Capitolo 46

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~ Cris ~

Mi sveglio, incapace di aprire gli occhi, infastiditi da una luce fioca, ma li apro e la cerco, lei non c'è. Ho sognato tutto? No, so che è vero, ma perché non c'è mai quando mi sveglio?

La luce proviene dall'altra stanza, lei torna e anche se per pochi istanti, vedo il suo corpo nudo illuminato dalla luce che spegne dietro di sé. Ho la sensazione di aver visto un angelo sparire davanti ai miei occhi e adesso nel buio mi si stende accanto e mi sfiora lentamente la schiena coccolando la mia anima.

«Sai che abbiamo dormito dieci ore di fila?» mi sussurra.

Mi giro e le chiedo: «È già domani?»

«Sì, sono le sei»

L'odore del caffè che inizia a entrare in camera mi convince. «Hai messo sul fuoco la moka?»

«Sì, vado a spegnerla e ti porto il caffè» risponde mentre accende la luce dal suo lato.

«Vado io, devo alzarmi comunque per il bagno. Tu vuoi la tisana?» le chiedo baciando il suo collo, mi fa cenno di no con la testa e la lascio sul letto a guardami mentre mi metto qualcosa addosso.

Torno dopo poco con le tazzine del caffè, lo beviamo a letto e lei subito dopo si accoccola tra le mie braccia, sotto le coperte.

«Ti sta bene la mia camicia»

«Sì, mi dona»

Lei apre un paio di bottoni con fare malizioso. «Però ti preferisco senza.»

Non so se è il caso di dire ciò che sto pensando, ma questo suo modo di fare, il suo modo di toccarmi, di stuzzicarmi, mi fanno pensare che forse... ma no! Però o ha un dono naturale o... e poi come si chiede una cosa così... me lo dirà lei se...

«Che pensi?» mi domanda curiosa e interrompe i miei pensieri.

«Nulla» le rispondo imbarazzata.

«Non è vero, te l'ho già detto che non sai dire balle.»

«Dai non è niente.» Cerco di evitare di rispondere, non so cosa dirle.

«Ma non eri tu quella a cui davano fastidio i niente?»

«Sai troppe cose di me e io forse troppo poche di te» le rispondo e mi apro uno spazio, potrebbe essere la strada giusta.

«Che intendi? Anzi no aspetta, stai cercando di sviarmi da ciò che pensavi prima?»

«No, effettivamente è quello a cui stavo pensando, più o meno.»

«Più o meno stavi pensando che sai poco di me?»

«Sì, di alcune cose non abbiamo mai parlato.»

«Quali cose?»

«Ma non sono discorsi da fare alle sei del mattino» le dico cercando nuovamente di sviare il discorso, speravo di arrivarci per vie traverse, non così direttamente, forse è meglio evitare.

«Vuoi un appuntamento per le dieci? È un orario più adeguato?» mi chiede con tono ironico.

«Sì, è più comodo.»

Mi dà un pizzicotto sul braccio, mi fa male, non tanto, ma io esagero come sempre.

«Non ti sei fatta male, ti ho pizzicato appena, però posso più forte se non parli» mi minaccia con un sorriso.

«Sei pericolosa, ecco, questa è una cosa che non sapevo»

«E poi quali altre cose pensi di non sapere?»

«Tu cosa non mi hai detto?» le ribalto la domanda.

«Dipende. Tu cosa credi che non ti abbia detto?»

Fermate il mondo... Ci sono anch'io! - 1 ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora