguardo pensando: "E tu dove le tieni le anfetamine in bagno?", ma le risponde semplicemente: «Sì, oggi vado al lavoro» mentre si chiede quanto ci metterà ad arrivare alla metro e poi in agenzia.
La vede aspettare davanti ai fornelli, preparando la tazza con il filtro di chissà che tisana dentro e si propone. «Visto che io sono già pronta, se vuoi porto io giù Axl.»
«Lo faresti davvero?» si stupisce Roberta della sua disponibilità.
«Certo.»
«Va bene, grazie.»
Si alza e chiama il cucciolone, mentre Roberta premurosa prende la pettorina, controllando il contenitore dei sacchettini per accertarsi sia pieno. Poi la guarda e leggo nella sua mente la battuta che sta per dire. Ti prego non dirlo, non ne può più di queste battute milanesi.
«Cosa c'è?» chiede Cris.
«Nulla, va bene così.»
Ecco brava, non so se hai sentito me, o se hai semplicemente pensato di essere più discreta.
Scende in strada con Axl, lasciandolo fare tranquillamente, quando torna su, Roberta le domanda: «Ma quanto ci hai messo?»
«Il tempo che ha fatto i suoi bisogni» le risponde vedendo sull'orologio che sono le sette e trenta
«Dodici, massimo sedici minuti sono sufficienti.»
La guarda scioccata, pensando: "Noi pisceremo pure il cane, ma voi lo cronometrate", ovviamente non le dice niente, prende l'attrezzatura, accarezza Axl e la saluta.
Arriva in agenzia in anticipo, è ancora chiusa, rimane lì davanti ad aspettare Marco, che sbuca dall'uscita della metro con Simonetta. «Hai dormito qui, per essere puntuale?» le chiede scherzando avvicinandosi a lei.
«Più o meno.»
Entrano in agenzia. «Vieni nel mio ufficio, facciamo due chiacchere io e te.»
Cris lo segue, poggia l'attrezzatura in un angolo e si siede impacciata.
«Allora Cris, da quanto fai questo lavoro?»
«Quasi dieci anni, ma facevo servizi per cerimonie, è molto diverso dal lavoro che c'è qui.»
«Cosa c'è di diverso?»
«Tutto, le persone, la situazione, non so come spiegarlo.»
«C'è una sola cosa diversa, qui sei a Milano e prima eri in Sicilia.»
«Sì, probabilmente è quello.»
«Non ho idea di che studi hai fatto e non mi interessa, la fotografia è intuito, è pazienza, attenzione ai dettagli e queste cose o le hai o non le imparerai mai, qualunque studio fai. Quando ho visto il servizio del pet food, ho capito che tu le hai!»
«Grazie signor...»
«Solo Marco, qui sei a Milano, ci diamo tutti del tu. So il disagio che provi per adesso, ma fregatene. Come dite a Palermo? Avevo un amico palermitano lui diceva sempre fottetenne.»
Cris sorride e precisa: «Futtitinni.»
«Ecco, tu futtitinni! Secondo me hai del potenziale e io non ho fotografi disposti a lavorare ad agosto, tu lavori ad agosto?»
«Sì, sperando che non mi fai lavorare solo ad agosto» gli risponde giusto per puntualizzare.
«Se lavori bene qui il lavoro non manca mai. Facciamo per lo più foto per cataloghi di abbigliamento e a volte come l'altro giorno qualcosa di diverso.»
«Con quelli mi sento più a mio agio.» Si lascia sfuggire istintivamente.
«Devi essere a tuo agio in ogni situazione, quindi appena arrivano i modelli, tu comportati con loro come facevi nelle varie cerimonie, sei tu che devi dirgli cosa fare o cosa indossare. Prendo sempre gente alle prime armi, sia uomini che donne e sono i peggiori, perché sono convinti d'essere bravi. La maggior parte ha fatto concorsi di bellezza e la loro più alta aspirazione è fare le Veline o il Grande Fratello, ma costano poco e per quello che facciamo qui, non posso permettermi altro.»
«Chiaro.»
«Bene, allora diamo un'occhiata alla tua attrezzatura e vediamo quanto te ne intendi.»
Su questo lei non ha nessun timore, prende lo zaino stupendolo. Le uniche cose su cui non ha mai risparmiato sono queste, non sono il top, però è un'attrezzatura di tutto rispetto e dall'espressione di Marco si rende conto d'aver fatto una buona impressione, così un po' imbarazzata chiede: «Quindi come regoliamo il nostro rapporto di lavoro?»
«Io lavoro sempre a chiamata, solo con freelance, hai una partita iva?»
«No», risponde sentendosi in difetto.
«Hai rapporti con altre agenzie?»
«No.»
Adesso si ritiene un'imbranata; la sua autostima in questo periodo è pressoché inesistente.
Lui sta un attimo a pensare, poi le propone: «Allora, per adesso la partita iva non è il caso che la fai. Dobbiamo organizzarci in modo diverso, ti faccio un contratto breve, qualcosa che vedrò con il consulente, per lavorare un paio di mesi, così hai tutto il tempo per organizzarti.»
«Grazie.» Ne è felice, non sperava lui facesse un'eccezione, probabilmente è davvero in difficoltà con i fotografi.
«Allora buon lavoro.»
Finalmente si sente più rilassata e inizia a lavorare come sa fare, finendo la mattinata soddisfatta. Va a pranzo al locale, dove è talmente presa dal raccontare la chiacchierata con Marco e come ha gestito il lavoro, che finisce quasi per dimenticare di essere lì per mangiare.
Adesso le cose vanno decisamente meglio, finalmente questo trasferimento sta iniziando ad avere una piega sensata, anche la convivenza con Roberta procede senza nessun problema. Durante questa settimana Cris l'ha osservata molto, ha notato il suo modo maniacale di dosare il tempo la mattina, minuto per minuto, e anche la fissazione per l'ordine; è una donna di una precisione unica. Ogni cosa ha il suo posto, anche le più piccole, tipo l'elastico che tiene sul lato destro della mensola in bagno, oppure il modo con cui schiaccia il tubetto del dentifricio a cui ha messo una di quelle apposite strisce che permettono di schiacciarlo bene dal basso verso l'alto. Le tazze per il caffè e il tè tutte colorate, vanno sistemate in ordine cromatico. Per i giochi di Axl ha una cesta dove lui stesso li riporta ubbidiente quando lei gli ordina: «Metti a posto!»
Per il resto ormai ha capito la sua doppia personalità, si è abituata a questo suo modo di fare; gentile in tuta, con cui può parlare da amica, fredda, scostante e sfuggente con l'uniforme, così la definisce quando ne parla con i ragazzi al locale.
Sentendosi ripetere da tutti l'inevitabile, ovvero che le avevano detto che era una matta.
Fregatene
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Fermate il mondo... Ci sono anch'io! - 1 Parte
RomansCris è una trentenne di origini siciliane, si trasferisce a Milano per riavvicinarsi al suo migliore amico Pitt. Non è un trasferimento che vuole davvero, ma lei è così, vive come una foglia trascinata dal vento. Non crede nell'amore, preferisce pas...