Capitolo 57

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~ Invisibile ~

Roby nota che manca poco all'ora di pranzo, cambia la nostra destinazione, per andare a trovare Cris in agenzia e pranzare con lei, e raccontarle subito quello che ha appena fatto.

In agenzia, non c'è nessuno all'ingresso, sente provenire delle voci da dietro il telone di velluto nero. Esita un attimo, poi lo apre e vede le modelle sul set parlare tra loro. Cris non c'è, entra e timidamente chiede alle ragazze dove può trovarla. Le indicano la zona dei camerini e lei si dirige lì.

Improvvisamente sente la gelosia farsi strada nella sua mente, come se si rendesse conto solo adesso di chi sono le persone con cui Cris lavora tutti i giorni.

Lungo il corridoio sente la voce di Cris. «Aspetta ti sgancio il corpino dietro le spalle.» Adesso la gelosia è più forte, intuisce da dove proviene e si avvicina, vede Cris intenta a spogliare una modella che la sta abbracciando.

Atterrita dalla rabbia fa un passo indietro per andare via.

Non farlo Roby, non arrenderti mai così con lei, le hai detto tu che per amore si lotta, non rinunciare così.

Entra di botto, come se le mie parole l'avessero spinta, mentre Cris urla aiuto, e improvvisamente si trova Roby davanti. Leggo la paura nei suoi occhi e si giustifica istintivamente: «Amore non... non so che le è successo, stavo solo controllando se c'erano altri capi da fotografare, lei è entrata, mi ha detto di sentirsi male ed è crollata.»

«Chiamo il 118» la rassicura Roby.

Marco nella stanza accanto corre da Cris e dietro di lui arrivano altre modelle. «È la seconda volta che le succede, continua queste diete digiuno e poi guarda come si ritrova» interviene l'uomo preoccupato.

Arriva l'ambulanza e portano via la modella, nel trambusto si mettono da parte. Roby abbraccia Cris ancora scossa per l'accaduto.

«Andiamo in macchina, ti porto a casa.»

Marco concorda. «Sì, per oggi ci fermiamo.»

Non appena in macchina Cris è ancora scioccata. «Mi è sembrato che mi morisse tra le braccia.»

«Lo so Amore, ho visto che eri terrorizzata, non preoccuparti starà bene» le risponde Roby, si sente in colpa per quel passo indietro che ha fatto e le chiede preoccupata: «Va meglio adesso?» Cris annuisce e si dirigono casa.

«Come mai sei venuta in agenzia? Hai rinunciato a sistemare gli armadi?» le chiede nel vedere ancora i vestiti sparsi in giro.

«Nessuna rinuncia, ho solo fatto una pausa per disfarmi del cadavere, come lo chiamavi tu.»

«Cosa ne hai fatto?»

«L'ho restituito a mia madre.»

«Sei stata da lei?» le chiede stupita.

«Sì, è stato terribile e liberatorio allo stesso tempo» risponde con gli occhi lucidi.

Si siedono sul divano e Cris le domanda: «Dai, raccontami tutto.»

«Ho letto il tuo diario. Solo una pagina, scusami non...»

«Hai osato sbirciare i miei pensieri?»

Roby arrossisce. «Scusa davvero, non dovevo, lo so.»

«Amore sto scherzando, puoi leggerlo quando vuoi.»

Cris l'abbraccia, ma lei si sente ancora in colpa. Quello che la fa sentire in quel modo non ha nulla a che fare con ciò che le ha appena detto.

«È andata tanto male con tua madre?» Lei fa cenno di no con la testa. «Allora cosa c'è? Ti ha detto qualcosa di brutto su di noi, su di me?»

Lei continua a negare scuotendo lentamente la testa. Sa che dirle il vero motivo le farà del male, ma deve farlo, deve essere sincera.

«Non lei, l'ho pensato io. Anche se solo per una frazione di secondo» confessa a bassa voce.

Cris si stacca da lei, non capendo a cosa si riferisce. «Che dici? Cosa hai pensato?»

«Poco fa con quella modella, ho pensato che tu.... e stavo andando via.»

Cris accenna un sorriso ironico. «Be', io mi sono sentita uno schifo. In quel momento ho avuto paura che tu lo pensassi.»

«Ti prego scusami, lo so che non lo faresti mai» le dice mortificata.

«Cosa ti dà la certezza che non succederà?»

«Ciò che siamo adesso e io non sono Claudia» le risponde sincera.

Cris l'abbraccia, con il cuore più leggero. «So che non è facile stare con una persona con un passato come il mio. Credimi, conosco troppo bene ciò che c'è lì fuori, e non mi ha mai dato nulla, solo un vuoto che si è fatto più grande ogni volta. Quando hai avuto l'incidente, non so cosa mi sia successo, so solo che quella sera è stato tutto così chiaro. Non pensavo fosse possibile stare con te, ma da quel momento ho capito che sono legata a te e io amo questo legame.»

«Lo so Amore scusami, davvero, è stato stupido pensarlo e forse anche dirtelo, però mi sentivo di farlo.»

«Ascolta, sono anch'io gelosa, non pensare che non sia così, perché se da un lato io conosco il mondo lì fuori, io per te sono la prima e non so se tu...»

Roby la interrompe subito. «No, io non...»

«Non mi importa, non lo so e non voglio saperlo. So solo che questo è un motivo in più per amarti ogni giorno più che posso, per non farti desiderare nessun'altra, come fai tu con me.»

Roby la stringe a sé. «Ti amo» le sussurra e si abbracciano rimanendo sul divano a coccolarsi per risanare una piccola lesione appena accennata.

Ciò che vedo nei loro cuori è una certezza in più, avevano entrambe bisogno di chiarire questo aspetto della loro relazione.

Adesso tutto sembra davvero perfetto, anche se la perfezione non esiste, ma spero che riusciranno sempre a superare insieme le difficoltà che la vita presenterà loro e intanto io mi godo i preparativi di Natale.

Hanno preso un albero gigantesco, Roby è decisa a voler vedere più a lungo possibile lo sguardo incantato di Cris quando passa in Piazza del Duomo. Anche se quello che hanno preso non è tanto grande, lo è abbastanza da toccare il soffitto.

Lo addobbano litigando scherzosamente, perché Cris, solita disordinata, mette le palline a casaccio sull'albero mentre Roby ha uno schema preciso, per disporre i colori in modo omogeneo.

Invece, per il presepe Cris non ha nessuna esitazione, ricrea un piccolo paesaggio perfetto. Dispone le casette lungo le stradine fatte con cura con un po' di pangrattato, per dare l'effetto sabbia, e mentre lo fa le racconta: «Qui in cima va messo il castello di Erode, il re cattivo che voleva uccidere Gesù. Poi man mano che si scende verso il paese si dispongono queste piccole casette, che sono più piccole dei pastorelli, ma usa la fantasia...»

Roby la guarda incantata sorride e la prende in giro: «Posso mettere una macchina lì?»

«Ma la smetti? Il presepe è una cosa seria, è tradizione.»

Poi prende la grotta, la vuole posizionare in un angolo ben distante dal castello di Erode. «Peccato questa non è vecchia e sporca abbastanza.»

«Perché deve essere vecchia e sporca?»

«Perché è una grotta, deve essere sporca, con le ragnatele. Io e nonna quando finiva il Natale e mettevamo via le decorazioni, lasciavamo la grotta in garage, in un angolo ben protetta. Poi quando la riprendevamo era strapiena di ragnatele e lei mi diceva di toglierne solo un po', immaginando di essere San Giuseppe che la puliva fin dove arrivava. Un anno invece mandò mia sorella a prenderla e lei torno soddisfatta perché l'aveva pulita tutta per bene» si ferma e ride, ricordando la faccia che fecero lei e nonna quando la videro. Roby ride con lei, le piace sentirla parlare di nonna, è una cosa che Cris fa in un modo così spontaneo e ha l'impressione di vederla accanto a lei. 

Fermate il mondo... Ci sono anch'io! - 1 ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora