Capitolo 54

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L'erba sotto le mani era morbida e fresca. Tirava un'arietta rigenerante, quell'aria estiva che ti scivola dolcemente tra i capelli e sul collo, rinfrescando la pelle e asciugando il sudore provocato dal caldo estivo.

Altea aveva scelto un punto piuttosto alto su una collina oltre il bosco davanti casa sua. L'aveva scoperta per la prima volta con Matilde e Giuliana, quando da piccole andavano a fare le avventuriere nel bosco. I loro genitori si raccomandavano sempre di non allontanarsi, perché poi trovare la strada del ritorno sarebbe stato difficile e avrebbero potuto rischiare di perdersi. Ma quel giorno loro non erano Altea, Matilde e Giuliana; erano tre giramondo in cerca di un tesoro perduto e questo le aveva spinte ad addentrarsi nel profondo della foresta e sbucare al limitare di una ripida collina.

Quel giorno erano rientrate più tardi del solito, perché trovare la strada di casa era stato complicato, ma la vista ne era valsa veramente la pena.

Così aveva pensato che quello potesse essere il posto perfetto.

Sopra di lei si stagliava un infinito cielo nero e grazie all'assenza delle luci artificiali delle città, si potevano vedere migliaia di stelle, mentre il canto delle cicale sembrava scandagliare il ritmo del suo cuore.

«Sei sicuro di volerlo fare?»

Dopo tutto il casino che aveva creato, Altea non si aspettava di certo un no come risposta. Eppure continuava a chiedersi come si possa decidere di smettere di vivere.

«Non hai paura?»

Damiano, sdraiato accanto a lei a guardare il cielo, rispose: «Sì.»

Si girò a guardarlo. «Sì, hai paura?»

Lui annuì. «Ho paura, ma sono anche... euforico.» Sorrise tra sé e sé. «Lo so che è un controsenso, ma è così.»

Altea pensò a cosa dovesse significare vivere per sempre. Cosa ne avrebbe fatto lei dell'eternità? Lei, che non sapeva nemmeno quello che avrebbe fatto il giorno a seguire. Cosa si può fare quando hai tempo? Tutto il tempo del mondo...

«Non ti ho ancora ringraziato.»

Altea fece spallucce, cercando di ignorare il nodo allo stomaco. Quando Damiano si tirò a sedere per guardarla, lei non riuscì a ricambiare lo sguardo, quindi lo lasciò fisso al cielo.

«Tu sei... una parte del mio cuore. Una parte della mia anima, semmai ne sia rimasto qualcosa.»

Altea si morse le labbra per trattenere le lacrime.

«Voglio chiederti scusa. Per tutto. Voglio che tu sappia che non volevo tutto questo. Non avrei mai voluto farti del male.»

«Ma me ne hai fatto» replicò secca e si girò a guardarlo. «Sei stato uno stronzo. E un egoista. Hai cercato di ottenere quello che volevi mentendo, ingannando e hai messo in pericolo tutti noi.» Distolse lo sguardo mentre con le mani strappava nervosamente qualche filo d'erba. «Però» aggiunse, «che tu lo volessi o no, mi hai anche aperto gli occhi e questo è successo prima di scoprire di Dante, prima di tutto quello che è successo. Hai risvegliato... qualcosa in me che non sapevo nemmeno si fosse assopito.» Ignorò il groppo alla gola che sembrava soffocarla. «E poi, in qualche tuo strano modo, mi hai fatta sentire amata.»

Altea si passò le mani tra i capelli e poggiò i gomiti sulle ginocchia. Il bosco davanti a lei si allungava in una distesa tetra e infinita, simulando una fila di denti pronti a divorarti. Il bosco, la casa di tanti animali, un luogo sicuro nel quale nascondersi e nascondere i propri segreti.

«Ci vedo all'inizio di una lunga strada» disse, lo sguardo perso chissà dove, in un luogo che nemmeno Damiano poteva raggiungere. «Io sono lì, ferma da chissà quanto, finché tu non compari al mio fianco. Mi prendi la mano e iniziamo a camminare. Vicini, passo dopo passo siamo insieme. E poi... tu mi metti una mano alla base della schiena» raccontò, imitando il gesto, «e mi spingi leggermente più avanti, poi sempre più avanti, finché non inizio a camminare da sola, e tu non ci sei più.» Sorrise e delle lacrime le rigarono le guance. «E ho paura, ma va bene. Perché sono più forte e perché la strada è ancora così lunga e mi entusiasma saper cosa mi aspetta oltre di essa.»

Quando cala il buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora