Capitolo 52

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Antonio era fuori combattimento e Nic sembrava determinata a trasportarlo fuori di lì, lontano dallo scontro, rinunciando a combattere.

Tutti cercarono di correre verso le armi che Andrea aveva raccolto in giardino e riportato nella stanza, ma la veela si avventò su Andrea e con un colpo d'ala scaraventò le armi in vari parti della stanza. La mitragliatrice di Luigi si frantumò in mille pezzi e il frastuono sordo che produssero le altre armi quando sbatterono a terra e contro la parete non lasciavano intendere niente di buono.

«GIÚ!»

Tutti obbedirono all'ordine di Andrea, che prese a sparare in direzione di Dante, mentre questo si smaterializzava e materializzava in un punto sempre diverso nella stanza. Altea fu sorpresa nel vedere come gli occhi di Andrea riuscissero a seguire il suo percorso, come se la velocità del vampiro non fosse troppo sfuggente per lui, come se sapesse esattamente le sue mosse.

Finiti i colpi d'arma da fuoco, Luigi si alzò e corse verso le armi, ma la veela gli fu addosso. Altea avrebbe voluto guardare, aiutare, ma mentre era stesa a terra i suoi occhi erano solo per Matilde.

La sua amica stava approfittando della confusione per cercare in mezzo alle armi, raccogliendo quelle ancora intatte. Altea cercava di respirare regolarmente ma il dolore alle costole si stava facendo sempre più opprimente, così strisciò verso di lei.

Appena la vide, Matilde le afferrò una mano e la trascinò verso di sé con un gesto secco, dando prova di quanto le prove di forza fossero state efficienti. «Tieni» disse mettendole fra le mani una boccetta con polvere di erba del diavolo. «È l'unica rimasta intera.»

Altea se la rovesciò in bocca e pensò che dovevano assolutamente trasformarla in una bevanda perché la polvere la fece quasi strozzare. Alla fine riuscì a inghiottirla con un po' di saliva e nell'arco di pochi secondi il dolore alle costole sparì completamente.

Si alzò in ginocchio.

Andrea e Luigi combattevano a colpi di lame e pistole, Andrea ne aveva data una delle sue al fratello. Con una sincronia invidiabile, Andrea lanciò un caricatore nuovo a Luigi. Lui lo afferrò ruotando su sé stesso mentre scivolava a terra. Nello stesso istante la veela si gettò sopra di lui, l'unica ala rimasta aperta a oscurare la fioca luce color zafferano che filtrava dalle finestre.

Tutto si fece nero e un grido fendette l'aria. Quando l'ala del mostro si chiuse e la luce tornò a illuminare la stanza Altea vide Luigi a terra ma non ebbe il tempo di temere per lui, perché era già pronto ad alzarsi e continuare a combattere. La veela era stata colpita, ma non abbastanza da morire.

«Altea!»

Altea si girò verso Matilde, lo sguardo dell'amica serio, determinato, senza paura mentre le diceva: «Dobbiamo liberare Damiano.»

Altea annuì. Primo, perché nonostante tutto non aveva intenzione di lasciarlo morire così. Secondo, perché lui poteva uccidere Dante e sicuramente Matilde aveva pensato la stessa cosa.

Le ragazze afferrarono un paletto e un coltello a testa. Matilde trovò anche una pistola e Altea afferrò caricatori a pallottole d'argento e legno, mettendoseli in tasca e nella cinta.

Prima di scattare verso Damiano, che si dimenava sulla sedia e urlava, gli occhi bianchi come due fiamme nella notte, Altea e Matilde valutarono la situazione.

Ora era Andrea a combattere contro la veela, mentre Luigi lanciava coltelli e sparava colpi alle ombre che Dante si lasciava dietro mentre spariva da una parte all'altra. Andrea cadde a terra, la gamba destra lacerata lungo il polpaccio da uno degli artigli della veela. Per quanto volesse andare in difesa del fratello, Luigi non poteva distogliere gli occhi dal suo obiettivo.

Quando cala il buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora