Capitolo 55

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Nei giorni successivi Altea aveva continuato a dedicarsi all'allenamento e al suo lavoro. Anche se gli altri sapevano cosa era successo, nessuno le aveva chiesto niente, né aveva nominato più Damiano, come se non pronunciare il suo nome avesse potuto far sparire la sofferenza.

Sofferenza che Altea stava gestendo bene...

Si era dedicata due o tre giorni nei quali aveva dato sfogo a tutto il suo dolore, piangendo nell'intimità della sua piccola e malandata casa, singhiozzando sotto la doccia o ogni volta che rientrava e non c'era nessuno ad aspettarla. Aveva rimuginato sulla sua scelta, ricordato i bei momenti con lui e sarebbe stata bugiarda se non avesse ammesso a sé stessa che le mancavano le sue mani. A volte le sembrava di poterle sentire scorrere su di lei. Le sembrava di poter sentire ancora il suo profumo.

Il dolore non era sparito. Oh, assolutamente no. Ma come con ogni dolore, Altea aveva imparato a conviverci. L'aveva accolto completamente, lasciando che la accompagnasse in tutti i momenti della giornata finché, mano a mano, quel dolore si era fatto più flebile, trasformandosi in una piccola fiammella che avrebbe bruciato per sempre nel suo cuore. Un bruciore che dopo un po' di tempo, sarebbe diventato sopportabile.

Tenere le sue giornate occupate le aveva fatto bene. Il lavoro le faceva bene e anche l'allenamento, che probabilmente ormai doveva iniziare a considerare come un lavoro.

Luigi le aveva accennato che prima o poi lei e Matilde sarebbero dovute passare nella sede del Consiglio, per registrarsi ufficialmente nel registro dei cacciatori. Altea aveva annuito e aveva ripreso a sparare contro i bersagli sparsi nell'arena nel bosco.

Luigi le era stato accanto in un modo così discreto che Altea si sentiva quasi in difetto nei suoi confronti. Ricordava ancora le parole di Dante, quando aveva detto che Luigi sarebbe morto per lei. Non sapeva se crederci davvero e sinceramente non voleva nemmeno pensarci. Il fatto che Luigi potesse provare qualcosa per lei la lusingava e, allo stesso tempo, la metteva in difficoltà. Non perché non ricambiasse una qualche sorta di interesse; insomma, Luigi era un bel ragazzo, questo era innegabile. Era alto, aveva bei lineamenti, bei capelli. L'addestramento che aveva perfezionato da quando il padre era morto aveva cambiato il suo fisico in un modo veramente... wow. Ma la parte più bella di Luigi era dentro di lui. Era la sua gentilezza, la sua premura, il suo essere protettivo senza per questo avere una mascolinità tossica.

Ma Altea non aveva la testa né il cuore per intraprendere una nuova relazione. Il sentimento per Damiano era ancora acceso dentro di lei e questo le impediva di vedere Luigi con occhi diversi dall'amicizia.

Lui, dal canto suo, non aveva mai accennato ufficialmente a niente di tutto quello che era stato insinuato, quindi tra di loro era calato il silenzio e il loro rapporto era andato avanti come sempre.

Un rapporto che invece sembrava cambiare era quello tra Matilde e Andrea. I due continuavano a litigare tutti i giorni, dandosele di santa ragione durante i combattimenti corpo a corpo e sfottendosi quando sbagliavano un colpo o non c'entravano il bersaglio. Andrea ci andava giù pesante con Matilde, ma la sua insistenza non sembrava altro che il desiderio che la ragazza fosse al sicuro, che si sapesse proteggere.

Matilde non aveva mai accennato ad alcun interesse nei confronti del cacciatore, ma Altea conosceva bene la sua amica e sapeva che quando una cosa era difficile si poteva esser certi che Matilde avrebbe cercato di ottenerla, non fosse altro per sfidare sé stessa.

Tempo dopo, Rosalina e Filippo si erano finalmente sposati e la ragazza aveva potuto farlo senza sedia a rotelle, né stampelle. Quello era stato uno dei giorni più felici dopo tanto tempo, talmente tanto che Altea non riusciva più a ricordare da quanto non ridesse in quel modo.

Quando cala il buioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora