Fermate il mondo... Ci sono anch'io! - 1 Parte

Capitolo 55

~ Cris ~

Ciò di cui ho la perfetta certezza è che sono finalmente rilassata, perché dopo questi mesi qui a Milano, mi rendo conto d'aver vissuto più emozioni qui di quante credo di averne provato in tutta la vita.

Tutto concentrato in pochi mesi e nel casino più totale, questo forse è ciò che mi ha distrutto di più. Adesso mi sembra di vivere in un sogno, da cui non voglio svegliarmi. È successo tutto così in fretta, il lavoro, che pensavo di non trovare dopo quella settimana, con l'aiuto di Stefano è diventato semplice e ciò che ho sempre voluto. Per non parlare di Roby, quanto sono stata male e solo oggi mi rendo conto di quanto sono stata stupida. Avrei dovuto capire di lei quando ho smontato la sua dura maschera e invece no. Come mi diceva sempre nonna Iana, Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. In realtà io non conoscevo l'amore, non ho mai pensato si potesse provare qualcosa di tanto forte e immenso, come lo è altrettanto sentire che è ciò che prova Roby, lei mi fa stare davvero bene.

È stupendo tornare a casa e preparare con lei la cena, stuzzicarci e scherzare. Raccontarci la nostra giornata e soprattutto, adoro sentirle dire: A domani Amore, seguito da un bacio leggero sul collo, ogni sera prima di dormire. Mi fa stare bene quando lo dice, mi sento sicura di averla amata tanto durante la giornata da averle dato la certezza che domani ci sarò ancora, e mi dà la sicurezza che domani ci sarà anche lei.

Il bello di non programmare nulla credo sia questo, non penso al futuro, vivo ogni giorno come l'ultimo, riuscendo a dare il meglio di me sempre.

Anche lei adesso è molto più rilassata, pian piano si va scoprendo, si lascia andare facendomi vedere ogni aspetto di lei. Infatti, ha iniziato a parlarmi del suo lavoro e per quanto si lamenti, in realtà ci tiene. Si affeziona ai suoi clienti, mi racconta di quelli che hanno riportato gravi lesioni nei sinistri, e le assicurazioni per un cavillo sono riuscite a non risarcirle come meritavano. Per lei è una battaglia tutti i giorni, mi ha spiegato che passa ore al telefono litigando con gli avvocati, per far ottenere ciò che spetta ai suoi clienti. Come al contrario detesta la parte commerciale, dove deve vendere per forza un certo tipo di polizze ai clienti, che non servono più di tanto. Infatti, da quel che dice, spesso ha dei battibecchi con i broker per cui lavora.

A proposito, ho scoperto cosa sono i sinistri, ovvero gli incidenti stradali, che non si chiamano sinistri perché succedono a sinistra o accadono perché hanno a che fare con la sinistra, lei me lo ha spiegato e sembrava un'insegnante di italiano quando lo ha fatto. «Sinistro può significare anche funesto, sfavorevole...» Ha detto altri sinonimi, ma non li ricordo. Mi sentivo una bambina mentre me lo spiegava, ma che ci posso fare, non lo sapevo, né sto a pensare a quanti sinonimi abbia ogni parola e comunque ho fatto la scema, mi piace quando si dà quell'aria da maestrina.

Ciò che mi piace dei sinistri è come me ne parla mentre siamo a tavola. Inizia a prendere la saliera come veicolo A, il pacchetto di sigarette per il veicolo B e qualche altra cosa nel caso ci siano più veicoli coinvolti. Poi li muove sul tavolo seguendo una strada fatta con le posate, finché avviene lo scontro.

Oggi però ho comprato una confezione di macchine, perché l'altro giorno, nello scontro, la saliera si è rovesciata e il sale si è infilato nel pacchetto di sigarette e quelle salate non mi piacciono.

Sì, sono stupida, me ne rendo conto, anche Pitt mi ha detto che l'amore mi ha rincoglionito, ma che importa se mi fa star bene.

Poi adoro il nostro stare sul divano a guardare la tv, il suo giocare con i miei ricci è un'abitudine ormai, lei non si accorge nemmeno che lo fa e a me piace da morire.

Adesso Roby è molto sicura di sé, di una sicurezza così spontanea che l'altro giorno sentendola parlare al telefono con un avvocato, sono rimasta scioccata per come lo ha fatto, ma lo era di più lei e quando ha chiuso la telefonata e mi ha chiesto: «Hai visto come gliele ho cantate a quello stronzo?»