Capitolo 20

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«Ma sopra devo lasciarli più lunghi?»

«Sì, falli corti ai lati e sopra un po' più lunghi.»

«Sei sicuro di non voler andare da una parrucchiera? Io non ho mai tagliato i capelli.»

«Conosci parrucchiere che lavorano di notte?»

Altea alzò gli occhi al cielo e con mani tremanti fece scattare la forbice sulla prima ciocca scura. I suoi capelli erano incredibilmente morbidi e Altea pensava fosse un vero peccato liberarsi di quella chioma. Ma se lui voleva così...

«Tira su il mento, per favore.»

Quando Damiano alzò il voltò, i loro sguardi si incrociarono. Altea lo distolse subito, concentrandosi su quello che stava facendo, nonostante lui, a pochi centimetri dal suo viso, continuava a fissarla e studiarla.

Le sue labbra erano così vicine.

«Sei molto bella, Altea.»

Divenne tutta rossa e cercò di fare il prima possibile nel definire il taglio sopra alla fronte per poi mettersi alle sue spalle, così che non avrebbe più potuto guardarla in faccia e vedere quanto era imbarazzata.

Il lavoro proseguì in silenzio, Altea era entrata completamente nella parte e stava facendo del suo meglio. Quando ebbe finito gli sgrullò i capelli dalle spalle e andò davanti a lui per osservare l'opera finita.

Ora il suo viso era perfettamente visibile, così da poter essere ammirato in tutta la sua bellezza. Si vedeva bene la mascella prominente, gli zigomi scolpiti e il suo taglio d'occhi. Si rese conto che era rimasta imbambolata a fissarlo solo quando lui le disse:

«Sto bene?»

Allora Altea distolse lo sguardo e si mise subito a ripulire. «Sì, stai benissimo. Vai in bagno. C'è uno specchio.»

Lui si alzò e si diresse verso il bagno. A quanto pareva non era vero che i vampiri non potessero vedere il loro riflesso.

«Ti piace?» urlò Altea.

Lui rientrò in cucina, alto e slanciato, con i fianchi che si muovevano con una certa grazia e robustezza ad ogni passo.

«Mi piacciono. Era da tanto che non li tenevo così corti.»

«Secondo me stai meglio così» disse, mentre posava la scopa. «Hai dei bei lineamenti che con i capelli lunghi restavano nascosti.»

Altea si mise davanti al camino per scaldarsi le mani, dandogli le spalle. Avrebbe voluto chiedergli una cosa, ma si vergognava e sapeva che avrebbe detto di no. Si morse la lingua, mente ammirava le fiamme che divampavano. Ci stava pensando da tutta la sera.

«Altea?»

Passò al labbro. «Mhm?»

Sentì dei passi farsi vicini e la sua presenza dietro di lei. Quando si girò lo trovò alle sue spalle, poggiato con il sedere al tavolo della cucina.

Inclinò la testa di lato, guardandola con quei suoi profondi occhi neri, che per un attimo si posarono sul labbro che si stava mordendo.

Preso un profondo respiro, trovò il coraggio di dire:

«Vuoi uscire con me e le mie amiche domani sera?»

Damiano addrizzò la testa, con il suo solito sguardo indecifrabile.

«Lo so quello che hai detto» si affrettò a dire, «ma è un'uscita senza impegno, andiamo solo a mangiare e bere una cosa alla locanda e poi puoi sempre cancellargli la memoria, no?»

Quando cala il buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora